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Design computazionale, nuovo corso del SIDI per imparare uno dei mestieri del futuro

Il design computazionale, grazie all'ampio spettro di applicazioni, rappresenta il futuro per molte discipline. Un corso del SIDI coinvolgerà Onur Yüce Gün, uno dei massimi esperti internazionali, qua intervistato da Tiscali.

Simone Trebbidi Simone Trebbi   
Onur Yüce Gün
Onur Yüce Gün

Quando si parla di design computazionale, è difficile non fare riferimento a Onur Yüce Gün.

Primo designer computazionale di New Balance Athletics, dove sviluppa concept di calzature rivoluzionarie e visioni di ampio respiro a livello di progettazione e innovazione, Onur dedicherà a questa disciplina un intero corso organizzato dal SIDI, lo Swiss Institute for Disruptive Innovation.

All’interno delle 35 lezioni, in partenza da martedì 19 luglio, Onur Yüce Gün tratterà argomenti come: imparare a usare l'informatica per creare soluzioni di design innovative e significative, il pensiero e la creazione del design computazionale.

Questo approccio può essere applicato all’interno di un ampio spettro di discipline come l'architettura, il design del prodotto e l'ingegneria meccanica.

Il corso è infatti altamente consigliato per architetti, designer, ingegneri, artisti e studenti.

Tiscali ha intervistato l’esperto e relatore del corso per scoprire come nasce il suo amore per il design computazionale e quali saranno le sue applicazioni future.

Onur, qual è la sua storia? E come nasce il percorso che l’ha portata a diventare uno dei maggiori esperti di design computazionale?

Ho sempre avuto un approccio molto visuale all’esistenza e alla vita stessa, e crescendo ho avuto modo di scoprire le mie capacità di ragionamento e razionalizzazione.

Queste due qualità non si escludono a vicenda, per cui sono spesso stato costretto a scegliere tra "arti" e "scienze" all'interno dei sistemi educativi convenzionali.

Non ero soddisfatto di ciò che mi veniva offerto in questo sistema di dualità.

Innanzitutto, mi sono trasferito dalla scuola di ingegneria a quella di architettura e poi, nel 2002, ho sentito parlare per la prima volta di design computazionale.

Il resto è stata una continua e fantastica esperienza di apprendimento del design computazionale e di superamento dei limiti nei luoghi in cui ho lavorato.

Ho conseguito il master e il dottorato in progettazione computazionale al MIT. Ho insegnato al MIT, alla Rhode Island School of Design e alla Istanbul Bilgi University. Ho fondato e diretto team di progettazione computazionale presso Kohn Pedersen Fox a New York e New Balance Athletics a Boston.

Sono considerato un leader del settore e ho avuto l'opportunità di tenere conferenze internazionali negli Stati Uniti, in Europa e in Asia.

Penso comunque che questo sia solo l'inizio e che ci sia ancora molto margine per dare un contributo attivo alle persone, all'industria e al mondo accademico.

Ho molto da condividere e ho bisogno di più canali per farlo. 

Il design computazionale unisce le potenzialità degli algoritmi ai metodi di progettazione tradizionali del CAD, offrendo soluzioni creative prima impensabili non solo in ambito architettonico. Il suo lavoro presso New Balance propone idee di design fortemente orientate all'innovazione. Quali sono i limiti e le potenzialità del design computazionale e delle sue applicazioni?

Le opportunità del design computazionale, potenzialmente, sono infinite.

Le idee progettuali che siamo stati in grado di esplorare utilizzando i metodi di progettazione computazionale in passato, tra cui la modellazione generativa e le visualizzazioni, richiedono oggi soltanto una frazione del tempo che impiegavano in passato.

Inoltre gli strumenti di intelligenza artificiale emergenti hanno fatto passi in avanti incredibili nel supportare i processi di progettazione; oggi infatti possiamo non solo esplorare le idee, ma anche replicare i progetti utilizzando strumenti di simulazione. La fabbricazione digitale, perciò, sta diventando una parte indispensabile dei processi di prototipazione e produzione.

