L'intelligenza artificiale cambia le regole: come bisogna scrivere per farsi apprezzare dalle macchine
Tutti gli occhi sono puntati sull’intelligenza artificiale, con un misto di fascino e cautela. Ma in alcuni settori di attività, come ad esempio il marketing, il passo è già stato fatto.
È il caso della SEO, che vede emergere una nuova disciplina: l’ottimizzazione dell’intelligenza artificiale (AIO), una sorta di SEO potenziata dall’AI.
L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando l’ecosistema del marketing digitale. In particolare, la SEO sta vedendo la nascita di una nuova disciplina, facciamo il punto con il consulente seo Giulio Stella di gstarseo.it.
L’intelligenza artificiale si sta affermando sempre più nel mondo professionale, con ricadute significative sui processi e sul business. Anche il tasso di adozione di strumenti basati sull’intelligenza artificiale sta registrando un forte aumento, in particolare dopo il lancio pubblico di ChatGPT nel novembre 2022 e il successo che conosciamo. Oggi, il 35% delle aziende afferma di utilizzare l’AI nel proprio business (IBM Global AI Adoption Index 2022), grazie ad applicazioni di più facile accesso e più semplici da utilizzare per gli utenti finali.
La metà delle organizzazioni vede vantaggi principalmente dovuti all'automazione consentita da questa tecnologia: riduzione dei costi, ottimizzazione delle prestazioni dell'IT o della rete, miglioramento dell'esperienza del cliente, ecc. L'intelligenza artificiale viene implementata attraverso applicazioni come gli assistenti virtuali, ma è anche integrata nel business processi e quindi gioca un ruolo diretto nel modo in cui l’attività viene svolta.
Il marketing in prima linea nell’adozione dell’intelligenza artificiale
In alcuni settori l’intelligenza artificiale è ormai onnipresente. Ha fatto un passo da gigante nel campo del marketing, dove gli strumenti “intelligenti” sono già pienamente operativi.
Stiamo già parlando di “AI marketing”, una nozione che potrebbe essere così definita: l’integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi critici, con l’obiettivo di ottimizzare le strategie di marketing attraverso l’utilizzo di funzionalità innovative (raccolta dati, analisi data-driven, analisi naturali) elaborazione del linguaggio, apprendimento automatico, ecc.).
In questo ambito i casi d’uso si stanno moltiplicando:
- La creazione di contenuti digitali ottimizzati utilizzando l'intelligenza artificiale generativa (di cui ChatGPT fa parte) per apportare più valore al pubblico target ottenendo visibilità sul web. La creazione di contenuti, infatti, è una delle attività che richiedono più tempo, quelle che traggono maggiore vantaggio dall’essere parzialmente automatizzate.
- La trasformazione del servizio clienti grazie a chatbot intelligenti, che interagiscono in modo più efficace con le persone in tutte le fasi del loro percorso di acquisto.
- Il perfezionamento della pubblicità programmatica, una forma di strategia pubblicitaria innovativa che si basa sul comportamento del consumatore (preferenze, cronologia delle ricerche e degli acquisti, ecc.) per semplificare le impostazioni della campagna.
- Ottimizzazione dei processi e-commerce, con l’AI come alleata per comprendere meglio i consumatori (i loro bisogni, le loro abitudini) e automatizzare i flussi di lavoro.
- E lo sviluppo di strategie SEO che tengano maggiormente conto delle esigenze delle imprese, allineandosi allo sviluppo algoritmico dei motori di ricerca.
Quest’ultimo punto dovrebbe interessarci particolarmente. Perché il posizionamento sui motori di ricerca è chiaramente uno degli ecosistemi più colpiti dall’avvento dell’intelligenza artificiale, per due motivi.
Non solo per i numerosi vantaggi che gli strumenti intelligenti apportano ai metodi esistenti, ma anche perché i motori di ricerca stessi integrano sempre più l’intelligenza artificiale nei loro algoritmi, costringendo i professionisti ad adattarsi.
Da questa doppia traiettoria è nata una disciplina completamente nuova, che potrebbe rivoluzionare il futuro della SEO: l’ottimizzazione dell’intelligenza artificiale.
L'intelligenza artificiale nei motori di ricerca
L'appetito dei motori per l'intelligenza artificiale non è nuovo, ma ha sicuramente preso una nuova svolta con la democratizzazione di ChatGPT. Mentre Google e altri si affidano ad algoritmi responsabili dell'esplorazione del web, dell'indicizzazione delle pagine rilevanti e della generazione di una classifica basata tanto sulla pertinenza dei contenuti quanto sull'autorità dei domini, le versioni "intelligenti" di questi stessi programmi sono in grado di ottimizzare notevolmente questi processi per produrre SERP (pagine dei risultati) più vicine alle aspettative dell'utente, più dettagliate e personalizzate.
