ChatGpt non funziona per poche ore e il mondo scopre che ormai non può più farne a meno
Il down causato dalla corsa frenetica alla tecnologia
"Siamo tornati quasi completamente online, vi ringraziamo per la pazienza". È il messaggio che poco prima delle 12 italiane del 27 dicembre, OpenAI ha condiviso sul social X, per avvisare della fine del disservizio che nella notte ha coinvolto ChatGPT e altri software di intelligenza artificiale del gruppo. Tra questi, anche Sora, il discusso modello che permette di creare brevi filmati, molto realistici, a partire da indicazioni testuali. Un malfunzionamento che, viste le ore, ha interessato solo in parte l'Europa e maggiormente l'India e gli Stati Uniti.
La corsa all'intelligenza artificiale e le sue criticità
"È sintomatico di come la corsa all'intelligenza artificiale sia spesso frenetica e non ragionata", ha spiegato Franz Russo, esperto di nuove tecnologie e di IA. "Gli investimenti in infrastrutture devono andare di pari passo con le innovazioni tecnologiche offerte agli utenti, altrimenti si rischiano danni maggiori". Non a caso, infatti, il recente blackout ha messo in ginocchio non solo i curiosi che usano ChatGPT per rispondere alle loro domande, ma anche aziende ed enti che sui modelli di OpenAI hanno realizzato assistenti personalizzati, per comunicare con clienti e dipendenti.
Il rischio di interruzioni su larga scala
"Più l'economia e i sistemi produttivi poggeranno su ChatGPT e simili, e più si dovrà fronteggiare l'eventuale pericolo di un'interruzione su larga scala, capace di bloccare e mettere in difficoltà interi settori", prosegue Russo. A metà dicembre, OpenAI aveva aperto a tutti gli abbonati l'accesso a Sora, dopo mesi di sperimentazioni. "Per Sam Altman era questo il momento giusto, vista l'attesa di un minor accesso ai modelli di OpenAI durante le feste e quindi di un rischio ridotto di sovraccarico", spiega l'esperto. Ma, dice, "non è andata proprio così".
La questione delle infrastrutture e il consumo di energia
Oggi, si domanda Russo, "un'interruzione del genere può avere un impatto limitato, ma cosa accadrà quando molti più soggetti useranno tali soluzioni per fornire servizi globali? Va ripensato l'equilibrio energetico che attualmente fa girare i modelli". Questo episodio ci pone, ancora una volta, davanti alla necessità di affrontare il grande quesito del consumo di energia che l'evoluzione della IA, soprattutto quella generativa, si porta dietro.
L'impatto ambientale e le nuove regolazioni
Con la previsione di permettere a più persone di sfruttare il potenziale dell'intelligenza artificiale, crescerà anche il fabbisogno di server e data center che ospitano l'hardware su cui si basano i vari progetti di IA. E non a caso, come sottolinea il sito Key4Biz, l'Unione Europea sta mettendo a punto nuove regole per controllare l'impatto ambientale dell'innovativa tecnologia, con un focus specifico sui modelli linguistici di grandi dimensioni, come quelli di OpenAI. Norme che, inserite nel catalogo dell'AI Act, mirano a monitorare e limitare il consumo di applicazioni futuristiche ma notoriamente 'energivore' e ancora alla ricerca di una comprovata affidabilità.
La crescita degli utenti di ChatGPT
Secondo il sito specializzato The Verge, a dicembre 2024 il numero di utenti attivi settimanali su ChatGPT ha superato i 300 milioni, con oltre 1 miliardo di messaggi inviati quotidianamente. Questo rappresenta un incremento rispetto ad agosto 2024, quando gli utenti attivi settimanali erano oltre 200 milioni, il doppio rispetto all'autunno precedente. Inoltre, a ottobre 2024, ChatGPT ha registrato 3,7 miliardi di visite mensili a livello globale.