Allarme cybersicurezza per i minori: 7 su 10 sono a rischio. Quello che dovrebbero fare gli adulti
Ben il il 58% dei genitori ha ammesso di non aiutare i propri figli a riconoscere le truffe
Sette minori su dieci in Europa, il 72% di quelli tra gli 11 e i 15 anni, è a rischio hacker per troppa fiducia nelle proprie competenze informatiche. Lo svela l'ultima ricerca di Kaspersky, azienda internazionale di cybersecurity.
L'analisi, "Troppo sicuri e troppo esposti: i bambini sono sicuri online?", eseguita su più di 6 mila minori in otto paesi europei, più di 1.000 in Italia, ha chiesto agli intervistati quali fossero le loro conoscenze in materia di sicurezza online, se sapessero cosa fosse un tentativo di phishing, quante informazioni condividessero online e a chi si affidassero per identificare potenziali minacce.
Il 72% non è in grado di identificare uno o più tentativi di phishing e non sa distinguere un'email fasulla da una legittima. I dati, elaborati da Censuswide, indicano che circa 2 bambini su 5 (39%) pensano di essere correttamente informati sulla sicurezza online anche se sono stati vittime di phishing, ossia i tentavi di truffa via email o chat.
LA MANCANZA DI AIUTO DA PARTE DEI GENITORI
Inoltre, gli esponenti della cosiddetta Gen Z, i nati tra il 1997 e il 2012, non ricevono dagli adulti l'aiuto necessario per fronteggiare le minacce digitali: il 58% ha infatti ammesso di non aiutare i propri figli, o giovani in generale, a riconoscere le truffe.
"Le generazioni più anziane, che sono spesso viste come più suscettibili alle frodi online, non sono in grado di insegnare alle generazioni più giovani come i pericoli del mondo reale sembrano svolgersi altrettanto online.. Forse perché in effetti alcuni (28%) sanno poco di sicurezza online e digitale. Il know-how tecnologico dei giovani, unito alla consapevolezza dei pericoli del mondo reale delle generazioni più anziane potrebbe creare la perfetta combinazione di sicurezza" spiegano i ricercatori.
LA RIVELAZIONE DI INFORMAZIONI PERSONALI
Nonostante molti under 18 si ritengano quasi esperti, la ricerca di Kaspersky rivela che oltre la metà (55% ) ammette ancora di inserire informazioni personali, come il proprio nome e la data di nascita sui social media.
Il 54% ha dichiarato che sarebbe anche disposto a rivelare il nome del proprio animale domestico (spesso usato come password) e del programma televisivo preferito in domande online.
"Questa ingenuità si scontra con il loro presunto livello di conoscenza informatica: giochi e quiz online sono spesso utilizzati dai criminali come strumenti per raccogliere quante più informazioni possibili sugli utenti" ha affermato David Emm, Principal Security Researcher Global Research and Analysis Team di Kaspersky.