Tutto ciò potrebbe in apparenza sembrare fantastico, ma vorrei sfidare tutti con questa domanda: con tutta la brillante ricerca, gli strumenti emergenti di progettazione computazionale e le capacità di fabbricazione digitale, siamo arrivati a un punto in cui creiamo progetti "appariscenti" con uno sforzo minimo. In futuro, come potremo definire ciò che è un buon design?

Come riusciremo a separare le tendenze futili dai valori eterni?

Una volta che si sviluppano le competenze per farlo, e si sviluppano una mente e degli occhi critici, si trovano poi le risposte.

E poi, la scala è solo una questione di trasformazione e applicazione di queste idee in diversi ambiti.

Se si hanno le giuste motivazioni e competenze, si possono progettare grattacieli intelligenti e scarpe belle e al contempo performanti.

Il design computazionale ha permesso la creazione di opere architettoniche futuristiche e iconiche, e sembra riuscire a stimolare la vena artistica di progettisti e designer. Ha e avrà uno sviluppo anche nel campo dell'arte?

Certamente, e credo che l'effetto non potrà che crescere in futuro.

Potremmo anche affermare il contrario: gli sviluppi degli strumenti di progettazione artistica, come i software di editing di immagini 2D o di simulazione e animazione 3D, hanno ispirato profondamente l'architettura.

A mio avviso si tratta di una relazione del tutto bidirezionale: negli ultimi cinque anni, infatti, abbiamo assistito a un enorme balzo in avanti nella generazione automatica di immagini grazie alle tecniche di AI e ML.

I recenti strumenti di AI da testo a immagine consentono a designer e artisti di eseguire ed esplorare rapidamente le idee visive, ed è possibile partire da un punto astratto, divergere e poi convergere, che è uno dei meccanismi principali della produzione di progetti e opere d'arte.

Gli strumenti di progettazione computazionale emergenti consentono a un maggior numero di persone di scoprire e sfruttare le proprie pulsioni creative.

Questo è un aspetto meraviglioso, perché senza l'arte siamo umani incompleti e, se continuiamo a espandere i modi in cui creiamo opere d'arte, ci avvicineremo al nostro io interiore.

Può spiegarci brevemente le caratteristiche del Computational Design, in particolare il software utilizzato e la programmazione visiva "a node and spaghetti"?

Il design computazionale viene spesso identificato utilizzando nomi di software specifici.

Si tratta di una pratica molto scorretta, che tende a togliere valore alle competenze e restringerebbe la prospettiva nel pensiero e nell'esecuzione del progetto.

Nelle prime sette lezioni che ho preparato per il SIDI, spiego cos'è veramente il design computazionale.

La programmazione visuale è un modo per "tracciare" le vostre idee progettuali mentre, o dopo averle discretizzate in passi procedurali precisi.

Ogni fase viene costruita utilizzando pezzi di codice più piccoli, che vengono rappresentati come nodi.

Poiché un "programma" richiede che questi pezzi di codice più piccoli vengano letti ed eseguiti in un ordine specifico (o in cicli), si collegano i nodi usando "fili" o "linee", chiamati spaghetti.

È essenziale imparare perché la programmazione visuale è importante e come funziona, piuttosto che imparare un software specifico.

Naturalmente, l'apprendimento di questi strumenti aumenta anche la comprensione del loro funzionamento interno.

Preferisco tuttavia insegnare questi strumenti con una prospettiva più ampia, in modo che si possano poi trasmettere le proprie competenze ai successivi software di programmazione visuale, ad esempio nel 2030, 2040 e così via. 

Cosa cambia rispetto al modello di progettazione classico, e cosa comporta per il progettista adattarsi a questo nuovo sistema?

Ho visto che il modello di design classico non muta immediatamente, ma si evolve e si trasforma lentamente.

