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Google rivoluziona l’università: laurea in 6 mesi al costo di 300 dollari

Sarà possibile seguire corsi sulle competenze digitali che sono quelle più richieste dal mercato del lavoro. In realtà non una minaccia per gli atenei tradizionali ma uno sviluppo ulteriore dei Mooc

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
Google rivoluziona l’università: laurea in 6 mesi al costo di 300 dollari

La notizia è arrivata come una bomba: Google si appresta a lanciare la propria università telematica e a rivoluzionare il mondo accademico. Big G ha reso noto che lancerà un percorso formativo chiamato Google Career Certificates che consentirà agli studenti di seguire corsi di formazione professionali nel campo delle discipline digitali della durata di 6 mesi, completamente online, e dal costo limitato: non più di 300 dollari. Un vero e proprio tsunami che rischia di travolgere il mondo accademico americano ma non solo.

Tre fattori spingono a favore dell'iniziativa di Google 

In tanti hanno accolto con perplessità l’annuncio di Google: un corso di 6 mesi può davvero sostituire un percorso accademico pluriennale? Probabilmente no, ma è indubbio che alcuni fattori giocano a favore della rivoluzione promossa da Big G. Il primo è senza dubbio legato alle dinamiche del mondo del lavoro. Le aziende hanno “fame” di giovani professionisti nel campo della programmazione informatica, dei big data, del marketing digitale e le università faticano a stare dietro alla richiesta principalmente per due motivi: i percorsi di studio sono lunghi e il corpus di conoscenze necessarie per stare al passo dei tempi cambia molto rapidamente.

La rilevanza dell'aspetto economico 

Un secondo fattore che agevolerà il successo dei Google Career Certificates è di natura economica. Frequentare un corso online costerà poche centinaia di dollari contro le decine di migliaia necessari per frequentare un percorso di formazione universitario pluriennale. L’iniziativa di Big G può  favorire milioni di giovani che per varie ragioni non hanno l’opportunità di accedere agli studi accademici.

I Google Career Certificates sono una evoluzione dei Mooc 

Un terzo fattore è infine legato a quanto già accaduto negli ultimi anni. L’iniziativa di Google non nasce dal nulla ma si innesta sull’ormai consolidata abitudine di molti giovani a partecipare ai cosiddetti Mooc ovvero i Massive Open Online Courses. Su piattaforme come Coursera o Edx (solo per citare le più note) già da tempo è possibile seguire online corsi universitari tenuti dai docenti di Stanford, Mit, Harvard e Berkeley ovvero il top della formazione accademica americana ma non solo.

Una opportunità ulteriore per gli studenti ma non solo 

L’iniziativa di Google arriva dunque in un terreno già fertile e abituato alla didattica a distanza. Con molta probabilità non sostituirà la formazione accademica tradizionale ma rappresenterà semplicemente una opportunità ulteriore per chi non ha i mezzi per frequentare un campus universitario o semplicemente vuole aggiornare le proprie conoscenze per non essere tagliato fuori nel mercato del lavoro. Le professioni in declino a causa della rivoluzione digitale sono tante e un numero sempre maggiore di lavoratori e professionisti ha necessità di riconvertirsi in tempi rapidi.

Esperienza universitaria non sostituibile dalla formazione online 

L’esperienza universitaria non è sostituibile dalla formazione online in quanto il processo di apprendimento non può limitarsi all’aspetto didattico ma comprende anche le relazione sociali con docenti e colleghi necessarie per innescare processi di contaminazione che sono fondamentali nello sviluppo delle soft skill e della cultura personale, intesa come approccio al lavoro e alla vita.

Uno stimolo per svecchiare il mondo accademico 

Non è dunque il caso di fare allarmismo sull’iniziativa di Google. L’università non morirà certamente a causa dei Google Career Certificates.  Al contrario l’iniziativa di Big G sarà una ulteriore spinta a svecchiare il mondo accademico affinché possa essere accessibile ad un numero sempre maggiore di giovani. Una necessità vera in particolare per gli atenei italiani che al contrario di quelli americani tranne rare eccezioni virtuose (come Politecnico di Milano che ha lanciato la piattaforma Polimi Open Knowledge e Bocconi presente con diversi corsi su Coursera) sono ancora indietro sul fronte dei Mooc e della formazione a distanza.

 

 

 

 

 

 

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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