L’ultima previsione di Musk sull’IA è terribile: è arrivato il momento di anticipare la Jihad Butleriana di Dune?
Ancora una volta Elon Musk fa parlare di sè. Nel corso di una intervista su X con Nicolai Tangen, il numero uno di Norges Bank Investment Management, il noto imprenditore ha affermato che "le capacità dei nuovi modelli di intelligenza artificiale supereranno l'intelligenza umana entro la fine del prossimo anno se la fornitura di energia elettrica e l'hardware saranno in grado di soddisfare le crescenti richieste della tecnologia".
Non è la prima volta che Musk fa previsioni simili. Lo scorso novembre intervenendo in un evento organizzato dal governo britannico aveva spiegato che “disporremo di qualcosa che, per la prima volta, sarà più intelligente dell’uomo" e "arriverà un momento in cui non ci sarà più bisogno di un lavoro“. Dichiarazioni pronunciate di fronte al primo ministro britannico Rishi Sunak a conferma che non si trattava di uno scherzo.
“Si potrà avere un lavoro se si vuole avere un’occupazione per soddisfazione personale. Ma l’intelligenza artificiale sarà in grado di fare tutto. Non so se questo metterà le persone a proprio agio o a disagio" perché "una delle sfide del futuro sarà come trovare un senso alla vita" aveva concluso l'imprenditore.
Tutti sanno che Elon Musk è un personaggio singolare e stravagante. Per salvare l’umanità vuole portarla su Marte e da questo si capisce che non ha una visione molto ottimistica su quello che accadrà nel nostro Pianeta. Ma su due cose non si può discutere. Primo: conosce la tecnologia come pochi nel mondo. Secondo: la previsione sul fatto che si arriverà entro poco tempo alla singolarità, ovvero ad avere un’IA più intelligente dell’uomo, è condivisa anche da altri scienziati come Ray Kurzweil e Nick Bostrom, solo per citarne due famosi. Il superamento dell’IA sull’intelligenza umana è dunque dato per certo da una buona fetta degli esperti, l’unico dubbio riguarda la tempistica.
Uno dei film recenti di maggiore successo è Dune di Denis Villeneuve, tratto dal celebre romanzo di Frank Herbert, scritto nel 1965. La storia è ambientata in un lontano futuro, circa 24 mila anni, su Arrakis, un pianeta desertico e arido, dove la risorsa più preziosa è la spezia melange, una sostanza fondamentale per l'economia interstellare.
Nel futuro immaginato da Herbert, e ben rappresentato nel suo film da Villeneuve, la lotta per il potere politico ed economico resta ancora al centro delle attività e delle preoccupazioni degli esseri umani ma (e questo è forse l’aspetto più sorprendente del romanzo) non c’è nessuna traccia di tecnologie digitali avanzate. Non ci sono computer o altre macchine intelligenti.
Il motivo (spiegato dallo stesso Herbert) è che circa 10 mila anni prima gli eventi decritti nel romanzo, nell’universo c’era stata una guerra santa chiamata Jihad Butleriana contro le macchine intelligenti causata dalla paura che potessero diventare una minaccia per l'umanità. Come risultato della Jihad Butleriana, tutte le macchine intelligenti vennero distrutte e la loro produzione proibita.
Herbert immaginò questo evento in un lontano futuro. Nel 1965 era forse impossibile prevedere gli sviluppi attuali dell'intelligenza artificiale e dunque prevedere che la minaccia (ovvero la totale sostituzione dell’uomo con le macchine ipotizzata da Elon Musk entro la fine del 2025) sarebbe avvenuta dopo appena 60 anni.
E’ arrivato il momento di anticipare la Jihad Butleriana immaginata da Herbert? Non è facile rispondere a questa domanda. Una cosa però si può dire con certezza: se le forze economiche (e politiche) dominanti lasciano gli uomini senza lavoro, e dunque senza reddito e senza un senso alla vita, inevitabilmente qualcosa accadrà. Un'enorme responsabilità incombe sulle élite dominanti.