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Nei social americani esplode la narrazione della guerra civile dopo le elezioni. E Trump elogia i generali di Hitler

Negli ultimi anni gli estremisti di destra hanno migliorato la loro capacità di non essere visibili online e il Department of Homeland Security ha ammesso di non essere in grado di valutare adeguatamente quanto sia grave la loro minaccia

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
Nei social americani esplode la narrazione della guerra civile dopo le elezioni: cresce la paura
Militanti dell'estrema destra americana

Le elezioni americane del prossimo 5 novembre stanno creando nervosismo tra i responsabili del DHS (Department of Homeland Security) ovvero il Dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti. Il motivo? Sui social americani è sempre più intensa la narrazione di una guerra civile imminente. Narrazione che pericolosamente mobilita gli individui verso una possibile esplosione di violenza in vista delle elezioni.

"Negli ultimi anni il chiacchiericcio online sulla guerra civile è diventato una risposta impulsiva a qualsiasi evento di cronaca sociopolitica divisiva, dalle azioni penali contro i rivoltosi del Campidoglio e il tentato assassinio di Donald Trump alle controversie sull'applicazione della legge al confine tra Stati Uniti e Messico. E quel chiacchiericcio ha continuato a crescere in vista delle elezioni del 2024" ha spiegato il Il DHS (Department of Homeland Security). 

L'agenzia ha poi avvertito "di non essere in grado di comprendere appieno la portata della minaccia. "Non abbiamo un quadro completo a causa della capacità di alcuni estremisti di eludere le forze dell'ordine utilizzando una crittografia avanzata. E poiché gli estremisti sono diventati più esperti di tecnologia non è possibile sapere se se stanno unendo le forze" ha spiegato. 

"Abbiamo visto persone spostarsi dalle piattaforme tradizionali verso piattaforme che offrono più anonimato, meno moderazione e meno segnalazioni alle forze dell'ordine" ha affermato Katherine Keneally, direttrice statunitense di analisi e prevenzione delle minacce presso l'Institute for Strategic Dialogue. "È una lacuna nell'intelligence delle forze dell'ordine, è una lacuna per l'intero settore. Non vediamo tutto ciò che vedevamo una volta".

Un quadro inquietante perché come noto il movimento paramilitare americano è una forza organizzata e addestrata, come emerso drammaticamente il 6 gennaio del 2021 con l’assalto al Campidoglio. Cosa potrebbe accadere in caso di una seconda contestazione dell’esito elettorale da parte di Donald Trump? La narrazione sempre più intensa online sulla guerra civile sempre potrebbe portare a nuove violenze senza precedenti nella storia americana.

Il fatto che il DHS (Department of Homeland Security) abbia avvertito di non essere in grado di comprendere appieno la portata della minaccia non può lasciare tranquilli, perché è evidente che una crisi della democrazia americana avrebbe conseguenze nefaste in tutto l’Occidente.

Non aiutano di certo a rasserenare il clima le ultime polemiche scoppiate su Donald Trump. Il candidato repubblicano avrebbe elogiato i generali di Hitler per la loro lealtà al dittatore tedesco durante la Seconda guerra mondiale.

A rivelarlo ai media è stato il generale dei Marine in pensione John Kelly, che è stato capo dello staff della Casa Bianca di Trump dal 2017 al 2019. Secondo Kelly l'ex presidente “è di estrema destra e rientra certamente nella definizione di fascista”. Parole al miele per i movimenti paramilitari che probabilmente sognano di scatenare una guerra civile per mettere fine alla democrazia americana.

Ha colto la palla al balzo Kamala Harris che in un comizio elettorale in Pennsylvania ha usato parole molto dure contro il rivale. "Sono convinta che Trump sia un fascista" ha affermato la candidata democratica. "Non difenderà la Costituzione - ha proseguito - ma la ucciderà. E' pronto a stilare una lista dei suoi nemici per vendicarsi. Attaccherà i suoi oppositori pacifici o i giornalisti. Ha detto di essere pronto ad usare l'esercito contro il nemico interno".

Dichiarazioni terribili quelle della vicepresidente in carica che rendono bene l'idea del clima politico che si respira in questo momento oltreoceano. Mai come oggi la democrazia americana è apparsa fragile e anche lo scoppio di una guerra civile non è più solo uno scenario di fantapolitica

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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