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La SEO che cambia: le consulenze si devono adattare alle nuove necessità delle SERP

Il marketing è in costante evoluzione, incluso il suo settore più fluido, la SEO, il cui obiettivo è quello di posizionare i contenuti più in alto nei risultati di ricerca di Google inserendo keywords sempre più pertinenti.

fonte: Innova   
La SEO che cambia: le consulenze si devono adattare alle nuove necessità delle SERP
Fonte foto: Pixabay

Nell’era digitale è assolutamente importante per le aziende e i professionisti curare la loro presenza online e, per contribuire a questo scopo, entra in gioco l’ottimizzazione per i motori di ricerca in ottica SEO. Migliorare il posizionamento del proprio sito nelle SERP è il miglior modo per indirizzare l’algoritmo verso il proprio brand.

Anche perché l’algoritmo di Google si evolve a grande velocità, con aggiornamenti e modifiche che si verificano fino a 600 volte in un anno. Dall’aggiornamento di Google Caffeine del 2009 che ha portato a risultati di ricerca più veloci e accurati, al quinto aggiornamento delle recensioni dei prodotti del settembre 2022, che mira a classificare i contenuti relativi alle recensioni dei prodotti per rendere i risultati più utili per l’utente.

In quest’ottica, il 2023 si apre alle nuove e principali tendenze e approfondimenti SEO che ogni marketer dovrebbe conoscere, così come consiglia anche Renato Baldo, consulente SEO Vibo Valentia, un esperto che conosce bene quali saranno i trend su cui investire nello studio e nelle strategie SEO.

Trend SEO per il 2023: l’importanza di conoscerli e applicarli

Google è costantemente alla ricerca di nuovi modi per migliorare i propri risultati di ricerca. Ciò significa che, mentre l’algoritmo di Google continua a cambiare, diventa prioritario per i professionisti SEO adattare le proprie strategie di conseguenza. Ecco alcune tendenze SEO che bisognerà adottare nel 2023.

1. Le analitiche (analytics)

Il nuovo anno vedrà la necessità dei brand di analizzare i propri dati e farli salire di livello, partendo dalla raccolta, passando dall’analisi, fino ad arrivare agli approfondimenti/insights.

Gli esperti di marketing possono utilizzare Google Analytics per approfondimenti SEO, tra cui:

  • il monitoraggio del traffico mobile per raccogliere dati sulla frequenza di rimbalzo/bounce rates, coinvolgimento e altro;
  • il monitoraggio della barra di ricerca del sito per capire cosa cercano gli utenti quando accedono al proprio sito e individuare un’eventuale lacuna nei contenuti o servizi che potrebbe essere colmata;
  • l’identificazione delle pagine con le prestazioni migliori e quelle meno performanti, per scegliere quali contenuti emulare e quali modificare.

Ma spesso la quantità di dati può essere travolgente. Per fortuna, sono stati implementati degli strumenti che automatizzeranno la raccolta e l’analisi dei dati in modo da non dover monitorare costantemente i numeri manualmente. Ciò garantisce all’azienda di essere sempre al corrente dei cambiamenti nel comportamento di ricerca (search behavior) e in grado di ottimizzare di conseguenza.

L’automazione delle attività SEO tramite strumenti o software ha il pregio di semplificare notevolmente il lavoro del team e consentirgli di concentrarsi su attività più umane e creative. Tra le attività che possono essere automatizzate sono incluse: il rilevamento della posizione (position tracking), la scansione del sito web, l’analisi della qualità dei contenuti, i rapporti, l’analisi dell’intento delle parole chiave e il monitoraggio delle menzioni del brand.

2. La ricerca vocale

L’ascesa degli assistenti digitali come Amazon Alexa, Google Assistant e Siri di Apple, ha aumentato il numero di ricerche vocali: secondo le statistiche condotte negli Stati Uniti, circa il 41% degli utenti adulti e il 55% degli adolescenti utilizzano quotidianamente la ricerca vocale, numeri che sono destinati a crescere negli anni.

L’attuale panorama SEO, dunque, pone al centro dell’attenzione l’ottimizzazione per la ricerca vocale dei dispositivi mobili. Ottimizzare per questi strumenti aiuterà il brand a posizionarsi più in alto su Google, oltre che a migliorarne i tassi di conversione fornendo una migliore esperienza utente.

Quando si ottimizza per la ricerca vocale (voice search), è utile indirizzare le parole chiave sotto forma di domanda, ossia delle long-tail keywords abbastanza specifiche. Una buona strategia è considerare quali possano essere le domande che un potenziale cliente potrebbe fare sul tipo di attività offerta e quindi creare post che diano anticipatamente una risposta a queste domande, per migliorare l’indicizzazione nei riguardi di ricerche in linguaggio naturale.

Il merito è anche dei progressi sul miglioramento dell’Intelligenza Artificiale, che ha cambiato il modo in cui le persone interagiscono con la tecnologia. Questi nuovi strumenti sono in grado di fare previsioni, interpretare e prevedere il linguaggio e riconoscere parole chiave e frasi precise, fino al punto che con l’interpretazione del linguaggio naturale (NLP) è diventato possibile riconoscere l’intento e il contesto di una ricerca. L’aumento delle query vocali ha reso questi sviluppi ancora più efficaci, migliorando l’evoluzione delle IA conversazionali.

Nel 2021 Google ha anche lanciato LaMDA (Language Model for Dialogue Applications) ed ha già annunciato LaMDA 2, una tecnologia che consente agli assistenti vocali di impegnarsi in un dialogo casuale con gli utenti, progettata per discutere tutti gli argomenti e interpretare l’espressione umana per rispondere alla domanda in modo naturale. Le parole chiave sembrano, dunque, essere meno necessarie quando si tratta di ricerche vocali, per questo è importante ottimizzare i propri contenuti per queste query in modo che si posizionino comunque nella SERP.

3. Featured snippets

Si tratta delle caselle dei risultati che spesso appaiono sopra il primo posto nella SERP, delle sezioni di informazioni che sono state estratte da fonti che Google ritiene siano le più utili per l’intento di ricerca. I featured snippets si trovano sotto forma di elenchi puntati, istruzioni, tabelle o semplicemente una o due frasi.

La presenza in queste sezioni può essere molto vantaggiosa per le aziende, grazie alla possibilità di aumentare la percentuale di clic organica, anche senza avere un alto posizionamento della pagina. Tuttavia, è importante considerare che gli snippets incrementano il numero di ricerche senza clic (no-click searches): ciò significa che l’utente non ha fatto clic su uno dei risultati della ricerca, poiché il featured snippet ha già fornito le informazioni desiderate.

A questo punto, prima di condurre un’analisi delle parole chiave da utilizzare, bisogna valutare se il risultato della ricerca contiene o meno un featured snippet: circa il 12% delle query di ricerca contiene uno snippet e la sua presenza tende a ridurre il numero di clic ricevuti.

Sebbene sia impossibile conoscere con esattezza gli sviluppi del futuro, le tendenze SEO per il 2023 sembrano puntare verso un approccio più tecnico e user-friendly. Le aziende dovranno concentrarsi a migliorare l’esperienza utente, oltre a garantire che il loro sito web sia ottimizzato per i dispositivi mobili.

Da qui nasce l’importanza di prestare attenzione alla ricerca vocale e di ottimizzare i propri contenuti per questa tendenza in crescita, e di considerare l’ascesa del video marketing e della ricerca di immagini come tendenza da incorporare nei futuri sforzi di marketing.

fonte: Innova   
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