L'arrivo di ChatGPT Search è un punto di svolta per la ricerca online. Il dato che fa tremare Google
OpenAI ha ufficialmente lanciato ChatGPT Search, il nuovo motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale generativa. Annunciato da mesi questo strumento punta a inserirsi come alternativa a Google, da tempo il dominatore incontrastato del settore. La novità sviluppata dall'azienda guidata da Sam Altman punta ad offrire agli utenti un’esperienza di ricerca rivoluzionaria. Ma quale è esattamente la differenza principale rispetto a Google? In effetti non è una cosa di poco conto. Google presenta un elenco di link a pagine web pertinenti, accompagnati da brevi descrizioni. L'utente deve navigare tra questi risultati per trovare le informazioni desiderate. ChatGPT Search invece fornisce risposte concise e dirette in linguaggio naturale, sintetizzando le informazioni rilevanti e presentandole come una conversazione. Le fonti utilizzate sono indicate, permettendo all'utente di approfondire se necessario.
Questa modalità di risposta proposta da ChatGPT Search non è una novità assoluta perché da tempo è stata lanciata da Perplexity, un motore di ricerca conversazionale basato sull'intelligenza artificiale sviluppato da ex ricercatori di Google AI e OpenAI. Perplexity conta al momento circa 10 milioni di utenti attivi mensili. Chi lo utilizza capisce immediatamente quali sono i benefici rispetto ai motori di ricerca tradizionali. L’esperienza d’uso è nettamente migliore e considerando che ChatGPT Search non è una piccola startup come Perplexity AI, che deve farsi conoscere, ma è il prodotto di un gigante come Open AI, non è difficile prevedere che per Google potrebbero presto arrivar tempi molto difficili.
Google è in ritardo sul fronte dell’intelligenza artificiale. Gemini, il suo modello di AI, non è all’altezza dei concorrenti (non solo ChatGPT ma anche Claude di Anthropic) e se non arrivano rapidamente progressi da utilizzare sul fronte della ricerca, la sua stessa esistenza è in pericolo.
Nonostante le tante linee di business Google Search rappresenta ancora il core business di Google. Nel terzo trimestre del 2024 Alphabet (la holding del gruppo) ha registrato ricavi per 88 miliardi di dollari. Di questi ben il 55,7% (ovvero 49 miliardi) sono stati generati dal business della ricerca. Le altre voci più rilevanti (gli abbonamenti alle piattaforme e il cloud) valgono 11 miliardi ciascuna, ovvero lo 12,5% l'una.
E’ lecito dunque attendersi una risposta a stretto giro in arrivo da Mountain View. I mercati finanziari sembrano per il momento credere alla capacità di reazione di Big G. Wall Street ha reagito positivamente alla recente trimestrale di Alphabet, con un aumento significativo del prezzo delle azioni subito dopo l'annuncio dei risultati e anche l’arrivo del nuovo motore di ricerca di OpenAI non ha creato panico. E’ evidente però che si tratta di una fiducia a tempo e si sa che nella Silicon Valley il tempo scorre molto velocemente.