Wikipedia tradisce se stessa: la metamorfosi del progetto che pone fine al sogno
Wikimedia Foundation, l’organizzazione non profit che da 20 anni gestisce la piattaforma, ha creato una società di capitali che farà profitti vendendo dati e informazioni alle grandi aziende tecnologiche americane

Quali sono i progetti di internet più belli di sempre? Poche persone escluderebbero dalla lista dei candidati Wikipedia, il più importante sito di conoscenza del mondo che ha appena compiuto 22 anni di vita. Per il prestigioso giornale britannico l’Economist, l’enciclopedia online “è il sogno che si è realizzato”, la “grande eccezione” che nel tempo è riuscita a rimanere indifferente al fascino del denaro e del profitto. Un’inchiesta di Report andata in onda il 16 gennaio ha però portato alla luce alcuni fatti che gettano qualche ombra sul progetto.
LA NASCITA DELL’ENCICLOPEDIA E DI WIKIMEDIA FOUNDATION
La nascita Di Wikipedia si deve, nel 2001, al genio degli americani Jimmy Wales e Larry Sanger. Per favorire la crescita del progetto due anni dopo Wales ha fondato la Wikimedia Foundation, organizzazione non profit con sede a San Francisco, che ha preso in carico la gestione del sito web e dei progetti ad esso collegati.
Nel corso degli anni il successo dell’enciclopedia è stato travolgente diventando uno strumento di conoscenza indispensabile per milioni di persone. I dati confermano la sua rilevanza. Con 260 miliardi di pagine visitate all’anno è il più importante sito di informazione del mondo e uno dei più rilevanti in assoluto.
E tutto questo grazie al lavoro gratuito dei volontari. Centinaia di migliaia sparsi in tutti i continenti del pianeta. Gli unici che percepiscono una retribuzione sono i componenti dello staff della Wikimedia Foundation (circa 700 persone).
Il FINANZIAMENTO ATTRAVERSO LE DONAZIONI
Per finanziare i costi di gestione (nel 2013 stimati in circa 10 milioni di dollari all’anno) Jimmy Wales ha puntato sulle micro donazioni promosse attraverso apposite campagne promozionali sulle pagine online dell’enciclopedia.
Dall’analisi dei bilanci condotta da Report è emerso che la fondazione ha a disposizione fondi per oltre 350 milioni di dollari, sufficienti a sostenere le spese operative di Wikipedia per almeno 20 anni.
Somme che rappresentano una vera e propria sorpresa per milioni di donatori, visto il tono allarmistico, utilizzato nelle campagne promozionali, sullo stato di salute finanziario della piattaforma e sulla necessità di raccogliere fondi per garantirne la sopravvivenza.
L’ABBANDONO DELLO SPIRITO NON PROFIT
Ma il fatto più importante messo in luce da Report è un altro e riguarda la metamorfosi del progetto che ha voltato le spalle allo spirito non profit che lo ha sempre caratterizzato per abbracciare la logica del profitto.
Nell’ottobre del 2021 Wikimedia Foundation ha lanciato il suo primo servizio commerciale chiamato Wikimedia Enterprise erogato da Wikipedia LLC, una società di capitali avente sede nello Stato americano del Delaware (noto paradiso fiscale).
L’obiettivo è quello di vendere dati e informazioni della piattaforma alle grandi aziende tecnologiche americane. Il 21 giugno dello scorso anno è stato annunciato il primo cliente: Google.
La notizia ha fatto storcere il naso alla community di Wikipedia perché ad essere monetizzati sono proprio i loro contenuti prodotti gratuitamente. E ad essere perplessi sono probabilmente tutti gli ammiratori del progetto perché anche questa eccezione del web alla fine ha ceduto alla tentazione del denaro. Il sogno è probabilmente finito.
L’ENCICLOPEDIA COME STRUMENTO DI PROPAGANDA
Il “matrimonio” tra Wikipedia e le grandi aziende tecnologiche americane non è in realtà una notizia recente. Già da tempo i vari assistenti vocali lanciati dai big tech americani (Alexa, Siri, Google Assistant) attingono alle informazioni contenute nell’enciclopedia online per fornire risposte ai loro utenti.
Questo meccanismo ha ulteriormente amplificato il potere informativo di Wikipedia e i pericoli che inevitabilmente derivano dalla natura del progetto: essere aperto al contributo di tutti.
Chiunque può creare o modificare pagine dell’enciclopedia e questo può essere fatto anche in modo anonimo attraverso l’utilizzo di un nickname. L’unico limite posto dagli amministratori di Wikipedia è il conflitto di interesse ovvero nessuno può scrivere contenuti che parlano di se stessi o della propria organizzazione.
Per aggirare il vincolo è però nato un florido business internazionale portato avanti da agenzie ed editor professionisti che per poche centina di dollari possono scrivere su commissione pagine per qualunque tipo di committente.
Per una grande azienda (ma anche per una piccola) è molto semplice dunque fare pubblicità occulta sul principale sito informativo del mondo. Di solito le pagine di Wikipedia sono infatti le prime mostrate dai motori di ricerca quando si cercano informazioni su qualcuno.
Ma la strumentalizzazione dell’enciclopedia può andare ben oltre l’ambito economico e interessare anche quello geo politico. Da alcuni scandali del passato è emerso che le pagine della guerra in Iraq e del carcere di Guantanamo erano state modificate dalla Cia e dall’FBI.
Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina la pagina del Reggimento Azov è stata modificata ben 98 volte in un solo mese. Wikipedia si è dunque trasformata in un campo di battaglia tra la propaganda filorussa e quella filoucraina.
Wikimedia Foundation ha spiegato a Report che il fenomeno riguarda solo una piccola percentuale dei contenuti dell’enciclopedia (ben 23 milioni di voci uniche in più di 300 lingue diverse). Sicuramente è vero ma rimane comunque un dato: la verità assoluta sul web non esiste, neppure su Wikipedia.