È pertanto fondamentale capire come funzionano le tendenze, cosa cambia rapidamente e cosa rimane costante.

In questo senso, gli strumenti di progettazione si evolvono e aiutano il pensiero progettuale, l'esecuzione e la produzione a evolversi.

Tuttavia, il ragionamento e l'esigenza di edifici e prodotti più performanti e più belli non cesseranno mai.

Il mio consiglio ai progettisti è quello di mantenere le loro competenze fresche e aggiornate, interpretando il mondo con menti e occhi generosi e critici.

Non comprate tutto ciò che vi viene venduto come "nuova tecnologia"; informatevi e mettete alla prova i nuovi strumenti.

Ma usateli anche per capire i meccanismi dei nuovi metodi di progettazione. Lavorate per migliorare le vostre capacità analitiche, imparate un po' di matematica e soprattutto rafforzate le vostre conoscenze geometriche: saranno fondamentali. Ma non cercate mai di diventare uno scienziato o un matematico, non ne sareste in grado, e comunque non dovreste farlo!

Investire nella visione è fondamentale, perché un occhio critico vi aiuterà ad andare lontano come una formula matematica non potrà mai fare!

Che ruolo avrà in futuro la progettazione per algoritmi?

Gli algoritmi sono sempre stati parte integrante del design fin dal 2500 a.C., migliaia di anni prima della nascita etimologica della parola (che risale al XIII secolo).

Algoritmo, come parola, implica una sequenza finita di istruzioni.

Queste istruzioni possono essere definite ed eseguite in presenza o meno di computer.

Naturalmente, l'introduzione dei computer digitali da parte di Turing ha rappresentato una pietra miliare significativa per la definizione e l'esecuzione degli algoritmi in bit digitali.

I computer hanno infatti permesso ai progettisti di tradurre i loro concetti in entità algoritmiche, che a propria volta hanno prodotto un'enorme quantità di opzioni di progettazione e persino sorprese inaspettate.

In futuro i progettisti lavoreranno con gli algoritmi in modo simile a come li hanno usati finora (come fasi di procedure eseguite da istruzioni).

Tuttavia, mi aspetto che gli strumenti computazionali diventino sempre più accessibili.

Quanto è importante seguire un corso e studiare per imparare a sfruttare correttamente le potenzialità del design computazionale? Quali sono le opportunità per i progettisti che si specializzeranno in questa materia?

È molto importante, direi fondamentale.

A volte vedo persone che confondono il "saper costruire modelli parametrici" con "sapere cos'è la progettazione computazionale".

In realtà, non hanno quasi nulla a che fare.

Se sapete costruire modelli parametrici per qualcuno, non siete molto diversi dal disegnatore del XX secolo, che realizzava i disegni di un edificio per un architetto.

Il design computazionale è un campo di nicchia in continua crescita che in futuro diventerà un punto di snodo tra le discipline.

I progettisti computazionali sono già ricercati, ogni giorno di più, in tutte le discipline.

Non stupitevi quindi se sentite parlare di una società di investimenti finanziari che assume un progettista computazionale.

È fondamentale seguire il corso giusto per determinare il proprio percorso di crescita nel campo della progettazione computazionale e prosperare con le conoscenze e la motivazione adeguate.

In questa sede sarò sicuro di me e vi dirò che sto preparando un corso di progettazione computazionale unico nel suo genere, distillando ciò che ho imparato, sperimentato e costruito negli ultimi vent'anni, frequentando università e aziende leader nel mondo.

È possibile apprendere competenze tecniche trovando la fonte giusta, ma sarà difficile trovare cosa insegnerò in questo corso e come lo insegnerò.

Ci sono molte opportunità nel campo del design computazionale, e questo corso è rivolto a coloro che desiderano approfondire l'argomento e sognano di diventare leader o designer o artisti indipendenti e autonomi.

Simone Trebbidi Simone Trebbi   
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