Expo 2020, Singapore racconta come la tecnologia può aiutare una città ad essere in armonia con la natura
Se ce lo presentassero come il secondo paese al mondo per densità di popolazione, direbbero il vero. Magari, per non farci sprofondare inutilmente nello sconforto, potrebbero aggiungere che il primo è il Principato di Monaco e che il nostro vanta anche un numero record di milionari rispetto alla popolazione residente. Questione di punti di vista, come sempre, ma Singapore, una città-stato grande poco più di un francobollo incastonata a 150 chilometri a nord dell’Equatore, è abituata ad eccellere in ogni campo.
Una scelta verde
Il padiglione ad Expo 2020 di questo modernissimo paese asiatico racconta come è possibile trasformare limiti solo apparenti dettati dalle scelte di sostenibilità, resilienza e vivibilità urbana in altrettante – e più grandi – opportunità. La costruzione è progettata per minimizzare l’impatto ambientale e ridurre a zero i consumi energetici, grazie ad oltre 500 pannelli solari installati sulla copertura. Anche l’acqua estratta da una falda sottostante viene desalinizzata con un processo di osmosi inversa e consente l’irrigazione del verde e l’alimentazione del sistema di raffrescamento a nebulizzazione.
Verso il modello della City in Nature
Non sono solo chiacchiere. Singapore aspira a diventare una City in Nature sin dai tempi dell’indipendenza, ottenuta nel 1965. Anni lontani, nei quali, in Occidente, i temi ambientali non occupavano ancora i titoli dei giornali. Ma, già da allora, il Primo Ministro Lee Kuan Yew predicava la necessità di abbandonare senza riserve il modello "giungla urbana" per abbracciarne uno alternativo basato sulla ricerca della piena armonia con la natura. Oggi, Singapore è una delle città più verdi del mondo, con più del 50% della sua superficie occupata da parchi e giardini. La cornice è il Singapore Green Plan 2030, per il quale ogni Cittadino è chiamato a co-creare nuove soluzioni per la sostenibilità.Tempo ben speso, quindi, quello della visita al padiglione. Anche per riflettere, a partire dall'indomani, su un’esperienza di successo ormai consolidata, della quale tenere comunque conto per le nostre scelte di oggi.