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Google presenta l'inquietante Genesis. Gli editori ora sognano giornalisti "elettrici"?

Lo strumento è stato mostrato a dirigenti del New York Times, del Washington Post e di News Corp, proprietaria del Wall Street Journal. E' in grado di raccogliere informazioni e scrivere notizie in modo autonomo

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
Google presenta l'inquietante Genesis. Gli editori ora sognano giornalisti 'elettrici'?

E' una tendenza inarrestabile: l’intelligenza artificiale sarà utilizzata dagli editori per automatizzare la produzione di notizie, esattamente come avviene nelle fabbriche che producono automobili o altri prodotti industriali. Una nuova conferma dell'assalto dell’IA al mondo dell’informazione arriva dagli Stati Uniti. Google ha presentato ai principali editori americani un’applicazione capace di scrivere articoli giornalistici. La notizia è stata diffusa da varie fonti, tra cui l’autorevole The New York Times.
"UNA APPLICAZIONE INQUIETANTE" 
Lo strumento (al momento conosciuto con il nome provvisorio di Genesis) è stato mostrato da Google ai manager del New York Times, del Washington Post e del Wall Street Journal, ovvero i tre più importanti quotidiani a stelle e strisce.  Secondo quanto rivelato dal NYT, alcuni dirigenti (che hanno preferito rimanere anonimi) hanno descritto la presentazione di Google “inquietante”. Genesis sarebbe in grado di raccogliere informazioni e di produrre le notizie autonomamente.
LE RASSICURAZIONI DI GOOGLE
Big G ovviamente rassicura il mondo del giornalismo. “In partnership con gli editori, soprattutto quelli piccoli, siamo nelle fasi iniziali per esplorare idee per offrire strumenti potenziali di intelligenza artificiale in grado di aiutare i reporter nel loro lavoro” ha detto al New York Times Jenn Crider, portavoce di Google.
I GIORNALISTI NON SPARIRANNO MA SARANNO POCHI
La narrazione è dunque sempre la solita: l’intelligenza artificiale non punta a sostituire i giornalisti ma semplicemente ad essere un assistente personale, uno strumento che automatizza alcuni compiti e libera tempo. E’ evidente che si tratta di un racconto poco credibile. Così come non esistono fabbriche totalmente automatizzate in futuro non ci saranno nemmeno redazioni senza giornalisti, ma non c’è dubbio che il numero di redattori umani è destinato a ridursi drasticamente. Se oggi per realizzare un giornale servono 100 persone, in futuro probabilmente ne serviranno 10 o 20. Questa dinamica si è già verificata con l’avvento della tecnologia digitale a partire dai primi anni del XXI secolo, perciò non sarebbe una novità.
MENO GIORNALISTI UGUALE MENO COSTI 
Per gli editori la riduzione dei giornalisti è uno scenario positivo perché implica minori costi e dunque profitti più alti. Anche nell’editoria la remunerazione dei fattori produttivi si sbilancerebbe a favore del capitale, esattamente come già accaduto nei settori industriali dove l’automazione è una realtà da decenni.
PRIMI CASI DI  AUTOMAZIONE IN AMERICA 
Negli Stati Uniti il processo di automazione è già iniziato. Gruppi editoriali importanti come The Associated Press, utilizzano da tempo l’intelligenza artificiale per scrivere notizie finanziarie, come quelle sugli utili delle aziende, che seguono schemi di esposizione standard. Il New York Times ha già informato i dipendenti che intende esplorare l’utilizzo responsabile dell’IA.
A RISCHIO NON SOLO I POSTI DI LAVORO MA ANCHE LA DEMOCRAZIA 
Un utilizzo effettivamente responsabile di Genesis e degli altri strumenti che seguiranno sarà fondamentale per salvare il giornalismo. A rischio infatti non ci sono solamente posti di lavoro ma lo stesso diritto dei cittadini ad essere informati correttamente. Fino ad ora l’IA generativa ha mostrato limiti molto importanti perché per sua stessa natura tende ad avere allucinazioni, ovvero ad inventare contenuti. A questo rischio si aggiunge poi il fatto che l’informazione non può essere concepita semplicemente come produzione di notizie tutte uguali tra loro. Le notizie non sono prodotti industriali di massa. L’analisi critica degli avvenimenti è la parte più rilevante e nobile del giornalismo, un’attività fondamentale affinché la stampa possa essere “il cane da guardia della democrazia”. E questa attività non può essere delegata alle macchine. 

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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