L'intelligenza artificiale sta cambiando il mondo e sta facendo diventare ricche molte persone. Non solo imprenditori, manager e professionisti che lavorano nel settore ma anche gli investitori che hanno avuto l’intuizione di puntare su questa tecnologia qualche anno fa.
Il caso più importante e noto è quello di Nvidia, la società leader mondiale nella produzione di chip per l’IA. La società guidata da Jensen Huang negli ultimi anni ha messo a segno un rialzo borsistico stellare: +30% nell’ultimo mese, +200% nell’ultimo anno, +2600% negli ultimi 5 anni. Nel 2019 il titolo valeva poco più di 40 dollari, oggi vale più di 1160 dollari. Chi 5 anni fa ha investito 10 mila dollari sul titolo oggi si ritrova con 260 mila dollari.
Nvidia è la terza azienda al mondo per capitalizzazione di mercato alle spalle di Microsoft ed Apple ma molto probabilmente diventerà la prima nel giro di poco tempo. Puntare sulle sue azioni è il primo modo per sfruttare il boom dell’intelligenza artificiale. Attenzione però perché non è una scelta priva di rischi, proprio perché il titolo è già cresciuto tantissimo e non sono in pochi a pensare possa essere a rischio bolla esattamente come accaduto alla fine del secolo scorso ai titoli della new economy ovvero legati al boom di internet.
Esistono però altre due modalità meno rischiose per puntare sull’intelligenza artificiale. La prima è investire in un fondo di investimento settoriale che investe su più aziende e dunque diversifica il rischio. Si possono scegliere fondi a gestione attiva oppure fondi passivi come gli ETF. Due ETF interessanti sono WisdomTree Artificial Intelligence e Xtrackers Artificial Intelligence & Big Data.
Infine la terza possibilità è la meno rischiosa in assoluto ed è quella di investire sull’indice Nasdaq, ovvero sull’indice dei titoli tecnologici americani, che al suo interno ha Nvidia e tante altre aziende attive nello sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Questi non sono consigli di investimento ma una semplice panoramica sulle modalità esistenti per trarre vantaggio finanziariamente del boom dell’intelligenza artificiale, a patto però di voler correre il rischio di farlo. Rischio che non è mai pari a zero.