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Quali sono le fake news che stanno inquinando l’informazione sul coronavirus e chi riesce a smascherarle

Da uno studio di NewsGuard è emerso che il principale filone riguarda la teoria del complotto sulle origini del virus. Ampio diffusione anche le bufale sul virus che resiste 9 giorni sull’asfalto e sui benefici dell’aspirina C per combattere la malattia

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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La pandemia del coronavirus sta confermando, ancora una volta, che il mondo dell’informazione è ormai fortemente inquinato dalla diffusione di fake news. Notizie che giocano con le emozioni delle persone alimentando paura, ansia e false speranza. Imparare a difendersi oggi è più importante che mai.

Il contributo di NewsGuard nella lotta alla disinformazione 

Un contributo importante nella lotta alla fake news lo sta dando NewsGuard, una startup americana che ha sviluppato una interessante metodologia per la valutazione dell’affidabilità dei siti di notizie online, basata su nove criteri giornalistici ampiamente riconosciuti dal mondo dell’informazione. Nella sua newsletter periodica diffonde anche gli studi che conduce sul mondo della disinformazione. L’analisi più recente ha riguardato la diffusione di fake news sul tema del coronavirus.

Il virus creato in laboratorio 

Relativamente all’Italia, NewsGuard ha identificato “informazioni false e fuorvianti relative al virus su 16 siti italiani”. Il principale filone di disinformazione riguarda “la teoria del complotto sulle origini del virus”. Dallo studio è emerso che l’ipotesi più diffusa sui siti italiani è stata quella secondo cui “il virus ha avuto origine in un laboratorio militare cinese a Wuhan”. Notizia ripresa addirittura da una importante testata giornalistica italiana che ha contributo alla sua diffusione.

Il collegamento tra epidemia e immigrazione 

Sempre in campo complottista nel nostro Paese ha avuto un certo riscontro anche il collegamento del virus all’immigrazione. Un sito web ha scritto che “due migranti malati su una nave arrivata in Sicilia dall'Africa erano infettati dal coronavirus”. Notizia mai confermata dai sanitari italiani. Un altro sito ha invece pubblicato un articolo “insinuando che il paziente zero in Italia fosse un pakistano che lavora in un ristorante cinese a Pavia”.

La sopravvivenza del virus nell'asfalto per 9 giorni 

Affianco al filone complottista c’è poi quello relativo alla diffusione di false notizie relative al diffusione del virus e alla sua cura. Un lavoro molto importante lo sta svolgendo il sito di debunking Butac.it che quotidianamente smaschera le bufale più virali del momento. La più rilevante delle ultime settimane (anche per le conseguenze allarmistiche che ha avuto) è quella relativa alla sopravvivenza del coronavirus nell’asfalto per 9 giorni. Fake news veicolata attraverso un file audio diffuso su WhatsApp e che conferma l’importanza ormai assunta dalle chat nella diffusione della disinformazione. Ampio risalto hanno poi avuto le false notizie sui benefici della vitamina C e dell’acqua calda contro l’epidemia. Anche in questo caso notizie prive di qualsiasi fondamento scientifico. 

Combattere la diffusione di fake news 

Cosa fare per combattere le fake news? Fondamentalmente due cose: informarsi in modo responsabile e condividere sui social ugualmente in modo responsabile. E' necessario fare costantemente attenzione alla fonte delle notizie che si leggono e diffidare da quelle che hanno un forte impatto emotivo e che vengono pubblicate da siti sconosciuti e/o poco autorevoli. E prima di ripubblicare le stesse sui social o in chat è necessario riflettere su quanto si sta per fare, evitando dunque di agire di impulso come purtroppo spingono a fare i nuovi media digitali e in particolare lo smartphone.

 

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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