Il rischio non solo esiste ma è anche grande: l’uomo del futuro potrebbe essere un “buono a nulla”
La lista delle attività affidate ai robot e all'intelligenza artificiale è sempre più lunga. Microsoft si appresta a integrare ChatGPT con Word e anche la capacità di scrivere testi complessi autonomamente diventerà un privilegio per pochi
Il film d’animazione WALL-E, prodotto nel 2008 dai Pixar Animation Studios, in co-produzione con Walt Disney Pictures, è uno dei film più belli di inizio secolo. E’ noto in particolare per il suo messaggio ecologista ma tra le scene più toccanti c’è sicuramente quella relativa al futuro distopico che attende l’uomo, descritto come un essere pigro, sovrappeso, incapace persino di sollevarsi da terra da solo e totalmente immerso in un mondo digitale e consumistico.
Le ultime notizie che arrivano dal mondo dell’innovazione tecnologica ci spingono a credere che la distopia descritta in WALL-E potrebbe essere molto più realistica di quanto si poteva pensare nel 2008. Un’attenta riflessione merita in particolare quanto sta accadendo sul fronte della robotica e dell’intelligenza artificiale.
ROBOT PER TUTTI LE ESIGENZE
Per quanto riguarda il primo aspetto (la robotica) l’elenco dei robot in grado di svolgere mansioni precedentemente svolte dagli esseri umani è ormai lunghissimo: Robot spazzini (esattamente come WALL-E che deve ripulire la Terra abbandonata dall’umanità), robot muratori, robot infermieri, robot corrieri, robot agricoltori, robot soldati, ecc. Per capire di cosa sono ormai capaci le macchine moderne potrebbe essere utile vedere qualche video della Boston Dynamics (uno lo trovate in fondo all’articolo).
I robot non hanno mai destato troppa preoccupazione perché nascono per sostituire gli uomini nello svolgimento di attività fisiche. Nelle grandi fabbriche manifatturiere sono ormai utilizzati da decenni e in fondo gli ultimi modelli sono semplicemente più versatili e intelligenti.
Ciò che invece sta cambiando le regole del gioco è l’accelerazione dell’intelligenza artificiale che va a sostituire gli esseri umani non nelle attività fisiche ma in quelle intellettuali. E (attenzione) non in quelle di routine ma in quelle creative.
L'ARRIVO DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA
Per alcuni l’arrivo di ChatGPT lo scorso autunno è stato un vero e proprio shock. L’intelligenza artificiale generativa sviluppata da OpenAI è in grado di scrivere codice informatico, articoli giornalistici, lettere commerciali. Altre applicazioni di intelligenza artificiale sono in grado di diagnosticare malattie, difendere un cittadino in un’aula di tribunale, comporre musica e dipingere quadri. Non esiste più singola professione intellettuale che non corra il rischio di essere soppiantata.
La stragrande maggioranza delle persone è però rimasta indifferente a ChatGPT. L’innovazione tecnologica viene percepita come un qualcosa di distante dalle preoccupazioni del quotidiano. Tutto sommato hype giornalistico utile per attrarre lettori.
L'INTEGRAZIONE DI CHATGPT NELLE APPLICAZIONI DI OFFICE
Nel giro di breve tempo la consapevolezza generale potrebbe però cambiare grazie a Microsoft che dopo aver integrato ChatGPT nel suo motore di ricerca Bing è pronta a farlo anche negli altri suoi servizi e in particolare su quelli di Microsoft Office, utilizzati da più di 1 miliardo di persone nel mondo.
Per esempio su Word, il noto programma di scrittura di Microsoft, l’intelligenza artificiale verrebbe utilizzata non solo per dare suggerimenti sui singoli termini (come già avviene ora) ma per proporre la scrittura (o riscrittura) di intere frasi e testi (funzione già disponibile su ChatGPT).
Bello? Se pensiamo alla fatica che si può risparmiare senz’altro sì, ma se guardiamo le cose con una prospettiva diversa allora intuiamo che ci stiamo muovendo alla velocità della luce verso uno scenario distopico: l’uomo perderà la capacità di scrivere testi per il semplice motivo che ci penserà l’intelligenza artificiale a farlo al posto nostro.
Accadrà esattamente la stessa cosa sperimentata con la diffusione delle calcolatrici: la maggior parte delle persone ha perso la capacità del calcolo matematico mentale in quanto superflua.
L'ELENCO DELLE COMPETENZE A RISCHIO
Ma scrittura e calcolo sono solamente due delle competenze destinate ad essere perse. Non avremo più nessuno stimolo a imparare le lingue straniere (ci sono i traduttori). Non avremo più bisogno di imparare a guidare un veicolo (la guida autonoma prima o poi sarà realtà). Non avremo più bisogno di saper corteggiare un partner (ci sarà un’applicazione di intelligenza artificiale che lo troverà per noi). Gli esempi possono essere davvero tanti.
Ci avvicineremo sempre di più al mondo distopico descritto in WALL-E e dato che non avremo più nemmeno lo stimolo a fare attività sportiva (per dimagrire basterà prendere una pillola di semaglutide, il farmaco che abbatte il peso) non è nemmeno da escludere che esattamente come nel film della Pixar potremmo avere persino difficoltà a risollevarci da terra in caso di caduta.
Cosa fare dunque? Bloccare sul nascere l’innovazione tecnologica riscoprendo lo spirito luddista? No, sicuramente questa non è una strada percorribile. Ma non è percorribile (senza gravi conseguenze) nemmeno l’ipotesi di accettare la robotica e l’intelligenza artificiale in modo passivo e acritico. Serve cioè trovare un equilibrio, una via di mezzo che trasformi la tecnologia in uno strumento che migliora la qualità della vita senza però annullare l’essenza dell’uomo, che non è certamente il non saper più fare nulla perché tanto ci pensa la tecnologia.