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Il Coronavirus e i rischi legati all'ingegneria genetica

L'umanità non è pronta ad affrontare un'epidemia di una nuova malattia infettiva molto contagiosa proprio perché nuova 

di Marco Cavicchioli   
ingegneria genetica

Una delle cose che ci sta insegnando, nostro malgrado, la rapida diffusione in tutto il mondo del Coronavirus Covid-19 è che l'umanità, nel suo complesso, non è pronta ad affrontare un'epidemia di una nuova malattia infettiva molto contagiosa proprio perché nuova. 

Quindi, se non altro, viene finalmente evidenziata una questione spesso sottovalutata, ovvero la reale pericolosità di nuovi agenti patogeni infettivi, contro i quali l'intera umanità è sprovvista di contromisure efficaci, che vanno create di volta in volta per ogni singolo nuovo patogeno. 

Ma c'è di peggio. 

L’Istituto Svizzero per le Innovazioni Dirompenti (SIDI) ha individuato proprio l'ingegneria genetica come l'innovazione con il potenziale di rischio più alto di tutte in assoluto, in termini dirompenti e distruttivi, in particolare per quanto riguarda il cosiddetto "genome editing".

Il Sidi ha come missione quella di individuare ed analizzare le innovazioni a carattere dirompente, per comprenderne le opportunità e le minacce in una prospettiva di medio e lungo termine.

Uno dei fattori evidenziati dall’istituto che rendono il genome editing potenzialmente pericoloso è il fatto che ormai, al giorno d'oggi, l'innovazione in questo settore rende possibile praticamente a qualunque biologo anche non particolarmente esperto di modificare il genoma, ad esempio di un virus, e trasformarlo in un agente potenzialmente letale. 

Tecnologie come il CRISPR esistono già, e sono già in uso. Inoltre ormai sono persino economiche, visto che ad esempio un kit di bioingegneria può essere acquistato su Internet per meno di 150 dollari. Non stupisce pertanto che gli stessi scienziati che le hanno inventate abbiano chiesto che fossero soggette a moratoria perché troppo potenti. 

Alla luce di quello che ci sta insegnando il contagio globale del Coronavirus, cosa potrebbe succedere se queste tecnologie finissero nelle mani sbagliate, come ad esempio un gruppo di bioterroristi? Basti pensare al fatto che l'attuale epidemia si deve ad un agente patogeno in realtà non particolarmente pericoloso, sebbene non sia affatto considerabile come un innocuo virus influenzale, e nonostante ciò già in grado di mettere in crisi il sistema e portare alla luce diverse lacune che emergono un po' a tutti i livelli.

Il Sidi ritiene che per arginare questo tipo di rischi sia necessario discuterne pubblicamente e con la massima trasparenza, e non nasconderli, in modo da diffondere quanta più consapevolezza possibile cosicché ciascuno possa dare il proprio contributo. 

Ad esempio l'unico modo per capire quale fosse la reale capacità di reazione dei diversi governi di fronte all'emergenza Coronavirus era quello di osservare in pratica come avrebbero agito. Da questa osservazione sono emerse lacune gravissime a tutti i livelli, causate probabilmente proprio dalla totale assenza di consapevolezza delle mincacce a cui l'intera umanità è esposta al giorno d'oggi. 

Per questo il Sidi sta valutando la fattibilità di creare un centro di competenze dedicato al settore dell'ingegneria genetica con un particolare focus sulle minacce globali.

A tal proposito il direttore del Sidi, Pietro Veragouth, ha dichiarato: "Ci siamo resi conto concretamente durante i primi giorni di questa epidemia che tutte le parti adottano strategie e approcci diversi per far fronte alla crisi. C'è chi fa troppo e chi troppo poco, ed alla fine il messaggio generale è controverso e incomprensibile. L’aspetto forse più critico è però legato al fatto che quello a cui stiamo assistendo è il risultato prodotto da un virus con limitate capacità di diffusione e non particolarmente letale. Le probabilità che in futuro, domani come tra molti anni, qualcosa possa andare diversamente, se prima dell’era della genomica erano molto limitate, ora non lo sono più e bisogna alzare la guardia perché non farlo sarebbe da incoscienti. Noi siamo per la linea della trasparenza e della scienza, ed è per questo che abbiamo creato un portale indipendente con cui affrontare responsabilmente questa epidemia". 

Sul portale, che si trova all’indirizzo coronavirus-central.org si legge che la cattiva informazione è forse l’effetto collaterale più pericoloso del Coronavirus, tanto che nelle ultime settimane hanno proliferato le fake news, e le notizie contrastanti, parziali o prive di fondamento scientifico che hanno innescato due comportamenti opposti ed altrettanto pericolosi: l’eccessiva diffusione del panico, o una grande superficialità nella prevenzione del contagio.

L'obiettivo è quello, in futuro, di riuscire a non farsi più cogliere di sorpresa da questi eventi, visto che la conoscenza in tal senso esiste, e necessita solo di essere diffusa il più possibile

di Marco Cavicchioli   
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