I grandi colossi tecnologici pagano le tasse in Italia?

Una riflessione molto complessa rivolta a dei colossi che al di là del fattore tasse, portano tanto lavoro in Italia: in video commento di Rudy Bandiera.

Questo è un grande tema che spesso viene affrontato quando parliamo di colossi americani e del mondo della tecnologia, pensiamo per esempio ad Amazon o Google. La domanda che spesso sorge spontanea è: questi grandi colossi tecnologici pagano le tasse nei luoghi in cui operano i loro servizi?

Questi colossi pagano le tasse in Italia per esempio?

Secondo uno studio di Mediobanca pare che questi big americani, cinesi, giapponesi e un paio europee, paghino solo 65 milioni di euro all’anno in Italia per fatturati si gran lunga molto più alti.

Il punto su cui voglio far leva è che ci troviamo nella classica situazione tra l’incudine e il martello in cui non possiamo “fare la guerra” a queste aziende perché portano tanto lavoro e assunzioni in Italia.

Abbiamo una via d’uscita?

Si, assolutamente si: la via dell’innovazione.

Dobbiamo iniziare ad investire noi, in Italia, per creare noi industrie che fatturino e che rimangano in Italia.

Faccio un esempio banalissimo: in Germania, in questi mesi, è stato istituito un fondo da 50 milioni di dollari per lo sviluppo di videogame, per poter produrre dei giochi che rimangano in Germania, che siano locali e fatturino lì.

Serve pensare in grande, serve essere davvero innovatori, e da dove iniziare? Investendo sulle nostre industrie tecnologiche italiane.