Anche Meloni sarà punita dai mercati come accaduto alla premier britannica Liz Truss? Tre test ce lo diranno

La lievitazione della spesa pubblica contenuta nel nuovo piano di bilancio di Londra non è piaciuto agli investitori che hanno fatto crollare la sterlina al minimo storico nei confronti del dollaro e fatto schizzare oltre il 4% il rendimento del Gilt, il titolo di Stato decennale. Per il nuovo governo italiano di centro destra i banchi di prova saranno tre e sono già scritti in agenda

Anche Meloni sarà punita dai mercati come accaduto alla premier britannica Liz Truss? Tre test ce lo diranno
Foto Ansa

La vittoria di Giorgia Meloni non ha spaventato i mercati finanziari. Il risultato era atteso e il fatto che dalle urne sia uscito un risultato netto (ampia maggioranza per il centro destra) è un fatto positivo perché esclude pericolose fasi di incertezza.

Tuttavia quello firmato dagli investitori internazionali non è un assegno in bianco. I primi passi del nuovo esecutivo saranno valutati attentamente e in caso di svolte populiste la fiducia concordata verrebbe immediatamente meno.

I primi tre test a cui dovrà sottoporsi la prima donna premier della storia repubblicana italiana sono già scritti in agenda.

La prima verifica riguarderà la composizione del nuovo esecutivo. Gli investitori valuteranno con attenzione i nomi che saranno chiamati a ricoprire i ruoli chiave ed in particolare colui che sarà chiamato a guidare il ministero dell’Economia.

Il secondo banco di prova vedrà protagonista proprio il titolare del MEF e riguarderà l’approvazione della legge di Bilancio 2023 che dovrà avvenire entro la fine dell’anno con le indicazioni sullo scostamento di bilancio e sulla traiettoria del debito pubblico.

Il terzo test sarà infine il PNRR. In campagna elettorale Giorgia Meloni ha più volte esternato la volontà di apportare modifiche al piano nazionale di ripresa e resilienza ma questa decisione potrebbe creare tensioni con le istituzioni europee.

La capacità del nuovo esecutivo di tenere a bada le pulsioni anti europeiste e di avviare un dialogo costruttivo con Bruxelles è ovviamente di fondamentale importanza per scongiurare possibili tensioni sui mercati finanziari.

Per l’ennesima volta il nostro Paese (e dunque anche il governo Meloni) dovrà fare i conti il pesante fardello del debito pubblico che limita i margini di manovra.

La crisi energetica e la corsa dei prezzi stanno mettendo a dura prova l’economia italiana e servirà una disciplina ferrea per non cedere alla tentazione di affrontare la situazione creando ulteriore debito, ovvero scaricando il costo alle generazioni future.

Quanto accaduto nel Regno Unito dimostra che i mercati finanziari non perdonerebbero politiche fiscali espansive e non sostenibili.

La nomina della nuova premier Liz Truss è stata accolta positivamente dagli investitori. La lievitazione della spesa pubblica contenuta nel nuovo piano di bilancio non è però piaciuta ai mercati che hanno punito severamente la sterlina e i titoli di Stato. La valuta britannica è scesa ai minimi storici nei confronti del dollaro mentre sul mercato obbligazionario è schizzato oltre il 4% il rendimento del Gilt decennale.

Anche nel caso italiano un’eventuale crisi di fiducia sui mercati si scatenerebbe sui titoli di Stato ed inevitabilmente l’andamento dello Spread tra i Btp e i Bund tedeschi tornerebbe alla ribalta riportando indietro le lancette della storia al 2011.

Andamento dello spread 

Andamento dello spread Btp-Bund dal 2011 ad oggi. Il differenziale è ancora sotto controllo nonostante il rialzo avvenuto nei mesi estivi

Corsi e ricorsi storici che potrebbero essere evitati in un solo modo: serietà nell’azione di governo ed in particolare sul fronte dei conti pubblici.

Andamento del rendimento del BTP a 10 anni 

Il rendimento del Btp a 10 mostra già pericolosi segnali di rialzo. Un aumento dei rendimenti pesa sul costo di rifinanziamento del debito pubblico e quindi pesa sui conti pubblici