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L’Europa si muove sul fronte AI: 200 miliardi in campo. Cosa potrebbe fare e quali sono le probabilità di successo

Al summit AI di Parigi Ursula Von der Leyen ha annunciato il varo di un piano europeo per recuperare il gap accumulato nei confronti di Stati Uniti e Cina

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
L’Europa si muove sul fronte AI: 200 miliardi in campo. Ecco cosa potrebbe fare
Ursula Von der Leyen (foto Ansa)

L'Europa finalmente batte un colpo sul fronte dell'intelligenza artificiale. Al summit di Parigi sull'AI la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha annunciato un piano da 200 miliardi di euro di investimenti, che dovrebbe consentire all'Europa di colmare il gap tecnologico con Stati Uniti e Cina e diventare finalmente un attore di primo piano nel settore. La notizia fa sorgere due domande: è davvero possibile recuperare il ritardo accumulato nei confronti delle due super potenze mondiali? In che modo potrebbero essere spese le risorse? Proviamo a fare il punto. 

Le cause del ritardo europeo sul fronte AI 

Negli ultimi anni sia l'America che la Cina hanno fatto investimenti significativamente maggiori rispetto all'Europa nel campo dell'intelligenza artificiale. Gli Stati Uniti dominano gli investimenti privati, con aziende come Google, Microsoft, OpenAI, Anthropic e altre che hanno investito decine di miliardi di dollari. La Cina ha adottato invece un approccio più centralizzato, con massicci investimenti statali dopo aver identificato l'AI come settore strategico nel suo piano "Made in China 2025". L'Europa è rimasta indietro su entrambi i fronti. Minor presenza di grandi aziende tecnologiche private che investono in AI. Minori investimenti pubblici coordinati a livello continentale. Frammentazione degli sforzi tra i vari stati membri. Minor disponibilità di capitali di rischio per le startup. 

I successi di Stati Uniti e Cina 

I risultati ottenuti dagli americani e dai cinesi sono sotto gli occhi di tutti. OpenAI, Google, Meta, X, Anthropic e Perplexity AI sono leader nel campo dell'intelligenza artificiale generativa (AIG) grazie allo sviluppo di modelli avanzati come ChatGPT, Gemini, LLaMA, Grok, Claude e Perplexity. Recentemente è arrivata la risposta cinese con Deep Seek, che ha sorpreso il mondo intero per la sua capacità di competere con i giganti americani, ma utilizzando risorse significativamente inferiori. L'addestramento del DeepSeek-R1 è stato stimato in circa 6 milioni di dollari, rispetto ai 100 milioni necessari per GPT-4 di Open AI.

AI è la nuova elettricità 

L’intelligenza artificiale generativa però è solo la punta dell’iceberg. Le aziende americane e cinesi stanno integrando la nuova tecnologia in un numero sempre maggiore di applicazioni e processi. Secondo gli esperti l’IA è la nuova elettricità e dunque è destinata ad avere un impatto su ogni aspetto della nostra vita quotidiana, trasformando interi settori come la sanità, l'educazione, i trasporti, la finanza e l'industria, e influenzando il modo in cui interagiamo con la tecnologia. Questo spiega la fretta con cui (finalmente) si sta muovendo anche l’Unione Europea, che al summit di Parigi ha annunciato un piano di ben 200 miliardi di investimenti europei nel settore.

Le rassicurazioni di Von der Leyen

“Troppo spesso sento dire che l’Europa è in ritardo nella corsa all’AI, mentre gli Stati Uniti e la Cina sono già in vantaggio. Non sono d’accordo. Perché la corsa all’IA è tutt’altro che finita. La verità è che siamo solo all’inizio. La frontiera si sposta costantemente. E la leadership globale è ancora in palio” ha rassicurato la presidente della Commissione Europea, prima di illustrare a grandi linee il piano.

European AI Champions Initiative e InvestAI

Dei 200 miliardi in campo ben 150 sono fondi privati e arriveranno dalla European AI Champions Initiative, che coinvolge 60 aziende europee. In campo colossi industriali come Airbus, SAP, Mercedes-Benz, l’Oreal, Siemens e il meglio che l’Europa può offrire sul fronte digitale come SAP, Spotify e Mistral AI, una startup francese che ha sviluppato i modelli linguistici (LLM) europei più avanzati. La Francia è in prima fila nella corsa europea all’AI e il presidente Macron ha annunciato ulteriori 109 miliardi di investimenti francesi nei prossimi anni. Ma tornando al piano europeo annunciato da Von der Leyen, ai 150 miliardi di privati si aggiungeranno 50 miliardi di finanziamenti pubblici del fondo InvestAI. Di questi, 20 miliardi saranno utilizzati per realizzare 4 quattro gigafabbriche (gigafactory) specializzate nell'addestramento di modelli complessi di intelligenza artificiale.

DeepSeek ha dimostrato che 200 miliardi sono tanti 

Le risorse messe in campo sono lontane dai 500 miliardi di dollari piano Stargate annunciato da Donald Trump ma sono comunque importanti, considerando che l’avvento della cinese DeepSeek ha dimostrato che i costi di sviluppo della tecnologia possono essere nettamente inferiore rispetto a quelli del passato. La prima osservazione da fare sul piano europeo è che nonostante la Von der Leyen si sua assunta mediaticamente la maternità dell’iniziativa, nella realtà dei fatti la maggior parte dello sforzo finanziario arriverà da soggetti privati e questa è sicuramente una buona notizia, perché si riduce il rischio che le risorse possano essere sprecate in iniziative di dubbia utilità.

