TikTok punta i riflettori su Temu e Shein per evitare il divieto d’uso dell’app negli USA. Perché?
In un contesto di crescenti tensioni tra Washington e Pechino, Tik Tok cerca di evitare un possibile divieto d’uso negli USA puntando il dito sulle piattaforme di e-commerce cinesi, Shein e Temu.
Negli ultimi anni, TikTok è finita nel mirino del governo statunitense per questioni legate alla sicurezza dei dati. L'app, di proprietà dell'azienda cinese ByteDance, è accusata di raccogliere e conservare una quantità significativa di informazioni personali degli utenti, che potrebbero essere potenzialmente condivise con il governo cinese. Queste preoccupazioni hanno spinto il Congresso a varare, nell'aprile 2023, il Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act (PAFACA), una legge che richiede a TikTok di vendere le sue operazioni negli Stati Uniti a un'azienda americana, o di affrontare un possibile divieto di utilizzo sul territorio statunitense.
Il timore è che la piattaforma possa essere usata come strumento di spionaggio o di influenza politica da parte della Cina, anche se non ci sono prove concrete che questo stia effettivamente avvenendo. Il clima di sfiducia nei confronti delle aziende cinesi è alimentato dalle tensioni geopolitiche tra Washington e Pechino, e la gestione dei dati personali è diventata uno dei principali punti di scontro.
La strategia di difesa di TikTok: "Non siamo gli unici a raccogliere dati"
In risposta alla minaccia di un divieto, TikTok ha deciso di adottare una strategia di difesa piuttosto insolita: invece di limitarsi a contestare le accuse, ha puntato il dito contro altre aziende cinesi, come le piattaforme di e-commerce Shein e Temu, sostenendo che anche loro raccolgono dati in maniera simile, se non addirittura più estensiva.
Durante un'udienza in tribunale a Washington il 16 settembre, l'avvocato di TikTok, Andrew Pincus, ha sottolineato che la legge PAFACA esclude in modo specifico le aziende che offrono servizi di recensioni di prodotti, viaggi e attività commerciali, come Shein e Temu, nonostante anche queste ultime raccolgano una grande quantità di dati sensibili sugli utenti. Secondo TikTok, questa eccezione nella legge dimostrerebbe un pregiudizio del Congresso nei confronti della piattaforma social, favorendo settori meno controversi come l'e-commerce.
Perché TikTok adotta questa strategia?
TikTok sta cercando di dimostrare che il PAFACA è discriminatorio e non applicato in modo uniforme, violando così il Primo Emendamento della Costituzione americana che protegge la libertà di espressione. L'app vuole far emergere che non è la sola piattaforma cinese a raccogliere dati, suggerendo che le preoccupazioni per la sicurezza dovrebbero riguardare anche altre aziende.
Tuttavia, questa strategia potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio. Da un lato, potrebbe spingere i legislatori a guardare con maggiore attenzione anche ad altre aziende cinesi, come Shein e Temu, che finora hanno ricevuto meno attenzione sul fronte della sicurezza dei dati. Dall'altro, potrebbe rafforzare la percezione negativa di TikTok come una minaccia alla sicurezza nazionale, senza risolvere il problema di fondo.
Oltre TikTok: Il Futuro della Privacy e del Controllo dei Dati
Il caso TikTok rappresenta solo la punta dell’iceberg in un dibattito più ampio che riguarda la sicurezza dei dati, la trasparenza e il ruolo delle aziende cinesi nel mercato globale. La controversia mette in luce la necessità di una regolamentazione più coerente e globale che garantisca la protezione dei dati personali senza sfociare in misure protezionistiche che penalizzino in modo selettivo alcune aziende.
In Europa, ad esempio, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) ha stabilito standard rigorosi per tutte le aziende, indipendentemente dalla loro nazionalità, offrendo un modello che cerca di tutelare i diritti degli utenti senza discriminare tra aziende locali o straniere. Questo approccio potrebbe rappresentare una strada da seguire anche per gli Stati Uniti, evitando che la protezione dei dati diventi una mera questione di carattere geopolitico.
Tra le responsabilità delle Big Tech: la salvaguardia della democrazia?
I social media come TikTok hanno il potere di influenzare profondamente i processi democratici, grazie alla loro capacità di raggiungere milioni di persone in tempo reale. La raccolta dei dati personali e l’uso di algoritmi sofisticati consentono di modellare i contenuti in base agli interessi degli utenti, aumentando il rischio di disinformazione e manipolazione dell’opinione pubblica.
Le big tech, siano esse americane o cinesi, detengono un potere straordinario, capace di influenzare non solo i mercati ma anche i processi democratici. In questo contesto, gli utenti sono spesso i primi ad essere sacrificati e a sacrificarsi, trasformandosi in fonti di dati prive di controllo sul loro utilizzo.
Il caso TikTok ci mostra che la protezione dei dati personali è diventata una delle questioni più delicate e complesse dell'era digitale. La sfida non riguarda solo le aziende tecnologiche, ma anche i governi e gli utenti stessi. Mentre ci avviciniamo a un periodo elettorale critico per la politica americana, la domanda che emerge è chiara: riusciremo a trovare un equilibrio tra sicurezza nazionale, diritti digitali e trasparenza, oppure il dibattito sulla protezione dei dati continuerà a essere una questione di potere geopolitico?
L’incertezza sul futuro di TikTok negli Stati Uniti non riguarda solo il destino di un’app, ma il modo in cui definiremo le regole del gioco per tutte le piattaforme digitali. Quali misure devono essere adottate per garantire che la tecnologia sia al servizio delle persone e non un pericolo per la democrazia?