La resistenza democratica di Ehtesab, l’app che protegge gli afgani
La startup della giovane Sara Wahedi fornisce notifiche in tempo reale sulle emergenze a Kabul

Aggregare informazioni su eventi critici, verificarle e inviarle in tempo reale ai residenti afgani. La startup Ehtesab è nata nel 2018 con questo scopo, dopo che la sua fondatrice, la 26enne Sara Wahedi, assistì in prima persona all’attentato suicida che provocò su Kabul un blocco di 12 ore con interruzione di corrente e disagi alla città. Da marzo 2020 l’applicazione è scaricabile gratuitamente e moderata da un un team di 25 giovani afgani, che verificano ogni report ricevuto e inviano notifiche push di pubblica utilità a tutti gli utenti connessi.
Ethesab in Dari e Pashto (le due lingue più utilizzate dalla popolazione afgana) si traduce in “affidabilità” e permette ad ogni residente di segnalare aggiornamenti su sparatorie, problemi di traffico, blackout, blocchi stradali e qualsiasi altro tipo di criticità.
Con la presa di Kabul da parte dei talebani e a seguito dei recenti attentati, i flussi di informazione all’applicazione si sono di colpo arrestati: per paura, i cittadini hanno spento i loro telefoni cancellato i loro messaggi e interrotto ogni tipo di segnalazione. Ad essere ostacolato è stato anche il lavoro dei dipedenti dell'azienda afgana. In una recente intervista rilasciata al blog “Rest of world”, Sara Wahedi ha affermato: «siamo ancora operativi, ma in questo momento tutti stanno lavorando da remoto. Tutti i membri del mio team sono ancora in città. Sono l'unica che è fuori dal paese poiché presto inizierò un corso di studi negli Stati Uniti. Il mio obiettivo in questo momento è portare i ragazzi fuori dal paese, se possibile. Nessuno ha i visti. È evidente che chiunque sia coinvolto nella cronaca dei media, o nel sollevare questioni di responsabilità, è visto dai talebani come una minaccia diretta. Stanno facendo irruzione nelle case e reprimendo i giornalisti, e anche chiunque sia coinvolto negli aspetti della cronaca».
“Our focus is accountability, be it the government or the Taliban.”
Ehtesab team
Nessun contenuto esplicito sui talebani ma informazioni chiare sui rischi per la sicurezza dei cittadini: nonostante il clima di paura, il team di Ehtesab continua ad aggiornare i residenti a Kabul. «Tutti lavorano da remoto, ma nell'ufficio di Ehtesab a Kabul, seguiamo attentamente tutti i protocolli di sicurezza per l'intero team. Ci assicuriamo che tutti rimangano connessi e abbiano accesso alle strutture Wi-Fi». Per supportare il lavoro di Ehtesab, è stata lanciata una raccolta fondi con l’obiettivo di acquistare un generatore di energia elettrica che garantirebbe all’intero team, di lavorare anche in assenza di corrente.
Sara e i 25 giovani membri della startup non intendono cedere alle direttive di alcun futuro Governo difendendo quella tecnologia civica che facilita la vita delle loro comunità. «Il nostro Paese è diventato una prigione per questa giovane generazione, che nonostante tutto è estremamente resiliente. I giovani afgani sono molto attratti dall'imprenditorialità e dalle culture delle startup, poiché ti permettono di plasmare, innovare e giocare con molte nuove idee. Ora, però, si chiedono se avranno mai la capacità di controllare la propria vita. Mentre la comunità internazionale tace».