Digitale e psicoterapia: com'è cambiato il loro rapporto nell'ultimo anno

Unobravo invita a spogliarsi dei pregiudizi nei confronti della psicoterapia: intervista a Danila De Stefano

Ufficio Stampa UnoBravo
Ufficio Stampa UnoBravo

La salute mentale è diventata un trend topic da ormai molto tempo: con lo scoppiare della pandemia, chiedere aiuto non è diventata solo un’opzione ma una vera urgenza. Ne è una dimostrazione l’inserimento di nuovi termini nel nostro vocabolario che hanno raccontato non solo un’epoca storica ma anche un segnale che le alcune cose necessitavano di un cambiamento radicale.

Si è parlato infatti di “quiet quitting” e “great resignation” in relazione al fatto che i dipendenti delle aziende non fossero più intenzionati a barattare la loro salute mentale alla carriera. E gli esempi su quanto la salute mentale sia diventata centrale nel dibattito pubblico sono ancora molti.

A dimostrazione di questo, tra le startup italiane che hanno deciso di sdoganare i falsi miti relativi alla psicologia, emerge UnoBravo, la startup fondata da Danila Di Stefano la cui piattaforma permette di usufruire di servizi di psicoterapia online. Tiscali Innovazione ha intervistato la fondatrice per capire cosa è cambiato nell’ultimo anno e quali passi in avanti sono stati fatti per avvicinare le persone al mondo della psicologia grazie al digitale.

Dallo scoppio della pandemia il 60% degli psicologi ha visto incrementato il proprio lavoro e l’85% ha implementato le sedute online per continuare a seguire i propri pazienti secondo il Cnr in un report del Gennaio 2022. Ora la pandemia non è più la minaccia che era in quel periodo ma cosa è cambiato in quest’ultimo anno nella richiesta di aiuto psicologico sulla piattaforma Unobravo?

Sebbene la psicologia online esista da decenni, soprattutto negli Stati Uniti, fino all’avvento dell’emergenza pandemica erano davvero pochi in Italia i terapeuti che incontravano i pazienti in modalità digitale, oltre che in studio. Oggi, invece, svolgere sedute di terapia psicologica attraverso lo schermo è diventato parte della  “nuova normalità”, sia per i professionisti che per gli utenti. Ne è sicuramente un esempio il caso di successo di Unobravo. 

Da una recente indagine che abbiamo condotto col supporto di YouGov è emerso che ben il 59% di coloro che sono attualmente in terapia ha effettuato almeno alcune sedute online. Un  numero molto alto, soprattutto se confrontato con il passato, quando coloro che avevano esplorato la modalità online erano solo il 16%. In generale, dallo studio si evince una grande apertura delle persone verso la modalità digitale. Inoltre, il 32% degli intervistati si è detto soddisfatto della terapia online e ritiene che sia equivalente o persino migliore, in termini di qualità ed efficacia, dei percorsi tradizionali, in presenza. 

Offrire le sedute online è oggi pratica sempre più comune tra i professionisti della salute mentale. Scegliere questo tipo di setting non rappresenta più una scelta dettata dalla necessità o da circostanze particolari. I vantaggi dello svolgere percorsi di sostegno psicologico da remoto sono innumerevoli. L’online offre maggiore flessibilità e accessibilità, tanto ai pazienti che ai terapeuti. Inoltre, tra i professionisti c’è ora più consapevolezza di poter offrire percorsi di qualità: le sedute online sono realmente efficaci ed è comprovato che la presenza dello schermo non costituisca un impedimento alla creazione dell’alleanza terapeutica.

I nostri utenti si approcciano all’online con naturalezza e fiducia, potendo contare anche sulla continua formazione ad hoc che Unobravo offre ai propri terapeuti.

Quali sono le problematiche che più comunemente spingono le persone a rivolgersi a voi? 

Sono sempre di più le persone che scelgono di intraprendere un percorso di terapia, non solo per superare momenti difficili, ma anche per conoscersi meglio e migliorare la qualità della propria vita. 

Le ragioni che spingono le persone a chiedere il supporto di Unobravo sono tra le più disparate. 

Nel 2022, oltre il 67% delle quasi 300.000 persone che si sono rivolte a noi desiderava sviluppare maggiore autostima, elaborare nuove prospettive e chiavi di lettura, così come acquisire più consapevolezza, fiducia e sicurezza. 

Invece, quasi 2 italiani su 3 si sono affidati a Unobravo per affrontare problemi legati all'ansia o allo stress, disagi molto diffusi e che, persino l'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce come il male del XXI secolo.

Anche le difficoltà relazionali sono un problema molto comune e figurano sul podio delle principali ragioni per cui gli italiani cercano un supporto psicologico. Secondo i dati che abbiamo raccolto, il 54% lamenta di non sentirsi sereno riguardo la propria vita affettiva e di non riuscire a vivere al meglio le relazioni con partner, figli, familiari o amici. 

