La rivoluzione nelle scuole italiane: l'IA utilizzata anche nei primi stadi dell'educazione
di Tommaso Fatichi
Pur mantenendo l’educazione umana attraverso gli insegnanti “classici” quest’ultima parte, in Italia anche nelle prime fasi scolastiche alcuni istituti stanno abbracciando l’Intelligenza Artificiale.
A Dalmine gli studenti dell’Itis Marconi imparano Dante insegnandolo all’intelligenza artificiale. La professoressa di lettere ha assegnato sei canti della Divina commedia con il compito di analizzare personaggi, storie, figure retoriche, metafore e trasmettere la lezione a un robot dotato di AI. Alla fine la professoressa interroga direttamente il robot per valutare la loro preparazione.
Anche il mondo dell’educazione si trova ad affrontare l’innovazione dell’Ai generativa, una tecnologia con cui i ragazzi di oggi dovranno senz’altro confrontarsi. Con questo avvento, è facile immaginare il fatto che l’85% dei posti nel 2030 oggi non esiste, di cui buona parte di questi avranno a che fare con l’Ai. Ma non tutto l’apprendimento si deve limitare alla tecnologia.
A Bergamo 1.800 ragazzi di scuola media sono stati introdotti al teatro durante le ore scolastiche con una performance finale che ha coinvolto le piazze dell’intera città recitando testi creati da loro stessi: «Sono diventati protagonisti, per una volta visibili agli occhi degli adulti - ricorda Maria Grazia Panigada, curatrice del progetto “Pioverà bellezza”.
Nell’era nascente dell’intelligenza artificiale, nelle scuole si parla di emozione e di coinvolgimento, di mettere le persone al centro dell’apprendimento come protagonisti. Oggi più che mai «i ragazzi hanno una capienza cognitiva più elevata degli adulti, ma la velocità di fruizione del contenuto – 30 secondi in media – richiede un punto di ingresso molto rapido da sfruttare per il loro coinvolgimento», sottolinea Roberto Frasca, direttore creativo di Ett.
È vero che finora sono mancate evidenze empiriche dell’impatto positivo delle tecnologie sull’apprendimento, ma ora si tratta di trovare un giusto equilibrio tra le tecnologie, i linguaggi, i canali. Tuttavia, è sempre necessario prestare attenzione al suo utilizzo.
Secondo i risultati di un sondaggio di Quorum/YouTrend sull’AI solo il 41% degli studenti sa cosa sia effettivamente, solo un quarto la utilizza su stimolo dell’insegnante, con il risultato che due ragazzi su tre utilizzano l’AI per fare i compiti scolastici. Che è poi l’uso più pericoloso, non abilitando quel pensiero critico a cui la scuola dovrebbe abituare.
Con l’avvento dell’educazione a distanza, anche l’intelligenza artificiale con i suoi pro e contro si fa viva per aiutare anche le giovani generazioni, spesso più propense ad apprenderne l'utilizzo.
