Musk si schiera con Trump, il monito Onu sui diritti non basta a frenarlo
Il nuovo padrone di Twitter ha invitato gli elettori americani a votare per i repubblicani nelle elezioni di midterm, rompendo una regola fino ad ora sempre rispettata: la neutralità delle grandi piattaforme social

Personaggi come Elon Musk non sono un bene per l’Occidente e il capitalismo per un semplice motivo: i benefici derivanti dalle sue innegabili capacità innovative sono nettamente inferiori ai danni che potrebbe provocare una personalità che ha difficoltà a rispettare il senso del limite, ovvero uno dei pilastri su cui si fonda la convivenza sociale e dunque la civiltà.
La potenziale “pericolosità” di Musk si sta avvertendo in tutta la sua drammaticità negli ultimi giorni. Le clamorose decisioni annunciate dal nuovo padrone di Twitter hanno addirittura spinto l’Onu ad intervenire affinché “siano rispettati i diritti umani”.
"Come tutte le aziende, Twitter deve comprendere i danni associati alla sua piattaforma e adottare misure per affrontarli" ha ammonito l’Alto commissario delle Nazioni Unite, Volker Turk, che in una lettera aperta ha esortato il fondatore di Tesla "a garantire che il rispetto dei diritti umani sia centrale sul social network".
La preoccupazione dell’Onu (ma anche della Casa Bianca) è che sotto la guida di Musk su Twitter possano esplodere disinformazione e fake news che alimentano istigazione all'odio, razzismo e antisemitismo.
A far crescere il timore è la nota avversione dell’imprenditore di origine sudafricana contro le attuali modalità di moderazione dei contenuti che a suo avviso “limiterebbero la libertà di parola”.
E le prime decisioni manageriali prese da Musk confermano che la piattaforma sta entrando in una nuova fase. Il licenziamento del 50% dei dipendenti della società rende difficile (se non impossibile) il controllo e la verifica di account e post.
In un clima già rovente l’uomo più ricco del mondo (a conferma della sua difficoltà a rispettare il senso del limite) ha assunto una nuova decisione che definire clamorosa è poco: Musk ha fatto irruzione nelle elezioni Usa di midterm sollecitando gli americani a votare repubblicano.
Per la prima volta nella storia è stata violata la regola della neutralità politica sempre rispettata dai fondatori o proprietari delle grandi piattaforme di social network.
Una “discesa in campo” a favore di Trump che getta ulteriore benzina sul fuoco in vista delle elezioni presidenziali del 2024 e che mette addirittura in dubbio la regolarità del voto, visto il grande peso esercitato dagli algoritmi dei social network nell’indirizzare il consenso.
Non bisogna dimenticare che l’assalto al Congresso degli Stati Uniti da parte dei sostenitori più radicali di Trump è avvenuto a gennaio del 2021, ovvero meno di 2 anni fa. Il fatto è stato minimizzato dai grandi media ma non c’è alcun dubbio che si sia trattato a tutti gli effetti di un episodio di guerra civile.

La gravità del momento è stata ricordata da Joe Biden nel suo ultimo comizio elettorale. "Ora è arrivato per voi il momento di difendere la democrazia" ha affermato il presidente americano democratico. Parole che oggi a qualcuno potrebbero anche apparire normali ma che non lo sono affatto.
Un personaggio pubblico come Elon Musk, ora proprietario di quella che è probabilmente la piattaforma sociale più rilevante in ambito politico, dovrebbe capire che è suo dovere civico garantire la tenuta della società americana da cui dipende quella di tutto l’Occidente.
I grandi uomini si riconoscono nel momento in cui pongono l’interesse della collettività al di sopra del proprio ego. Questa (e non l’invio dell’uomo su Marte) è la vera sfida che l’imprenditore più ricco del mondo dovrebbe vincere.