Inoltre, non dobbiamo dimenticare l'impatto della pandemia e dei lockdown, che hanno amplificato disagi preesistenti e ne hanno generati di nuovi. Le esperienze degli ultimi anni hanno segnato ciascuno di noi nel profondo, è, quindi, del tutto normale e fisiologico nutrire ancora ansie, timori o preoccupazioni, anche ora che l’emergenza pandemica è finita. Indipendentemente dalla ragione per cui si sente il bisogno di confrontarsi con un professionista, un percorso di terapia può solo essere benefico e aiutarci a raggiungere un maggior benessere mentale, fisico ed emotivo. 

Maggio è il mese della salute mentale e avete messo in campo diverse iniziative per dare consapevolezza e fare informazione su questo tema. Quali sono i blocchi che ancora permangono nella mente di chi guarda con sospetto la psicoterapia?

Maggio è tradizionalmente il mese delle mamme e delle rose, ma anche dei diritti: del diritto al lavoro, alla libertà di stampa, all’espressione della propria sessualità. Non tutti, però, sanno che maggio è anche il mese della consapevolezza sulla salute mentale. 

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un forte progresso del dibattito pubblico sul tema. Nonostante i tanti passi avanti fatti finora, lo stigma è ancora molto radicato e ci vorrà del tempo prima che si riesca ad estirparlo del tutto. Per questo, noi di Unobravo non perdiamo mai occasione per creare occasioni di dialogo, promuovere attività di sensibilizzazione e diffondere maggiore consapevolezza sull’importanza del prendersi cura del proprio benessere psicologico.

Dallo scorso anno, abbiamo iniziato a farlo anche con degli eventi, grazie a cui abbiamo potuto raggiungere un pubblico sempre più ampio ed eterogeneo. A maggio 2022 abbiamo lanciato Felicittà - Il festival della salute mentale, mentre ad ottobre, per la Giornata Mondiale della Salute Mentale, abbiamo realizzato la Don’t Escape Room, un cammino esperienziale attraverso cui imparare ad accogliere la propria sfera emotiva. Quest’anno abbiamo, invece, dato vita ad UNDRESSED, un’iniziativa di ampio respiro che non si esaurisce in un giorno ma che, sviluppandosi in più fasi temporali e su diversi canali, accompagna le persone in un vero e proprio percorso durante tutto il mese di maggio. Con la campagna UNDRESSED, vogliamo incoraggiare le persone a spogliarsi dei pregiudizi e “mettersi a nudo”. Infatti, è solo spogliandoci dei preconcetti e dei cliché che possiamo acquisire una maggiore consapevolezza di noi stessi e trovare finalmente il coraggio per “metterci a nudo”, dando voce a pensieri intimi, emozioni e stati d’animo. Il percorso verso un maggiore benessere psicologico inizia da qui, da questa importante presa di coscienza.

Attraverso UNDRESSED, vogliamo renderci parte attiva di una rivoluzione gentile, contribuire a sensibilizzare sempre più persone e dare il nostro apporto alla lotta allo stigma e ai pregiudizi. Questi due fattori costituiscono, infatti, ancora la più grande barriera e la ragione principale per cui alcune persone guardano tutt’oggi con sospetto alla psicoterapia. La ricerca di aiuto psicologico viene spesso erroneamente vista come un segno di debolezza, fallimento personale o qualcosa di cui vergognarsi. Anche le false credenze, in primis quella che la terapia sia riservata solo a coloro che soffrono di gravi disturbi mentali, e la mancanza di consapevolezza riguardo ai benefici del percorso psicologico costituiscono un freno alla diffusione di una cultura del benessere a 360°.

Per superare questi ostacoli, è cruciale promuovere l'educazione, la sensibilizzazione e la diffusione di informazioni accurate e veritiere. Creare spazi di dialogo aperti e inclusivi, condividere esperienze positive e promulgare una cultura del benessere mentale sono passi fondamentali per poter superare le barriere e favorire un accesso più ampio alla psicoterapia.

Il digitale è stata la chiave di volta di Unobravo ma soprattutto di tutte quelle persone che sono riuscite a portare avanti i loro percorsi di psicoterapia o che lo hanno iniziato grazie a questa nuova modalità. Quali sono i pregiudizi su questa forma di fruizione della terapia?

Proprio così! I numerosi lockdown che abbiamo vissuto durante la pandemia hanno fatto da booster e hanno contribuito alla diffusione della terapia online e dei servizi digitali in generale. Tutti, in un modo o nell’altro, siamo stati, infatti, costretti a sperimentare nuove modalità di lavorare, di relazionarci con i nostri familiari e con gli amici, ma, soprattutto, con noi stessi. La pandemia ha fatto sì che un numero sempre crescente di persone sperimentasse le sedute psicologiche e che si iniziasse a guardare alla terapia online in un modo nuovo, con più apertura e meno preconcetti. 

