Le banche svizzere stanno iniziando ad offrire servizi di compravendita di criptovalute ai loro clienti

In Svizzera inizia ad essere possibile acquistare e vendere bitcoin direttamente dal proprio conto corrente bancario

Le banche svizzere stanno iniziando ad offrire servizi di compravendita di criptovalute ai loro clienti

La Svizzera è probabilmente il paese più evoluto al mondo nel settore delle criptovalute. Di certo è quello con le norme legali più adatte a chi vuole operare con questi nuovi asset finanziari. 

Pertanto non è affatto un caso che proprio in Svizzera alcune banche stiano iniziando a stringere accordi con gli exchange di criptovalute per poter offrire ai propri clienti la possibilità di comprare e vendere criptovalute direttamente con il proprio conto corrente bancario. 

Infatti, per chi non lo sapesse, acquistare criptovalute su un exchange pagando in euro, o in un'altra valuta fiat tradizionale, richiede obbligatoriamente una procedura di verifica dell'identità all'atto della registrazione tutt'altro che banale. 
Questo costituisce ad oggi uno dei limiti principali all'accesso di massa ai crypto exchange. 

D'altra parte invece chi opera sul proprio conto corrente attraverso ad esempio una piattaforma di web-banking non deve passare attraverso lo stesso procedimento, perchè la verifica dell'identità è già stata effettuata all'atto di apertura del conto, spesso addirittura di persona in filiale. 

Pertanto qualora le banche aggiungessero alle loro piattaforme di web-banking nuove funzionalità che consentano la compravendita di criptovalute, di colpo milioni di persone potrebbero avere accesso a questi nuovi mercati senza praticamente dover fare nulla. 

Ad oggi ciò sta accadendo solo in Svizzera, ovvero un piccolo paese con una popolazione ridotta che non è in grado di condizionare il mercato globale delle criptovalute, ma in futuro potrebbe diffondersi anche in altri Paesi
L'Italia da questo punto di vista probabilmente non è molto avanti, soprattutto a causa di una normativa legale che non aiuta gli istituti finanziari ad avere a che fare con le criptovalute, ma altri paesi come Malta, Hong Kong, o il Giappone potrebbero essere più pronti ad accettare una tale innovazione. Di certo la grande differenza a livello globale potrebbero farla solamente USA e Cina, che tuttavia ad oggi non sembrerebbero essere terreno fertile per questo genere di novità. 

Va ricordato infine che, sebbene molte persone si ostinino a voler considerare le criptovalute primariamente come mezzi di pagamento, in realtà al momento sono utilizzate soprattutto come asset finanziari per gli investimenti (soprattutto bitcoin), quindi la loro integrazione all'interno dei sistemi con cui si gestiscono i conti correnti bancari ha pienamente senso. In futuro potrebbero anche arrivare ad essere utilizzate su larga scala come mezzi di pagamento, ma ormai è evidente che ciò non sia necessario per decretarne il successo. Inoltre da questo punto di vista hanno maggiori probabilità di successo le stablecoin come Libra, ovvero il token proposto da Facebook, pur essendo centralizzate e quindi non essendo delle vere criptovalute.