Studio shock: 200 mila lavoratori di Wall Street a rischio a causa dell’IA. Perché è arrivato il momento di essere preoccupati
La perdita di posti di lavoro è una conseguenza normale dell'innovazione tecnologica e proprio per questo motivo è arrivato il momento di iniziare a parlare seriamente di reddito di cittadinanza universale
![Studio shock: 200 mila lavoratori di Wall Street a rischio a causa dell’IA. Perché è arrivato il momento di essere preoccupati](/export/sites/innovazione/.galleries/23/Borsa-1055-Ansa.jpg_613881476.jpg)
Le grandi banche di Wall Street potrebbero arrivare a tagliare fino a 200.000 posti di lavoro nei prossimi 3-5 anni con il diffondersi dell'impiego dell'intelligenza artificiale. È quanto emerge da una ricerca di Bloomberg, che ha condotto un sondaggio tra i manager bancari. Ma a rischiare non sono solo i professionisti della finanza, perché l’IA sta cambiando il panorama del mercato del lavoro in tanti altri settori, dall'assistenza sanitaria alla logistica, fino alle attvità più creative. Il rischio è che milioni di lavoratori potrebbero trovarsi presto senza lavoro. Preoccupazione confermata da uno studio del McKinsey Global Institute che prevede la perdita di 800 milioni di posti di lavoro entro il 2030, a causa della crescente automazione. A rischio, in particolare, i compiti ripetitivi e monotoni.
La perdita di posti di lavoro è una conseguenza normale dell'innovazione tecnologica
La perdita di posti di lavoro legata all'innovazione tecnologica non è un fenomeno nuovo, ma è parte integrante della storia economica. A partire dai primi decenni del 1900 l'introduzione delle macchine agricole ha drasticamente ridotto la forza lavoro del settore. Molti lavoratori agricoli sono stati sostituiti da trattori e mietitrebbie, ma fortunatamente hanno trovato nuove opportunità nell’emergente settore industriale. Anni dopo (a partire dagli anni ’70 del XX secolo) il fenomeno si è ripetuto anche nell’industria. L'automazione delle catene di montaggio ha avuto un effetto simile a quello delle macchine agricole. Nelle fabbriche, numerosi operai sono stati sostituiti da robot industriali e sistemi automatizzati. Anche in questo caso, la distruzione di posti di lavoro in un settore è stata compensata dalla creazione di nuove posizioni in un settore economico emergente, quello dei servizi. L’attuale processo di automazione delle attività, innescato dall’avvento dell’intelligenza artificiale, riguarda però ora proprio i servizi. Le macchine non vengono più utilizzate solo per svolgere lavori manuali e fisici, ma anche per lavori intellettuali, come dimostrano i 200.000 posti di lavoro a rischio nelle banche di Wall Street.
Dove nasceranno i nuovi posti di lavoro?
La diffusione dell'intelligenza artificiale solleva un interrogativo: se anche i servizi saranno in gran parte automatizzati, in quale altro settore si potranno creare nuove opportunità di lavoro? Al momento, una risposta convincente non c’è. Gli economisti entusiasti dell’IA sostengono che, analogamente a quanto accaduto in passato, nasceranno nuove opportunità lavorative, perché fino ad ora è sempre stato così. Ma nessuno può avere la certezza che, effettivamente, le cose andranno in questo modo. E anche se effettivamente dovessero aprirsi nuove strade professionali, oggi nemmeno immaginabili (analogamente a quanto avvenuto con l’avvento di Internet e dell’economia digitale), il ritmo della transizione rimane una grande incognita, ovvero la perdita di posti di lavoro a causa dell’IA potrebbe essere molto più veloce della creazione di nuovi impieghi/mansioni.
La necessità di un reddito di cittadinanza universale
Vista l'incertezza sull’evoluzione del mercato del lavoro nei prossimi anni, le forze politiche dovrebbero probabilmente cominciare a valutare seriamente l'adozione di un reddito di cittadinanza universale. Questo strumento potrebbe essere una risposta per garantire che tutti i cittadini abbiano accesso a una fonte di sostentamento, anche di fronte a una diffusione massiccia e dirompente dell’IA nella maggior parte dei settori economici. Un reddito di cittadinanza universale potrebbe evitare l'impoverimento di ampie fasce della popolazione, cosa che non è mai buona per la stabilità sociale e politica di un paese. Di reddito di cittadinanza universale si è già cominciato a parlare, ma di fatto è rimasto un tema sempre in embrione. Non è mai veramente salito al centro del dibattito pubblico. Il dato sui 200.000 lavoratori che rischiano di essere espulsi da Wall Street potrebbe essere il campanello d’allarme che finalmente sveglia la coscienza dei cittadini su un argomento con cui, presto o tardi, bisognerà fare i conti.