La sfida più ambiziosa: sviluppare i propri LLM 

La seconda riflessione riguarda invece le misure che concretamente l’Europa dovrebbe fare con le risorse a disposizione. La sfida più ambiziosa sarebbe quella di sviluppare Large Language Model (LLM) europei alternativi a quelli americani e cinesi. Il vantaggio più evidente sarebbe quello dell’indipendenza tecnologica che in un contesto geopolitico instabile è molto importante. I modelli europei potrebbero essere progettati per rispecchiare meglio le peculiarità culturali e legali dell’Europa, per esempio sul fronte della privacy. Differenze che rispetto all’approccio americano totalmente orientato alla deregolamentazione sono emerse anche al summit di Parigi.

Sviluppo di modelli AI specialistici 

Un secondo ambito di intervento è sicuramente quello della creazione di modelli AI specialistici, sia per quanto riguarda la lingua che la competenza, in ambiti specifici come la medicina, il diritto, l’ingegneria, la finanza, il turismo e così via.

Competività delle aziende e green AI 

Terza area di intervento è l’utilizzo dell’IA per migliorare la produttività aziendale e la competitività industriale, introducendo la tecnologia sia nei processi che nei prodotti e servizi. Al tema della produttività andrebbe poi affiancato quello della sostenibilità ambientale, ovvero dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale per ottimizzare i processi aziendali in chiave ecologica.

Potenziamento della ricerca e sostegno alle startup 

Un quarto filone di investimenti potrebbe riguardare il potenziamento della ricerca europea. La costruzione di gigafactory aggiuntive è sicuramente un passo importante, ma risorse dovrebbero essere destinate anche al finanziamento della ricerca e delle startup innovative.

Produzione dei chip utilizzati dall'intelligenza artificiale 

C’è infine un quinto aspetto su cui l’Europa non può dichiararsi sconfitta già in partenza ed è quello della produzione di hardware, ovvero dei chip utilizzati dall’intelligenza artificiale. In questo ambito recuperare il gap con gli Stati Uniti è probabilmente un’operazione titanica ma in chiave geopolitica è un tentativo che va assolutamente fatto, come stanno dimostrando i cinesi.

Le misure ipotizzate sono realistiche? Il parere dell'intelligenza artificiale 

1. Sviluppo di un LLM europeo
L'Europa potrebbe sviluppare un proprio Large Language Model (LLM), analogo a quelli prodotti da OpenAI (ChatGPT) o dalle aziende cinesi come DeepSeek. L'UE dispone di solide basi accademiche e infrastrutture di calcolo avanzate, con attori emergenti come Aleph Alpha e Mistral AI. Tuttavia, il ritardo rispetto a Stati Uniti e Cina, la difficoltà di accesso ai dati e la dipendenza da chip di terze parti rendono questa sfida complessa.
Probabilità di successo: 30-50%.

2. Creazione di modelli specialistici per lingue e settori specifici
L’Europa ha un forte interesse a sviluppare modelli linguistici specializzati, in grado di supportare le molteplici lingue europee e settori chiave come medicina, diritto, ingegneria e finanza. Università e aziende europee stanno già lavorando su questi ambiti, e un investimento mirato potrebbe consolidare il primato dell'UE nella creazione di IA settoriali.
Probabilità di successo: 70-90%.

3. IA per produttività aziendale e sostenibilità
L'integrazione dell'IA nei processi aziendali può migliorare la produttività e rendere più competitiva l'industria europea. Inoltre, l'uso dell'intelligenza artificiale per ottimizzare il consumo energetico e ridurre gli sprechi è un obiettivo concreto e in linea con le politiche europee sulla sostenibilità. Con gli opportuni incentivi, questa transizione è altamente realizzabile.
Probabilità di successo: 80-95%.

4. Potenziamento della ricerca e supporto alle startup
L’Europa eccelle nella ricerca, ma fatica a trasformare l’innovazione in prodotti competitivi. Investire in centri di ricerca sull’IA e nel supporto alle startup è cruciale per colmare questo gap. Fondi di venture capital, acceleratori e partnership con le università possono favorire la crescita di nuove aziende innovative. Tuttavia, per avere successo, servono meno burocrazia e un ambiente normativo più favorevole.
Probabilità di successo: 50-70%.

5. Produzione di hardware per l’IA (chip AI)
Il mercato dei semiconduttori è dominato da colossi come Nvidia, AMD e TSMC. L’Europa ha attori strategici come ASML e STMicroelectronics, ma creare una filiera autonoma richiede investimenti enormi e anni di sviluppo. Il successo in questo settore è incerto senza una forte volontà politica e investimenti a lungo termine.
Probabilità di successo: 20-40%.

Conclusioni
Le aree più promettenti per l’Europa sono modelli IA specialistici e l’adozione dell’IA nelle aziende, dove le probabilità di successo sono alte. Anche il potenziamento della ricerca è fattibile, ma richiede una strategia chiara. Le sfide più complesse sono la creazione di un LLM europeo e la produzione di chip AI, dove la concorrenza globale è feroce. Se l’Unione Europea vuole davvero competere con Stati Uniti e Cina, il piano da 200 miliardi di euro dovrà essere accompagnato da una politica industriale unitaria, efficace e con una visione di lungo periodo.

* risposte dell'intelligenza artificiale prodotte con ChatGPT 

 

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