[Intervista] "Vi spiego perché l'umanoide italiano RoBee non teme l'arrivo del robot di Tesla"
Tiscali News ha sentito Paolo Denti, amministratore delegato di Oversonic, la startup brianzola che ha sviluppato il primo robot italiano cognitivo
![[Intervista] 'Vi spiego perché l'umanoide italiano RoBee non teme l'arrivo del robot di Tesla'](/export/sites/innovazione/.galleries/22/Robee-001.jpg_997313609.jpg)
RoBee è un robot umanoide sviluppato dell’azienda brianzola Oversonic Robotics. Lo scorso maggio è stato ufficialmente presentato al mercato alla SPS, la fiera dell’automazione di Parma. La consegna dei primi robot avverrà a novembre. Un risultato molto importante per l’Italia che si posiziona con un prodotto all’avanguardia nella robotica, uno dei settori più importanti del futuro. Tiscali News ha sentito Paolo Denti, l’amministratore delegato di Oversonic.
Partiamo dalle capacità di RoBee, cosa è in grado di fare esattamente?
“RoBee è certificato come cobot ovvero come robot collaborativo. E’ in grado di condividere gli spazi fisici assieme agli uomini muovendosi in totale autonomia, avendo la capacità di individuare ed evitare eventuali ostacoli che incontra. Questo significa che all’interno di un certo ambiente fisico non si sposta seguendo percorsi predefiniti ma semplicemente avendo obiettivi definiti. Se deve andare da A a B di volta in volta è in grado di trovare la via migliore per farlo”.
Dunque mobilità autonoma.
“Esatto, a cui si aggiungono anche capacità manuali e cognitive”.
Partiamo dalle prima.
“Ha due braccia con capacità di presa fino a un massimo di 10 chili. Agli arti si possono aggiungere diverse tipologie di terminali: pinze, elettromagneti, ventose. La scelta può essere fatta in funzione dei compiti che il robot deve fare”.
L’intelligenza cognitiva è l’aspetto più affascinante. Cosa gli consente di fare?
“RoBee parla e capisce e dunque è in grado di dialogare con un essere umano. Si può conversare con lui del più e del meno ma ovviamente, dato che la sua funzione primaria è quella di essere utile, principalmente parlerà di questioni relative al suo lavoro".
Ci può fare un esempio concreto?
"All'interno di una fabbrica possiamo ordinargli con un semplice comando vocale, ovvero parlandogli, di andare a fare un giro ispettivo e al suo ritorno è in grado di presentarci un rapporto su quello che ha trovato: un macchinario fuori posto, olio per terra o altri aspetti che riguardano l'impianto".
RoBee è già sul mercato e a breve avverranno le prime consegne. In quali settori sarà utilizzato?
“Lo stiamo proponendo soprattutto al mondo industriale manifatturiero per svolgere dei compiti che implicano un rischio per gli uomini. Uno dei casi più importanti è quello dei lavori che si devono svolgere in ambienti contaminati da sostanze chimiche dannose. Purtroppo i controlli medici a cui sono sottoposti periodicamente i lavoratori non servono per impedire l’insorgere di eventuali malattie ma solo per fare una diagnosi precoce delle stesse. L’utilizzo di un robot al posto degli uomini in simili contesti è sicuramente un passo avanti molto importante”.
Quanto costa RoBee?
“Nel 2022 lo stiamo presentando al mercato a 120 mila euro”
Per una azienda manifatturiera di una certa dimensione è un investimento assolutamente sostenibile. Non c’è il rischio che i manager con l’intento di risparmiare possano acquistarlo per fargli svolgere anche mansioni lavorative non rischiose?
"La nostra mission aziendale non è sostituire l’uomo ma far utilizzare RoBee nei lavori che l’uomo non merita di fare perché pericolosi o ripetitivi e noiosi. Di quest’ultimi si parla poco ma producono ugualmente effetti negativi sul benessere delle persone. L’utilizzo dei robot non deve essere dunque visto come un pericolo ma come una opportunità, così come è avvenuto in passato con altre innovazioni tecnologiche, che pur prendendo il posto degli esseri umani in alcune mansioni nel complesso hanno avuto un effetto positivo”.
RoBee sarà utilizzato solo nell'industria?
“No, un secondo campo di applicazione rilevante sarà quello medico sanitario e chi opera nel settore sta aspettando gli umanoidi a braccia aperte perché la previsione è che da qui al 2030 solo in Italia mancheranno 50 mila infermieri”.
Sul fronte lavorativo lei è molto rassicurante ovvero non bisogna preoccuparsi degli effetti che i robot avranno sull'occupazione. E di un loro possibile utilizzo in campo militare cosa ne pensa invece?
“Qui il discorso è diverso perché non si può negare che un robot cognitivo a guida automa con capacità di manipolazione presenta degli aspetti di rischio potenziali. E proprio per questo motivo come Oversonic abbiamo fatto una scelta di campo molto netta: siamo diventati una società Benefit e non venderemo il prodotto in ambito militare”.
Elon Musk ha da poco presentato l'ultima versione del prototito del Tesla Bot, un robot umanoide che sarà lanciato sul mercato entro 5 anni con un prezzo inferiore ai 20 mila dollari. Viste le capacità già dimostrate dall’uomo più ricco del mondo, c’è il rischio che possa diventare un monopolista nel settore della robotica?
“Francamente non credo. Nel settore manifatturiero è molto difficile che un unico produttore possa avere una quota di mercato superiore al 25/30%. La stessa Tesla pur essendo un’automobile rivoluzionaria non ha sbaragliato la concorrenza”.
Le automobili di Tesla sono però dei modelli di fascia medio alta e non fanno concorrenza sul prezzo. Il punto di forza del Tesla Bot dovrebbe invece essere proprio il costo contenuto.
"Ho molti dubbi sul fatto che Musk possa lanciare sul mercato il suo robot a meno di 20 mila dollari in 5 anni. Per raggiungere un obiettivo di questo tipo servono almeno 10 anni, un periodo di tempo lunghissimo”.
Perché 5 anni sono pochi?
"Perché il Tesla Bot vuole alzare l'asticella sul fronte della mobilità che non avverrà attraverso le ruote, come per esempio avviene in RoBee, ma attraverso vere e proprie gambe. Questo, con le conoscenze tecnologiche attuali, crea problemi di non facile soluzione sul fronte del consumo energetico e su quello della sicurezza”.
Dunque lei non teme che l’arrivo del Tesla Bot possa mandare in pensione RoBee.
"Nel modo più assoluto. Ben venga il Tesla Bot e altri robot come lui. Il vero problema che la robotica deve affrontare è l’adozione di massa e dunque l’iniziativa di Elon Musk è sicuramente da salutare con favore”.
Ci stiamo avviando verso il mondo descritto da Asimov nei suoi romanzi e racconti fantascientifici?
"Credo di si, non mancheranno ovviamente resistenze culturali all’introduzione massiva dei robot nella vita di tutti i giorni ma non saranno ostacoli insormontabili. L’accoglienza di RoBee per esempio è stata estremamente positiva e per le nuove generazioni interagire con gli umanoidi sarà perfettamente normale e naturale”.
