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Con la rete non si scherza: cosa rischiano i giovani che usano in modo scorretto i social

Scuole di Seattle fanno causa alle grandi piattaforme: danni ai ragazzi

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Con la rete non si scherza: cosa rischiano i giovani che usano in modo scorretto i social

I giovani sono sempre più connessi alla rete e questo utilizzo può portare a conseguenze psicologiche, manifestazioni psichiatriche e vere e proprie patologie. A rivelarlo, la ricerca di Corecom Lombardia "I giovani e l'utilizzo delle tecnologie".

Dal 2021, infatti, c'è stato un incremento del 4% dell'utilizzo di Internet in Italia. Ad aumentare anche le interazioni sui social che hanno superato l'80% durante il periodo pandemico. "I più colpiti sono gli adolescenti e i giovani adulti", spiegano. Nella fascia d'età universitaria, compresa tra i 19 e i 26 anni, l'uso problematico di internet è del 68% e il rischio di dipendenza è "del 9% contro lo 0,7% nella fascia 14 - 21".

Scuole Seattle fanno causa a social media, danni a ragazzi

Nel frattempo le scuole pubbliche di Seattle hanno intentato una mega causa contro i giganti della tecnologia proprietari di TikTok, Instagram, Facebook, YouTube e Snapchat, accusandoli di essere responsabili dei danni alla salute mentale di milioni di ragazzi.

Nel documento di 91 pagine presentato in tribunale, riporta Abc news, si sottolinea che dal 2009 al 2019 c'è stato un aumento del 30% degli studenti delle scuole pubbliche della città che hanno rivelato di sentirsi "tristissimi o senza speranza quasi ogni giorno per due settimane o oltre di seguito".

In particolare, le scuole accusano i social media di essere responsabili della maggiore diffusione di una serie di patologie tra le quali ansia, depressione, problemi alimentari e cyberbullismo. Non solo: secondo la denuncia tutto questo rende più difficile per le scuole svolgere il loro lavoro di istruire gli studenti costringendole a chiedere il supporto di professionisti della salute mentale, sviluppare piani didattici alternativi e paralleli sugli effetti dei social media, nonché a formare gli insegnanti sul tema. In sostanza nella causa si chiede a tribunale di ordinare alle aziende big tech di risarcire i danni e di pagare per la prevenzione e le cure per l'uso eccessivo e problematico dei social media.

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