Prima del Covid-19 lo scetticismo verso la terapia online era sicuramente molto forte, questo anche perché in Italia eravamo molto indietro rispetto ad altri Paesi nel processo di digitalizzazione delle prestazioni legate alla salute. 

In principio, Unobravo è stato ideato per offrire un supporto psicologico da remoto in lingua italiana agli expat. Gli italiani all’estero hanno subito recepito molto bene la proposta. Durante la pandemia, il servizio ha preso piede anche nel nostro Paese e anche gli italiani che vivono in Italia hanno iniziato a rivolgersi a Unobravo e a sperimentare, grazie a noi, le sedute online. Col tempo, le persone sono diventate sempre più familiari con questa nuova modalità e i pregiudizi si sono attenuati, per lasciare spazio ad un atteggiamento di crescente fiducia. Con l’online, il rapporto tra psicologo e paziente non è cambiato, si è solamente spostato da un luogo di incontro fisico a uno virtuale. Il percorso terapeutico online è tanto efficace quanto quello tradizionale in presenza e si possono instaurare relazioni paziente-psicologo molto proficue e solide anche attraverso lo schermo.

E per i terapeuti invece? Come hanno accolto questa nuova modalità di lavoro?

Prima dell’emergenza pandemica, erano spesso proprio gli stessi terapeuti ad essere più scettici rispetto a questa nuova modalità di lavoro. Durante i vari lockdown, molti professionisti si sono trovati a sperimentare per la prima volta questa modalità di lavoro - che negli USA funzionava molto bene già da oltre un decennio - e poi sono rimasti attivi nell’effettuare sedute di terapia da remoto.

Gli psicologi e psicoterapeuti che collaborano con noi utilizzano quotidianamente questa nuova modalità e ci confermano spesso i vantaggi di effettuare sedute e terapie da remoto. La flessibilità è sicuramente uno degli aspetti più apprezzati: con l’online, il professionista ha modo di organizzarsi l’agenda in modo autonomo e far conciliare al meglio vita professionale e personale. Potendo lavorare in parte o completamente da casa, il terapeuta ha, inoltre, la possibilità di limitare le spese per l’affitto e il mantenimento di uno studio e di poter, quindi, applicare tariffe più vantaggiose e calmierate, rendendo così la terapia un servizio accessibile ai più. Assolutamente non banale, è anche l’opportunità offerta dall’online di raggiungere più persone, indipendentemente da dove queste si trovino: grazie al digitale i terapeuti possono interfacciarsi ed entrare in relazione con pazienti provenienti da realtà e contesti diversi. Ciò costituisce un’incredibile opportunità di arricchimento non solo professionale, ma anche personale, impensabile fino a qualche anno fa.

Unobravo nel Maggio 2024 dov’è? Quali sono gli obiettivi che state programmando, sia come azienda che come missione aziendale nella lotta contro lo stigma nei confronti della psicoterapia?

Abbiamo progetti molto ambiziosi per i prossimi 12 mesi. Dal 2019, anno di fondazione di Unobravo, abbiamo compiuto passi da gigante. Dall’essere una piccola start-up, nel giro di pochi anni siamo diventati una scale-up con più di 150 dipendenti e, ad oggi, possiamo contare su un team clinico di oltre 3.000 psicologi e psicoterapeuti. 

Da sempre lavoriamo con passione e dedizione per offrire qualità ed eccellenza ai nostri pazienti e poter contribuire sempre di più al superamento dello stigma e alla creazione di un mondo in cui andare dallo psicologo sia considerato normale. A conferma del nostro impegno sociale, ad aprile 2022 siamo diventati Società Benefit, con l’assunzione nell’oggetto sociale di uno specifico impegno al perseguimento di un ampio beneficio comune.

Inoltre, cooperiamo con associazioni, fondazioni ed enti no-profit che condividono con noi gli stessi obiettivi di inclusione sociale e attenzione alle problematiche di salute mentale, come le associazioni contro la violenza di genere, LGBTQIA+ o quelle per l’infanzia e la terza età. 

Oltre a volerci consolidare sempre di più come leader della psicologia online in Italia, per il 2023 ci siamo posti l’obiettivo di diffondere la cultura del benessere anche sul posto di lavoro, entrando nelle aziende. Per questo stiamo potenziando i nostri servizi tailor-made dedicati al B2B. Nei mesi a venire, desideriamo mettere l’esperienza dei nostri terapeuti al servizio di un numero sempre crescente di dipendenti e collaboratori e contribuire, così, alla creazione di ambienti lavorativi più sani, sereni e positivi.

Fondamentale è, infine, l’internazionalizzazione dell’azienda. In Spagna siamo già presenti dall’anno scorso con il servizio Buencoco, ma il nostro obiettivo è quello di espanderci ancora e portare il nostro modello in nuovi mercati europei, trasformando Unobravo in un servizio psicologico multilingue e multiculturale. Ovviamente l’Italia resterà sempre il mercato per noi più importante e siamo più determinati che mai a continuare a crescere anche nel nostro Paese.