Google ha investito completamente in questa trasformazione a partire dall’aggiornamento RankBrain del 2015 (un programma in grado di identificare e comprendere meglio le intenzioni di ricerca utilizzando l’apprendimento automatico), seguito da BERT e poi da MUM. Sviluppi che migliorano la comprensione di ciò che desiderano gli utenti di Internet per offrire loro risultati sempre più pertinenti e precisi.
Più recentemente, in seguito agli annunci di Microsoft riguardanti l'integrazione di ChatGPT con Bing, anche Google si è impegnata a lanciare una versione del proprio chatbot AI (il famoso Google Bard). Allo stesso tempo, il motore sviluppa la Search Generative Experience (SGE) che è la continuazione di un BingGPT visualizzando, in risposta ad una query, un banner il cui testo è generato dall'intelligenza artificiale.
Nel prossimo futuro possiamo aspettarci una SERP sempre più personalizzata, con risultati visualizzati in base alla cronologia di ricerca e al comportamento dell'utente: una versione ottimizzata di ciò che Google già fa con Discover.
Questi sviluppi costituiscono un campo completamente innovativo per i professionisti del referenziamento naturale, spinti a prendere in considerazione algoritmi sempre più basati sull’intelligenza artificiale. Ma questa non è l’unica ragione che spiega l’emergere dell’ottimizzazione dell’intelligenza artificiale. Perché la tecnologia è al servizio anche dei SEO e trasforma le loro modalità di lavoro.
Ottimizzazione dell'intelligenza artificiale: SEO potenziata dall'intelligenza artificiale
Quando parliamo di integrare l’intelligenza artificiale nel riferimento naturale, pensiamo immediatamente alla creazione di contenuti. E per una buona ragione: l’uso dell’intelligenza artificiale per questo scopo è diventato ampiamente democratizzato, al punto che i motori di ricerca hanno già pubblicato linee guida dedicate ai contenuti generati dall’intelligenza artificiale, e il 58% dei marketer prevede di utilizzare questa tecnologia nel proprio approccio SEO nel 2023. (Studio BrightEdge citato da Search Engine Land). Quando si tratta di generazione di contenuti, l’intelligenza artificiale ha già cambiato le regole del gioco, poiché consente di produrre articoli di blog, post sui social e persino contenuti di approfondimento (white paper, ebook, guide, ecc.) perfettamente ottimizzati per i motori. della ricerca.
Tuttavia, il contenuto è solo la punta dell’iceberg SEO. L’ottimizzazione dell’AI non si limita a utilizzare l’intelligenza artificiale come uno strumento ordinario: la integra completamente in tutti i suoi processi.
Questo, per identificare parole chiave più rilevanti, che rispondano con precisione alle intenzioni di ricerca degli utenti di Internet:
- praticare l’analisi semantica (l’intelligenza artificiale “capisce” le relazioni che esistono tra i termini di ricerca, quando gli algoritmi il più delle volte si limitano a interpretare ciascun termine nel suo contesto); ottimizzare i contenuti per la ricerca vocale attraverso un'elaborazione più efficiente del linguaggio naturale, ma anche per la ricerca visiva (l'intelligenza artificiale è in grado di identificare oggetti specifici nelle immagini, il che consente ai motori di comprendere meglio le intenzioni degli utenti di Internet che avviano una ricerca da una risorsa visiva); anticipare i trend tramite analisi predittive: prevedere con precisione le future abitudini di navigazione (ad esempio, la probabilità che le query X o Y siano tra le più digitate dagli utenti Internet la prossima estate) con l'obiettivo di costruire strategie SEO granulari, perfettamente allineate agli obiettivi di business;
- produrre contenuti personalizzati e non solo contenuti ottimizzati (l'intelligenza artificiale si basa sulla cronologia delle ricerche di un utente per fornire consigli sul tipo di contenuto che potrebbe promuovere il suo coinvolgimento);
- prevedere gli sviluppi algoritmici nei motori di ricerca e fornire ai webmaster le chiavi per adattare i loro siti web con diversi mesi di anticipo.
In breve, l’ottimizzazione dell’intelligenza artificiale non dovrebbe essere considerata come un modo diverso di fare SEO, ma come una naturale evoluzione di questa disciplina che integra l’intelligenza artificiale in tutti i suoi processi e metodi, come una “forza” che innegabilmente trasforma le pratiche. Questo cambiamento rimane certamente molto graduale, ma è inevitabile.
Perché, man mano che l’IA si evolve e diventa più matura, attribuisce un peso sempre più significativo alle abitudini degli esperti SEO, costringendoli ad adattarsi alle nuove regole del gioco.