[Intervista] “Vi spiego come è fatta la comunità italiana in Silicon Valley e come far rientrare i talenti"
Tiscali Notizie ha sentito Andrea Calcagno, ceo e co-founder di Cloud4Wi, uno dei manager presenti alla colazione che Mattarella lo scorso ottobre ha organizzato con alcuni rappresentanti dalle comunità italiana presente nell’ecosistema dell’innovazione più importante del mondo
![[Intervista] “Vi spiego come è fatta la comunità italiana in Silicon Valley e come far rientrare i...](/export/sites/innovazione/.galleries/innovazione/lavoratori03.jpg_613881476.jpg)
Nel corso del 2019 una delle iniziative più rilevanti del capo dello Stato, Sergio Mattarella, è stata la visita alla Silicon Valley. Era dal lontano 1982 che un presidente della Repubblica italiana non si recava nella costa occidentale degli Stati Uniti. Mattarella non solo l’ha fatto, ma ha dedicato due giorni interi alla California dove ha voluto incontrare la comunità italiana di San Francisco ed in particolare manager, startupper e ricercatori italiani che hanno lasciato il nostro Paese per trovare fortuna Oltreoceano. Tra di loro anche Andrea Calcagno, co-founder e Ceo di Cloud4Wi che ha accettato di fare una chiacchierata con Tiscali News.
Partiamo dalla famosa colazione con Mattarella, come sono state selezionate le persone che hanno partecipato all’evento?
"Il Consolato Generale Italiano a San Francisco ha sottoposto centinaia di profili al vaglio del Quirinale. Alla fine, sono stati scelti due rappresentanti italiani della ricerca universitaria in Silicon Valley e nella Bay Area (Alessandra Lanzara da UC Berkeley e Maria Grazia Roncarolo da Stanford University) e due manager della scena imprenditoriale tecnologica. Il primo Luca Maestri, direttore finanziario di Apple ovvero una delle più grandi e influenti aziende del mondo. Il secondo sono stato io in quanto fondatore e ceo di Cloud4Wi, e dunque rappresentante del mondo delle startup”.
Un bel risultato. Perché proprio Cloud4Wi?
"Forse perché partendo come semplice spin-off dell'Università di Pisa siamo diventati una realtà di 60 persone con sedi e clienti in tutto il mondo. Abbiamo uffici a Milano e Pisa (R&D), Francia, UK, Brasile, Estremo Oriente e Stati Uniti dove abbiamo anche il quartier generale. Fino a poco tempo fa a San Francisco ora a New York. Crescita che ci ha fatto vincere diversi premi di valore internazionale".
Cosa fa esattamente Cloud4Wi?
"La nostra attività viene definita come location based marketing. Cosa significa in parole più semplici? Che aiutiamo imprese medie e grandi del settore retail (negozi, grandi catene commerciali) a raccogliere dati sulla loro clientela in modo da poter estrarre informazioni utili, i cosiddetti customer insights, analogamente a quanto fanno le attività di commercio elettronico sul web”.
Come fate a fare questo?
"Tutto ha inizio con la rete Wifi dei nostri clienti che diventa il canale di accesso ad una pagina di atterraggio progettata da noi dove la persona che arriva in un negozio o in un centro commerciale può recuperare informazioni sui prodotti e servizi, senza necessità di scaricare una app. In questo modo noi consentiamo una esperienza digitale anche nei luoghi fisici arricchendo l’esperienza dei consumatori e, come già detto prima, fornendo dati preziosi ai commercianti, ovvero informazioni sulla clientela, il tutto ovviamente nel rispetto della normativa sulla privacy”.
La tecnologia di Cloud4Wi può essere applicata solo in ambito retail?
“No, ovunque ci sia un traffico di persone e dunque anche banche, teatri, musei, stadi, stazioni, aeroporti, alberghi, supermercati solo per citare qualche esempio. Il nostro focus principale è però il retail e a questo fine siamo sponsor, con uno stand dedicato, del più grande evento al mondo del settore, l’NRF Annual Convention & EXPO, che si tiene a New York dal 12 al 14 gennaio”.
C’è molta curiosità sulla comunità italiana della Silicon Valley. Da chi è formata?
“Nonostante il sempre maggiore flusso di giovani con titoli di alta formazione, la comunità italiana non è grandissima: intorno alle 20.000 persone. Nulla di che a paragone delle altre comunità presenti nella Valle provenienti da ogni parte del mondo. In generale è una comunità di business, ma non solamente del settore tecnologico. Molte persone sono attive nella ristorazione, nell’import/export di beni alimentari di qualità come è giusto che sia, visto il primato di eccellenza che il Made In Italy continua a mantenere in tutto quello che riguarda il life style: moda, design e lusso”.
Un ecosistema come la Silicon Valley può nascere in Italia?
“Non credo. Fino ad ora non è stato possibile ricreare un ecosistema simile in nessuna parte del mondo. E in fondo è anche inutile pensare di farlo. Credo invece (come ho detto al Presidente Mattarella e alla ministra all’Innovazione Pisano nel corso dell’incontro) che l’Italia si dovrebbe attrezzare piuttosto come Sistema Paese a supporto delle aziende che si sono sviluppate da start up a scale up internazionali. Le grandi aziende italiane dovrebbero essere le prime ad utilizzare i servizi tecnologici delle nostre startup innovative. Questo avrebbe un duplice effetto positivo. In primo luogo contribuirebbe ad una vera digital trasformation della nostra economia con ricadute positive sui prodotti/servizi e sull’esperienza dei consumatori. In secondo luogo darebbe la possibilità di rientrare in Italia ai talenti che sono dovuti andare all’estero. L’emigrazione sarebbe un percorso di andata e ritorno anziché di sola andata”.
