Zuckerberg impugna la scure: nuovo giro di licenziamenti in Meta. Ecco chi sarà tagliato
Annunciati altri 10 mila licenziamenti. Nel mirino il middle management. Il primo ad essere colpito sarà il settore delle risorse umane

Tempi duri per i lavori di Meta. Dopo l’ondata di licenziamenti annunciata lo scorso novembre (11 mila tagli, circa il 13% della forza lavoro) Mark Zuckerberg ha annunciato ulteriori 10 mila licenziamenti.
La notizia non è però un fulmine a ciel sereno. L'imprenditore aveva accennato a ulteriori tagli già lo scorso gennaio sottolineando la necessità dell'azienda di "migliorare l'efficienza".
Fonti interne alla società hanno spiegato che il ridimensionamento in corso potrebbe protrarsi per mesi e si concentrerà sulla riduzione dei quadri intermedi con l’obiettivo di accelerare il processo decisionale.
Sul tritacarne finirà dunque il middle management. I primi tagli in arrivo colpiranno il settore delle risorse umane e in particolare la divisione assunzioni. Ad aprile sarà la volta dei lavoratori tecnici e infine a maggio toccherà ai dipendenti con ruoli non tecnici.
Indicazioni sul processo in corso in Meta sono state fornite la settimana scorsa anche dal direttore finanziario, Susan Li. “La società – ha spiegato la top manager - sta continuando a valutare come distribuire le risorse, un processo che probabilmente porterà a decisioni difficili per liquidare alcuni progetti e spostare le risorse da alcuni squadre.”. “L’azienda – ha proseguito - sta anche cercando di semplificare i team e i processi interfunzionali, oltre a investire nell'automazione per aumentare l'efficienza”.
Il ridimensionamento di Meta arriva in un momento complicato per l’intero settore tecnologico americano. Secondo i dati raccolti da Layoffs.fyi , un tracker di licenziamenti online per il settore hi-tech, nel corso del 2022 e di questo primo scorcio di 2023, circa 1.532 aziende tecnologiche hanno licenziato 289.613 lavoratori. Oltre a Meta hanno messo mano alle forbici anche altri grandi nomi come Google, Amazon e Twitter.
Tra i grandi nomi della Silicon Valley Meta è però probabilmente quella più in difficoltà perché ancora non è riuscita a trovare una chiara traiettoria di sviluppo futuro. A fine 2021 Zuckerberg aveva annunciato il cambio di nome per indicare che lo sviluppo del Metaverso sarebbe diventato il cuore strategico dell’azienda. Il progetto però non sta andando come previsto.
In scia al grande successo ottenuto da ChatGPT, lo scorso gennaio Zuckerberg ha provato a riposizionarsi annunciando lo sviluppo di nuovi strumenti basati sull’intelligenza artificiale. Al momento però si tratta solo di intenzioni.
La realtà dei fatti è che il core business di Meta (quello dei social network) mostra segni di stanchezza a causa della forte concorrenza (su tutte quella di Tik Tok) e del calo degli investimenti pubblicitari da parte delle aziende innescato dalla crisi economica. Di fronte alla mancanza di idee e a conti economici che non tornano più come nel passato, la soluzione a portata di mano più semplice è sempre la stessa: tagli al personale.