[Intervista] "L'odontoiatria volta pagina, il futuro sarà sempre più digitale"
Il settore è uno dei più colpiti dalla crisi ma anche uno dei meno digitalizzati. Tiscali ha intervistato Michele Rossini, cofondatore della società di consulenza specializzata Dentista21 per comprendere le ragioni del gap tecnologico in ambito dentistico.
![[Intervista] 'L'odontoiatria volta pagina, il futuro sarà sempre più digitale'](/export/sites/innovazione/.galleries/22/Dentista-001.jpg_997313609.jpg)
Con oltre 60mila professionisti suddivisi su tutto il territorio italiano, il -50% di accessi negli studi e un nuovo calo di fatturato che si somma al -26% già registrato nel 2020, il settore odontoiatrico si riconferma come uno dei più colpiti dalla pandemia e dalle sue conseguenze.
È questo il bilancio negativo emerso dai dati dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI), a cui si aggiunge un ulteriore fattore di criticità: secondo l’Albo degli odontoiatri, infatti, emerge come il 43% degli iscritti abbia più di 60 anni.
Tra una crisi economica generalizzata ed età media tra le più alte in Europa, a pesare è anche la scarsa propensione a integrare novità tecnologiche nei processi gestionali.
La sola digitalizzazione, inoltre, rischia spesso di non essere sufficiente.
Secondo una ricerca effettuata dall’importante società di consulenza McKinsey, il tasso di fallimento dei progetti digitali nelle organizzazioni raggiunge addirittura il 70%.
La tecnologia è nulla senza la mentalità digitale.
È questa l’opinione di Michele Rossini e Paolo Torregrossa, ideatori e fondatori della società di consulenza specializzata nella digitalizzazione degli studi odontoiatrici Dentista21.
Docente del Master di 2° livello in Odontoiatria Digitale presso l’Università di Brescia e socio fondatore della società scientifica S.I.P.R.O., Rossini spiega a Tiscali che “la crisi del settore è indiscutibile, così come le criticità future.
Ciò non toglie che la forte reticenza da parte di molti professionisti nel digitalizzare i processi gestionali abbia notevolmente peggiorato la situazione e le prospettive.
Per sfruttare al meglio tutte le potenzialità della tecnologia occorre innanzitutto sviluppare un mindset differente.
Investire in tecnologia e rivedere i processi in quest’ottica, infatti, è una condizione necessaria ma non sufficiente per compiere una vera trasformazione digitale.
Affinché questa possa realizzarsi in modo efficace, è necessario adottare un modo di lavorare nuovo e orientato verso un pieno impiego dei vantaggi del digitale.
Senza un mindset adeguato, l’intero processo rischia quindi di rivelarsi inutile”.
Attraverso una partnership con la multinazionale fiorentina Giunti Psychometrics, che fornisce un test chiamato M4DAQ, gli esperti del progetto Dentista21 spiegano a dentisti e studi odontoiatrici cos’è una mentalità digital oriented, che caratteristiche ha e come svilupparla.
“La missione che ci ha spinti a creare Dentista21 – prosegue Rossini - è quella di supportare il talento delle persone all’interno degli studi odontoiatrici affinché possano garantire a sempre più pazienti maggiore salute e sicurezza, migliorando la qualità della vita delle persone in studio.
Ciò avviene anche attraverso un sistema integrato di consulenza e formazione; soltanto dalla conoscenza approfondita delle proprie risorse e dall’analisi dei propri bisogni e obiettivi, può derivare una scelta consapevole e utile per il nostro lavoro.
Imparare a gestire lo studio, le persone e l’evoluzione degli strumenti tecnologici sono aspetti che rivestono un’importanza primaria, soprattutto in questo periodo complesso anche sotto il profilo economico.
Le tre chiavi di volta che secondo la nostra esperienza possono fare la differenza sono rivedere i processi in ottica digital, lavorare sulla mentalità e scegliere la giusta tecnologica per i processi e i dipendenti o collaboratori che si hanno.
Il digitale negli studi odontoiatrici, infatti, deve intervenire in una componente fondamentale: quella dell’efficienza.
L’obiettivo di chi lavora negli studi, ed è ciò che promuoviamo con la nostra realtà, è puntare all’ottimizzazione dei sistemi gestionali”.
Il protocollo messo a punto dagli esperti prevede l’analisi di più livelli, indispensabili per sviluppare una mentalità digitale in ambito odontoiatrico.
“Il primo livello, detto formale, è quello in cui si cerca di capire se la tecnologia che ci occorre esiste ed è disponibile, così come nel secondo livello (detto tecnologico) capiamo se possiamo permetterci di investire in essa.
Oggi questi due livelli sono facilmente superati dal fatto che disponiamo di un enorme quantità di tecnologia, disponibile per chiunque voglia investire in questo settore.
Quando la tecnologia è disponibile e arriva negli studi, ci troviamo nel terzo livello della digitalizzazione, detto effettivo, spesso quello più complesso e meno conosciuto.
Si tratta del livello sociale e strategico, dove non solo è necessaria la capacità di utilizzare la tecnologia ma è fondamentale comprendere l’impatto che il suo impiego avrà sui nostri studi, sulle persone che vi lavorano e sulla popolazione dei pazienti.
Solo attraverso la comprensione di come questo nuovo modo di interagire, comunicare e lavorare influisce sul nostro modo di pensare e di prendere decisioni, potremo trarre beneficio dall’investimento della digitalizzazione a medio/lungo termine”, conclude Michele Rossini.
