[Intervista] “E' la competenza del futuro ma la narrazione sul prompt engineering è falsa"
Per capire meglio la rivoluzione di ChatGPT Tiscali News ha sentito Nicholas Moreno, co-founder di Officina Tecnologica, che dal 2021 sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale conversazionale
![[Intervista] “La narrazione sul prompt engineering è falsa, ecco cosa è veramente”](/export/sites/innovazione/.galleries/23/Lavoro-computer-0011.jpg_613881476.jpg)
La previsione di Robin Li, cofondatore e CEO del gigante cinese Baidu, è che tra 10 anni la metà dei posti di lavoro nel mondo riguarderà il prompt engineering ovvero la progettazione di istruzioni per le applicazioni di intelligenza artificiale generativa come ChatGPT. Secondo la narrazione che si sta diffondendo sul web figure professionali di questo tipo non richiedono un background tecnico, sarebbero alla portata di tutti e potrebbero arrivare a guadagnare anche 300 mila euro l’anno. Tutto vero? Per capirlo Tiscali News ha deciso di parlare con chi sta già facendo questo lavoro, Nicholas Moreno, co-founder di Officina Tecnologica, startup italiana con collaboratori sparsi in tutto il mondo, che dal 2021 sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale conversazionale per le aziende, ovvero applicazioni in grado di interagire con gli esseri umani attraverso un linguaggio naturale, esattamente come avviene con ChatGPT.
Partiamo dal prompt engineering. E’ davvero la professione del futuro?
“Sicuramente è una competenza importante però bisogna fare un po’ di chiarezza perché la narrazione esistente è totalmente falsa”.
Perché è falsa?
“Perché il prompt engineering non è in realtà una professione ma come ho appena detto una specifica competenza di una figura professionale molto più ampia e complessa. Faccio un esempio per rendere l’idea. Un pizzaiolo che usa il forno a legna deve saper accendere il fuoco ma certamente questa è solo una delle tante cose che deve saper fare”.
Quindi si sta utilizzando il termine di prompt engineer (ingegnere del prompt) in modo non corretto.
“Esatto. I prompt sono le istruzioni che si danno ai modelli di intelligenza artificiale conversazionale, per esempio quelli sviluppati da OpenAI e utilizzati da ChatGPT, ma queste direttive sono solo un aspetto di una attività molto più complessa che riguarda la creazione e l'addestramento delle applicazioni".
Ipotizziamo che un'azienda chieda a Officina Tecnologica di utilizzare la tecnologia di OpenAI per automatizzare il loro servizio clienti. Puoi descrivere sinteticamente il processo che seguite per arrivare alla creazione dell'applicazione?
"La prima cosa da capire è che se decidiamo di utilizzare uno dei modelli sviluppati da Open AI e utilizzati da ChatGPT, esempio GPT4, non possiamo farlo direttamente ma dobbiamo importarlo dentro un’altra applicazione che rappresenterà l’infrastruttura tecnologica dell’azienda che vuole automatizzare il servizio clienti. Come Officina Tecnologica abbiamo sviluppato una tecnologia specifica per fare questo che si chiama Aisaac. Però prima di importare GPT4 dentro Aisaac dobbiamo istruirlo".
E qui entra in gioco il prompt engineering?
“Esatto. Ma come ho già detto l’istruzione del modello per adattarlo alle specifiche esigenze dell'azienda è una attività piuttosto complessa che prevede più fasi. La prima è la definizione dei prompt ovvero delle istruzioni specifiche per indirizzare il comportamento del modello. Questa è la fase più semplice dell’addestramento e comporta anche il setting dei parametri, come per esempio la temperatura che dice al modello quanto deve essere creativo oppure preciso. La seconda fase dell’addestramento è detta fine tuning ed è più complessa perché comporta il trasferimento di informazioni nella base di conoscenza del modello che hanno il compito di customizzarlo ovvero di adattare il suo comportamento alle specifiche esigenze del cliente".
Quando avviene invece l'addestramento del modello sui prodotti/servizi dell'azienda?
"O nel fine tuning oppure alternativamente nell'applicazione/infrastruttura, per esempio Aisaac, attraverso il caricamento della base di conoscenza specifica del cliente (documentazione commerciale, schede prodotto, contrattualistica e così via) che il modello utilizza per rispondere alle domande che arrivano al servizio di assistenza".
In effetti è un'attività ben diversa dalla semplice creazione delle domande (prompt) da sottoporre a ChatGPT per migliorare le sue risposte.
"Esatto. La creazione dei prompt è solo una tra le tante competenze che bisogna avere per progettare e istruire le applicazioni di intelligenza artificiale".
Con riferimento all’avvento di ChatGPT si parla di un punto di svolta nella storia. Anche in questo caso si tratta di una narrazione mediatica fasulla?
"A mio avviso sono esagerate le preoccupazioni sul fronte del lavoro, perché è vero che alcune occupazioni spariranno ma ne nasceranno anche di nuove. Per quanto riguarda invece gli effetti sul mondo aziendale concordo sul fatto che ci troviamo di fronte ad una e vera e propria rivoluzione”.
Perché è una rivoluzione?
“Da anni ormai ci troviamo nella società dell’informazione. La produzione di dati è enorme. Aziende e singole persone sono inondate dai dati. Applicazioni come ChatGPT rappresentano un cambio di paradigma perché semplificano l’accesso a questi dati, perché il tutto avviene attraverso il linguaggio naturale”.
Ci puoi fare un esempio concreto?
“Alcuni clienti di Officina Tecnologica fanno parte del settore bancario. Stiamo costruendo delle applicazioni che consentono agli impiegati di recuperare dati fondamentali per l’espletamento di alcune procedure, come la concessione di un prestito ad una azienda. Le applicazioni che stiamo sviluppando sono cioè degli archivi parlanti che forniscono ai funzionari informazioni utili in modalità conversazionale. Ma questo è solo un esempio. Lo stesso si può fare in uno studio legale dove l’archivio parlante fornisce risposte sulle cause simili precedenti, e così via”.
Dopo l’avvento di internet e dunque del digitale ogni azienda ha creato il proprio sito web. Si verificherà un processo simile con ChatGPT, ovvero ogni azienda svilupperà una propria applicazione di intelligenza artificiale conversazionale?
“Si, è molto probabile. Officina Tecnologica crede assolutamente in questo scenario”.
E per quanto riguarda invece le singole persone. Quali novità dobbiamo aspettarci?
“Prevedo una diffusione sempre maggiore di assistenti personali che ci aiuteranno ad accedere e gestire in modo semplice, ovvero conversazionale, i nostri dati personali. Perché anche noi, come singoli individui, siamo ormai immersi nell’età dell’informazione”.
