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Il mercato dell’intrattenimento digitale? È “comandato” dalla Gen Z

Il boom dei videogiochi e la digitalizzazione imposta in qualche modo dalla pandemia, oltre che dalla naturale evoluzione tecnologica, sono tutti fattori che stanno influenzando il modo in cui la Generazione Z vive l’intrattenimento.

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Il mercato dell’intrattenimento digitale? È “comandato” dalla Gen Z
Fonte foto: Pixabay

Nell’intrattenimento contemporaneo, a comandare è la Gen Z. Il che comporta una rivoluzione che fattori come la pandemia hanno soltanto accelerato.

Se infatti può sembrare più o meno scontato lasciare il timone in favore della generazione più giovane, non era altrettanto prevedibile la brusca trasformazione che il mondo dell’intrattenimento ha di fatto subito negli ultimissimi anni.

Il boom dei videogame

Si può parlare di intrattenimento contemporaneo senza citare il gaming e il suo enorme impatto sulle abitudini della Generazione Z?

Sarebbe complicato, così come per le generazioni più datate è difficile capire quanto sia riduttivo parlare di semplici videogame al momento attuale.

La pratica del videogioco non è più qualcosa di solitario e individuale, e anche nelle esperienze di gaming in single player dominano elementi che portano al coinvolgimento totale del pubblico e di altri giocatori.

Il riferimento qui va all’uso di social network pensati appositamente per trasmettere in diretta le proprie sessioni di gioco.

Qualcuno potrebbe pensare ancora a Youtube, ma la realtà è molto più variegata ed è dominata da nomi più freschi, come Twitch, perfetto per le dirette streaming e le interazioni con i propri follower.

Non è un caso che da questo intreccio di fattori, oggi il videogame sia molto più di un gioco, e abbia raggiunto il rango di sport elettronico, o esport.

Musica e streaming per la generazione Z

Dato il primo posto saldamente in mano al gaming, l’ascolto della musica e la visione di film e serie sulle principali piattaforme di streaming non possono che spartirsi il resto del tempo rimasto alla Gen Z. Il tempo è ridotto, evidentemente, se si considera che l’87% della generazione nata tra il 2000 e il 2012 preferisce nettamente i videogiochi.

In ogni caso, si tratta di abitudini che hanno ormai in comune l’utilizzo di abbonamenti per accedere a determinati contenuti. Si va quindi dagli abbonamenti a Spotify per la musica senza interruzioni pubblicitarie, o Netflix e Amazon Prime per film e serie in PPV, passando per quelli necessari al gioco online: in qualsiasi contesto, si finisce per sfruttare strumenti di pagamento come le ricariche paysafecard online, necessarie per l’attivazione di una sottoscrizione senza affidare a un minore la propria carta di credito.

Cosa aspettarsi dal futuro

Il boom dei videogiochi e la digitalizzazione imposta in qualche modo dalla pandemia, oltre che dalla naturale evoluzione tecnologica, sono tutti fattori che stanno influenzando il modo in cui la Generazione Z vive l’intrattenimento.

Ma data la premessa, quali sono le preferenze specifiche della generazione più giovane, che non sa più neanche concepire un mondo senza tecnologia, poiché non ne ha mai visto uno?

Di certo, la prima preferenza va verso l’inclusività e una maggiore responsabilità in vari ambiti, siano essi sociali o ambientali.

L’attenzione verso l’ambiente e la sostenibilità da un lato, o la diversità e l’emarginazione sociale dall’altro, è molto più di un tratto distintivo della generazione Z: è un vanto.

Dall’altra parte, emerge con chiarezza un bisogno più forte di collegarsi: la connessione non è soltanto condivisione di ricordi, ma è anche autentico bisogno di autenticità e di mettersi realmente in gioco, senza filtri o costruzioni alcun tipo.

La conseguenza è forse un livello di ansia maggiore, che può essere un diretto riflesso dell’eccesso di tempo che questa generazione passa connessa a una realtà digitale.

Infine, sono proprio i tempi della vita digitale a segnare quelli di apprendimento: basti pensare al meccanismo dei Reel e al funzionamento di TikTok per rendersi conto di come sia naturale che la soglia di attenzione della generazione Z si sia assestata sugli 8 secondi.

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