[Intervista] Crisi dei mercati, l'esperto: "Cosa fare in questo momento e cosa accadrà alle criptovalute"
Tiscali News ha intervistato il consulente finanziario Costantino Forgione

Sui mercati finanziari la crisi sta assumendo dimensioni significative. Dall’inizio dell’anno le perdite dei principali listini azionari sono già in doppia cifra, quelle del Nasdaq oltre il 25%. Non va meglio ai titoli obbligazionari con il Btp decennale che ugualmente ha perso oltre il 10%.
Le cause principali sono note: inflazione e cambio delle politiche monetarie delle banche centrali, pandemia non superata, pace in Ucraina sempre più lontana. Di fronte a un quadro così preoccupante cosa deve fare un investitore? Lo abbiamo chiesto a Costantino Forgione, consulente finanziario con una lunga esperienza professionale alle spalle in alcune delle più grandi banche del mondo (JPMorgan, Merrill Lynch, Deutsche Bank, Societè Generale).
La correzione in corso è simile a tante altre che ci sono state nel corso della storia oppure ci troviamo di fronte a qualcosa di diverso?
"Ho l’impressione che possa essere diversa e più grave rispetto a quelle del passato. Un ribasso delle quotazioni era atteso già dalla fine dell’anno scorso. L’obbligazionario era arrivato a dei livelli che non avevano senso. Con rendimenti negativi era assurdo investire. L’azionario era in bolla come prezzi e questo era stato provocato dall’enorme quantità di liquidità immessa nel sistema dalle banche centrali. Liquidità che ha provocato anche il rialzo esplosivo delle criptovalute, dei meme stock, degli NFT. Si era arrivati a un livello assurdo e dunque la correzione è fisiologica e positiva.
Ma quello che rende molto più preoccupante questa crisi rispetto alle altre del passato è che allora Stati e banche centrali avevano ancora le armi per poter aiutare i mercati. L’inflazione era molto più bassa, c’era molta meno leva (uso di derivati che amplificano l’esposizione degli investitori rispetto al capitale investito ndr) e le quotazioni erano a livelli meno estremi.
Per farci uscire dai problemi degli ultimi anni le banche centrali hanno già usato tutte le cartucce che potevano sparare e ora sono dall’altra parte. La Federal Reserve sta alzando i tassi perché l’inflazione agli attuali livelli (8,3% ad aprile negli Stati Uniti) è un problema molto serio. La crisi in corso è dunque più grave perché potrebbe avvitarsi senza più il supporto delle banche centrali".
Storicamente il mercato obbligazionario ha rappresentato un “porto sicuro” rispetto a quello azionario. Per i motivi spiegati sopra questa volta però le vendite non risparmiamo neanche i titoli di Stato. Dove può trovare “sicurezza” l’investitore?
“La cosa migliore da fare è disinvestire e restare liquidi. Purtroppo questo è qualcosa che nessun consulente finanziario dirà mai, perché se l’investitore vende perde le commissioni sui prodotti di risparmio gestito precedentemente acquistati”.
Però restare liquidi con tassi di inflazione altissimi (+6,2% quella italiana ad aprile) espone comunque a delle perdite in termini reali.
“Certo, però il mio consiglio non è di restare liquidi per 2 anni ma per 2 o 3 mesi. E’ vero che si perde un quarto dell’inflazione annua, quindi l’1 o il 2%, ma si evita il rischio di andare incontro a perdite significative sull’obbligazionario o sull’azionario. Restare liquidi offre dunque la possibilità di potere rientrare nel mercato con quotazioni scontate del 15/20% rispetto a quelle attuali.
Se in questo frangente di tempo uno vuole proprio investire allora può comprare degli ETC sulle commodities oppure degli inflation linked a breve scadenza. Ma come detto prima, secondo me la cosa migliore da fare è restare liquidi per un po’ di tempo”.
Il mondo cripto è quello più colpito dal ribasso. Dall’inizio dell’anno bitcoin ha perso oltre il 30%, ethereum oltre il 40. Avevano ragione i vecchi “bacucchi” che ammonivano sull’esistenza di una gigantesca bolla?
“Io sono un vecchio bacucco che la pensa esattamente come Warren Buffet. A differenza di azioni e obbligazioni le cripto non hanno valore intrinseco in quanto non producono e non rendono nulla. Il valore viene determinato solo dal fatto che ci sia sempre più gente disposta ad acquistarle ad un prezzo sempre più alto. E’ un perfetto schema Ponzi in cui i vecchi investitori vengono pagati dai nuovi che spingono i prezzi sempre più in alto. Nel momento in cui non ci sono abbastanza più acquirenti lo schema Ponzi crolla ed è esattamente quello che sta succedendo adesso.
Temo che sarà una enorme distruzione di valore, per certi aspetti simile a quella della new economy all’inizio degli anni 2000, in cui molti titoli arrivarono praticamente ad azzerare le quotazioni. La distruzione di valore ovviamente non si fermerà alle criptovalute ma si estenderà anche agli NFT”.