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Ecco la truffa del falso Spid: chi sono le prime vittime e come funziona

Il meccanismo messo in piedi dai criminali informatici si basa sul furto dei documenti di identità delle vittime e sulla possibilità di creare più Spid con fornitori diversi. In questo modo si crea un clone dell’identità digitale che può essere utilizzato per sottrarre denaro

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Ecco la truffa del falso Spid: chi sono le prime vittime e come funziona

La fantasia dei criminali informatici non ha limiti. L’ultima “invenzione” è quella del falso Spid che ha già mietuto le prime vittime. Come noto lo Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale) è un sistema di autenticazione che permette ai cittadini italiani di accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione e di enti privati con un'unica identità digitale. La truffa ideata dagli hacker sfrutta una falla del meccanismo prevista dalla stessa legge: la possibilità di attivare più SPID con diversi provider, utilizzando gli stessi dati personali, ma associandoli a numeri di telefono e indirizzi e-mail differenti. L’obiettivo dei truffatori è duplicare l’identità digitale della vittima per accedere a dati sensibili e sottrarre denaro.

La truffa alla dipendente pubblica romana

Il primo caso noto di questa truffa ha riguardato una dipendente pubblica di Roma, che ha iniziato a sospettare qualcosa dopo non aver ricevuto l'accredito della tredicesima. Dopo alcune verifiche, ha scoperto che le sue coordinate bancarie erano state modificate sul portale NoiPa e che il denaro era stato trasferito su un conto aperto presso una banca Bbva a Milano, utilizzando una falsa identità digitale. Secondo la ricostruzione, gli hacker servendosi di documenti di identità rubati, erano riusciti a creare due SPID e una Carta nazionale dei servizi, ottenendo così accesso ai dati sensibili della vittima, come buste paga e CUD. Successivamente hanno modificato le informazioni bancarie per incassare il denaro.

Il raggiro del pensionato lombardo

Il secondo caso ha coinvolto invece un pensionato lombardo che ha fornito i documenti personali per una pratica di amministratore di sostegno presso il Tribunale. Poco dopo, un funzionario di banca lo ha avvisato che qualcuno aveva cercato di aprire un conto a suo nome usando le foto dei suoi documenti. L’uomo ha quindi denunciato il furto d’identità ai carabinieri. Successivamente controllando il suo conto online, si è accorto che la pensione non era stata accreditata. Accedendo al portale MyInps, ha scoperto che il numero di telefono, l’e-mail e l’Iban erano stati modificati, indirizzando i soldi verso il conto aperto fraudolentemente.

Le misure difensive da seguire per evitare la truffa 

Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale dei Consumatori, questa frode è in forte aumento, con segnalazioni quotidiane ai loro sportelli. Per aiutare i cittadini a difendersi, l’Unc ha creato una guida con alcuni consigli utili. Due le misure preventive più rilevanti da adottare. La prima è l’attivazione degli allert bancari per ricevere notifiche sui movimenti del conto. La seconda precauzione è evitare di inviare i propri documenti di identità tramite email o chat. In caso di necessità è consigliabile utilizzare solo i canali ufficiali della controparte che richiede i documenti. C’è infine una terza misura difensiva che sarebbe opportuno adottare: verificare con l'Agenzia per l’Italia Digitale (AgiD) quanti e quali SPID risultano attivi a proprio nome. Per maggiori informazioni è possibile contattare l'Agid al numero di telefono 06852641. 

 

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