Diminuisce il numero delle startup italiane: la fuga dei cervelli tra le cause principali
Se i talenti italiani continuano a lasciare il paese, il risultato è un ecosistema dell’innovazione in perdita
Sono oltre 31mila, di cui 14mila laureati, gli italiani tra i 25 e i 34 anni che hanno deciso di abbandonare il paese per trovare fortuna altrove. Un trend ormai stabile da anni che vede le nuove generazioni di professionisti prendere le conoscenze e le competenze acquisite durante gli studi e portarle all’estero. E sebbene le iniziative, i bonus e gli incentivi per rimanere sono aumentati negli ultimi anni, il dato non sembra arrestarsi.
Allo stesso tempo, il numero di startup innovative, sempre crescente negli ultimi anni, per la prima volta vede una riduzione del 1,6% nel primo trimestre del 2023 e del 10,6% rispetto al 2022. Le conseguenze, secondo l’ultimo report Cerved, sono la perdita di oltre 27mila posti di lavoro e di 2.5 miliardi di fatturato stimato. Anche gli investimenti in startup non decollano tanto che nel primo semestre dell’anno sono stati raccolti solo 487milioni di euro con 84 finanziamenti rispetto al miliardo raggiunto nello stesso periodo nel 2022 con 96 finanziamenti.
Numeri che però possono essere una conseguenza proprio della quantità di giovani menti che decidono di fare impresa altrove, dove la cultura imprenditoriale è più radicata e il rischio di impresa più diffuso. Un dato positivo però c’è: il numero degli incubatori italiani sta aumentando, circa del 7% rispetto al 2022, e questo può voler dire maggiore consapevolezza sul mondo imprenditoriale, maggiori startup, maggiori investimenti e più talenti trattenuti.
Oltre 3mila startup incubate per essere portate sul mercato: il ruolo degli incubatori nell’ecosistema
Che cos’è un incubatore? In Italia ad oggi ce ne sono di fisici 237 che incubano in totale 3mila startup, senza contare quelli online, generando oltre 1700 posti di lavoro e un fatturato di oltre 550milioni di euro. Il ruolo dell’incubatore è quello di accompagnare gli imprenditori e le imprenditrici nello sviluppo dei loro progetti e nella messa sul mercato dei loro prodotti e servizi.
Ogni incubatore ha un suo percorso di formazione e accompagnamento e lancia delle iniziative anche straordinarie a supporto delle startup incubate come la call StartappiAmo di Grownnectia, che guiderà investimenti fino a 20 milioni di euro in nuove startup digitali nei prossimi cinque anni. Proprio questa darà assistenza alle startup per l’ottenimento dei bandi pubblici che spesso gli aspiranti imprenditori non conoscono oppure non sanno come accedervi, aggiungendo poi un investimento pari al 20% dei soldi pubblici ottenuti oltre al percorso di incubazione dell’azienda.
Queste e altre iniziative possono fare la differenza per tutte le nuove generazioni di imprenditori che vedono i paesi esteri come la chiave per realizzare il loro sogno imprenditoriale quando di risorse, programmi e agevolazioni per fondare la propria startup e lanciarla sul mercato, l’offerta dell’ecosistema di player sul suolo italiano sia in forma fisica che digitale sulla formazione in ambito startup è sempre più florido.