Due delle persone più potenti del mondo: settimana lavorativa da tre giorni è possibile
L’avvento dell’intelligenza artificiale trasformerà profondamente l’economia e il mondo del lavoro entro pochi anni. La presentazione del robot Figure 01, che incorpora ChatGPT, ovvero l’IA sviluppata da Open AI, ha dimostrato che gli androidi sono già in grado di svolgere mansioni complesse e allo stesso tempo conversare in modo naturale con un essere umano.
La robotica è solo però uno degli aspetti più spettacolari della nuova rivoluzione tecnologica in atto. Il numero di applicazioni di intelligenza artificiale in grado di svolgere compiti tradizionalmente svolti dall’uomo si moltiplica ogni giorno.
E non è dunque un caso che due delle persone più potenti del mondo, il fondatore di Microsoft, Bill Gates, e l’amministratore delegato di JP Morgan, Jamie Dimon, siano arrivati alla stessa conclusione: l’intelligenza artificiale sta aprendo (potenzialmente) la strada a una settimana lavorativa di tre giorni. Il motivo è semplice: l’IA aumenta la produttività in modo esponenziale e dunque sarà possibile fare in 3 giorni quello che ieri si faceva in 5 giorni. L’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata in particolare per liberare le persone dai compiti noiosi e ripetitivi.
Non è detto che effettivamente si arriverà a una giornata lavorativa di 3 giorni. Anche la rivoluzione digitale a cavallo tra la fine dello scorso millennio e di quello in corso ha fatto esplodere la produttività ma nessun beneficio (o quasi) è andato ai lavoratori. La maggiore produttività si è trasformata quasi esclusivamente in una maggiore ricchezza dei top manager e degli azionisti.
Paradossalmente il rischio è che si vada in una direzione opposta a quella ipotizzata da Bill Gates e Jamie Dimon ovvero: nessun accorciamento della settimana lavorativa ma semplice sostituzione dei lavoratori con l’intelligenza artificiale. Tradotto in altri termini: boom della disoccupazione.
Ma anche ipotizzando che alla fine prevalga il buon senso (o l’interesse di salvare il capitalismo stesso) come verrebbe finanziata una riduzione della settimana lavorativa? Chi pagherebbe il conto? Bill Gates e Jamie Dimon non dicono nulla a riguardo. Le ipotesi percorribili non sono tante ma di fatto solo tre.
La prima via è una riduzione dello stipendio rispetto a quanto percepito a tempo pieno senza nessuna compensazione. Il lavoratore dovrebbe accontentarsi solo del fatto di conservare l’impiego. La seconda via è sempre una riduzione dello stipendio ma in parte compensata da un contributo erogato dall’azienda e/o dallo Stato. La terza via (decisamente la meno probabile) è invece una salvaguardia dei livelli retributivi grazie alla maggiore produttività.
Il tema è talmente spinoso che è ancora assente dal dibattitto politico nonostante l’intelligenza artificiale sia ormai realtà. Nessun politico ha il coraggio di parlare delle conseguenze che l’IA avrà sul mercato del lavoro. Ma è solo questione di tempo, prima o poi il problema andrà necessariamente affrontato.