Terrorizzato dal futuro e socio di Elon Musk: ecco chi è la nuova stella della Silicon Valley

Il grande successo dell'applicazione di intelligenza artificiale generativa ChatGPT sta portando alla ribalta il ceo di OpenAI, Sam Altman

Sam Altman, la nuova stella della Silicon Valley che ha terrore del futuro
Sam Altman

Negli ultimi decenni le grandi aziende tecnologiche americane sono state la fucina degli imprenditori più importanti e noti dell’economia occidentale. Bill Gates, Steve Jobs, Jeff Bezos, Mark Zuckerberg ed Elon Musk sono diventate delle vere e proprie pop star. 

Nelle ultime settimane con prepotenza si sta imponendo un nuovo nome: Sam Altman, cofondatore e Ceo di OpenAI, la società che ha sviluppato ChatGPT e che presto potrebbe ricevere una proposta di 10 miliardi di dollari da Microsoft per l’acquisto del 49% delle quote.

OpenAI è nata nel 2015 grazie all’intuizione di 5 imprenditori: Sam Altman, Elon Musk, Ilya Sutskever, Wojciech Zaremba, Greg Brockman. Obiettivo? Sviluppare un nuovo e rivoluzionario modello di intelligenza artificiale generativa.

Il rilascio, lo scorso 30 novembre, della nuova versione di ChatGPT ha fatto capire al mondo intero che l’obiettivo è stato raggiunto. I primi utilizzatori (l’uso della piattaforma è per il momento gratuito) si sono resi conto di trovarsi di fronte a qualcosa di eccezionale, un punto di svolta nella storia dell’umanità: una nuova AI capace di rispondere a qualsiasi domanda, scrivere articoli giornalistici, poesie e persino programmi informatici. 

Le sorprendenti capacità di ChatGPT hanno attirato milioni di utilizzatori e l'attenzione di Microsoft che punta ad acqusire la maggioranza relativa di OpenAI per provare a ridiventare la più grande azienda del mondo. 

Il principale artefice del successo di OpenAI è il 37enne Sam Altman, fino a poco tempo fa un nome noto solo nell’ecosistema tecnologico della Silicon Valley.

Sam Altman

Cresciuto a Saint Louis, nel Missouri, è stato introdotto al mondo della tecnologia fin da piccolo, ricevendo in regalo il suo primo computer a soli 8 anni. Da studente si è distinto per le sue abilità in matematica e informatica. Passione proseguita anche all'università dove ha frequentato il prestigioso corso di computer science a Stanford. 

Ma analogamente a quanto fatto da altri imprenditori hi-tech la sua carriera accademica è stata breve. Nel 2005, a soli 19 anni, ha lasciato gli studi per fondare Loopt, startup che dava ai possessori di uno smartphone la possibilità di condividere la propria posizione geografica. Loopt è stata finanziata da Y Combinator, il più importante acceleratore di startup del mondo.

Il talento di Altman è stato notato da uno dei fondatori di Y Combinator, Paul Grahm, che non ha avuto dubbi a nominarlo partner dell’acceleratore e ad affidargli la presidenza. Il giovane informatico ha dato prova di essere anche un abile businessman. Nel 2015 è stato indicato da Forbes come il migliore investitore americano under 30

L'esperienza di Altman in Y Combinator si è conclusa nel 2019. Dimissioni necessarie per potersi dedicare a tempo pieno al progetto di OpenAI che come detto era stato lanciato nel 2015. 

Il lancio di ChatGPT è stato un successo mondiale ma il lavoro è ancora a metà strada. Manca ancora un modello di business e per il momento la società accumula ogni giorno 3 milioni di dollari di perdite. 

Ma i soldi non sono un problema. All’orizzonte c’è la mega offerta di Microsoft e già si incomincia ad ipotizzare la fine della gratuità del servizio che diventerebbe a pagamento. E c’è da scommettere che numerose aziende e professionisti sarebbero già pronti a sostenere i costi di un abbonamento. OpenAI potrebbe diventare una nuova gallina dalle uova d’oro. 

Sam Altman è dunque candidato a diventare la nuova stella della Silicon Valley ma paradossalmente la sua visione del futuro è piuttosto cupa.

Per il ceo di OpenAI l’umanità è sotto attacco da parte dell’intelligenza artificiale e le nazioni sono destinate a contendersi le ultime risorse sulla Terra usando le armi nucleari.

Altman si è già organizzato per affrontare questo scenario inquietante. In casa ha un kit per la sopravvivenza composto da armi, oro, ioduro di potassio e maschere anti-gas provenienti dall’esercito israeliano. 

Probabilmente poche persone al mondo hanno una visione del futuro più precisa di quella che ha questo giovane imprenditore. E considerando che preoccupazioni simili sono state espresse anche da Elon Musk sarebbe un errore archiviarle come semplici curiosità di un personaggio eccentrico.