Rabbit R1, il dispositivo che vuole sostituire lo smartphone: perché potrebbe riuscirci
Lo smartphone resterà per sempre il dispositivo principale che utilizziamo per accedere alla rete ovvero per accedere ai servizi digitali? Ovviamente no, prima o poi sarà sostituito da interfacce più moderne ed efficienti esattamente come accaduto al computer da tavolo con lo smartphone stesso. E’ solo una questione di tempo e questo tempo potrebbe essere meno breve di quanto pensiamo. Un’indicazione in questo senso è arrivata dalla presentazione al CES 2024 di Las Vegas di Rabbit R1, il primo dispositivo sviluppato dalla startup Rabbit, fondata e guidata dal giovane Jesse Lyu.
Cosa è il Rabbit R1? E’ un dispositivo tascabile che sfrutta i recenti progressi dei modelli di intelligenza artificiale LLM (large language model) per interagire con il web utilizzando il linguaggio naturale. Esperienza che in parte è stata già provata con gli assistenti personali come Alexa, Siri, Cortana e Google Assistant. Jesse Lyu ha però spiegato che l’obiettivo di Rabbit R1 è andare decisamente oltre la deludente esperienza di questi primi assistenti vocali grazie allo sviluppo di un Large action model (LAM), che trasforma Rabbit R1 in un agente capace non solo di comprendere il linguaggio naturale ma anche di agire sul web per realizzare compiti specifici.
Il risultato è notevole: con un semplice comando vocale possiamo chiedere a Rabbit R1 di darci informazioni ma anche di eseguire task complessi, come organizzare un viaggio per la nostra famiglia.
L'obiettivo non è però quello di prendere il posto degli assistenti virtuali, ma bensì quello di rendere obsoleti gli smartphone. Rabbit R1 si propone infatti di svolgere in modo più semplice e veloce ciò che normalmente facciamo attraverso uno smartphone, utilizzando diverse applicazioni.
Jesse Lyu nella sua presentazione al CES ha preso di mira la proliferazione di applicazioni nei "telefonini" che stanno rendendo l’utilizzo di questi dispositivi sempre più complesso. L’utilizzo di Rabbit R1 non richiede la necessità di scaricare e imparare a utilizzare applicazioni diverse tra loro. L’interazione con il dispositivo avviene unicamente attraverso il linguaggio naturale.
C’è poi un secondo motivo (altrettanto valido) che potrebbe velocizzare i tempi di pensionamento degli smartphone: anziché farci risparmiare tempo ce ne fanno perdere un sacco. Ogni volta che, per un motivo o per l’altro, lo abbiamo tra le mani finiamo per essere assorbiti in una delle tante applicazioni di comunicazione e/o intrattenimento che ormai sono diventate l’aspetto più importante di questi dispositivi.
Semplicità di utilizzo e risparmio di tempo sono dunque i 2 cavalli di battaglia sui cui punta Rabbit R1 per mandare in pensione l’amato “telefonino”. Riuscirà nel suo intento? Al momento è difficile fare previsioni. Di sicuro potrebbe essere attraente il prezzo di vendita: 199 dollari. Un prezzo decisamente alla portata di tanti.
UNA PRESENTAZIONE DI RABBIT R1 DI Web Marketing EDU ITA