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OpenAI con Operator lancia la rivoluzione degli agenti intelligenti: cosa sono e perché sono una minaccia

Arriva l'ennesima innovazione dirompente destinata a stravolgere le nostre abitudini. Gli agenti AI rapidamente trasformeranno il modo in cui interagiamo con la tecnologia e gestiamo le nostre attività quotidiane. Ci troviamo di fronte a una "golden age" totalmente priva di rischi? Forse no

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
OpenAI lancia Operator, l'agente IA che naviga su internet e svolge compiti in autonomia
Sam Altman (foto Ansa)

E' una nuova rivoluzione. L'ennesima in un panorama tecnologico in continuo fermento. Sam Altman, il CEO di Open AI, ha annunciato Operator, un agente di intelligenza artificiale in grado di navigare sul web e svolgere autonomamente attività per conto delle persone. La disponibilità è attualmente limitata agli Stati Uniti. Operator si basa sul modello Computer-Using Agent, che combina le capacità visive di Gpt-4o (chiamate 'multimodali') con un sistema di ragionamento e apprendimento avanzato.

Come funziona Operator: alcuni esempi concreti 

Secondo la nota ufficiale di OpenAI, Operator è capace di interagire con le interfacce grafiche, ossia i computer, partendo da poche indicazioni degli utenti. Un esempio è la possibilità di prenotare un tavolo per un ristorante appena si libera oppure il biglietto di un aereo quando il prezzo scende al di sotto di una soglia. Dopo alcuni test interni, Operator ha completato con successo l'87% delle operazioni basate sul web e il 38,1% di quelle che richiedono l'utilizzo completo del computer. L'agente può anche compilare moduli sui portali, ordinare cibo a domicilio, acquistare prodotti online e creare immagini. Nei casi più complessi, quando è richiesto l'intervento di un umano, Operator invia una notifica per lasciare il controllo all'utente. Accade, per esempio, dopo che l'IA ha scritto una email ed è pronto ad inviarla o quando bisogna inserire online dati sensibili, come quelli delle carte di credito.

Gli accordi di Open AI con le piattaforme digitali 

OpenAI ha annunciato collaborazioni con diverse aziende, tra cui Uber, DoorDash e Instacart, per integrare Operator nel quotidiano e semplificare le attività. Gli abbonati a ChatGpt Pro negli Usa possono provare la novità mentre in futuro Operator arriverà anche per gli utenti ChatGpt Plus, Team ed Enterprise. "Raccogliendo feedback dal mondo reale, possiamo perfezionare le misure di sicurezza e migliorarle costantemente, mentre ci prepariamo per un futuro che vedrà un uso crescente degli agenti digitali" ha spiegato OpenAI.

Una rivoluzione per le nostre abitudini 

Come anticipato ci troviamo di fronte a una innovazione dirompente destinata a stravolgere le nostre abitudini. Gli agenti AI rapidamente trasformeranno il modo in cui interagiamo con la tecnologia e gestiamo le nostre attività quotidiane. Grazie alla loro capacità di svolgere compiti in autonomia renderanno le nostre vite più efficienti, permettendoci di risparmiare tempo e ridurre il carico di lavoro. Per esempio non dovremo più preoccuparci di gestire manualmente ogni dettaglio, perché l'AI sarà in grado di anticipare le nostre esigenze, completare attività in modo rapido e preciso, e persino imparare dalle nostre preferenze. In un futuro più lontano (ma non troppo), gli agenti AI non solo faciliteranno le mansioni quotidiane, ma potrebbero anche essere coinvolti in decisioni più complesse, rendendo la nostra interazione con la tecnologia ancora più integrata e naturale. La loro diffusione cambierà radicalmente il nostro approccio al lavoro, allo shopping, alla gestione della casa e all'intrattenimento, trasformando il nostro modo di vivere.

Una "golden age" totalmente priva di rischi? Forse no 

Ci troviamo di fronte all'alba di una nuova golden age (età dell'oro)? Forse no, perché anche in questo caso i pericoli non mancano. L'uso massiccio dell'intelligenza artificiale solleva preoccupazioni riguardo ai rischi di dipendenza e di perdita di abilità umane. Se l'AI dovesse diventare troppo pervasiva, potremmo rischiare di affidare alle macchine compiti sempre più semplici, perdendo gradualmente le capacità di affrontare situazioni quotidiane senza l'aiuto della tecnologia. Questo potrebbe portare a una forma di "decadimento cognitivo", dove le persone diventano sempre meno capaci di pensare in modo autonomo o risolvere problemi senza l'intervento di un sistema intelligente. Inoltre, c'è il rischio che la dipendenza dall'AI riduca la nostra capacità di relazionarci con gli altri in modo diretto, cambiando le dinamiche sociali e professionali. Se l'AI non viene utilizzata con cautela e in modo equilibrato, potrebbe erodere le competenze fondamentali che definiscono l'identità stessa della nostra natura umana. Solo il tempo ci potrà dire se l'avvento dell'intelligenza artificiale rischia di trasformarsi in un vero e proprio boomerang per l'umanità. 

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Michael Pontrelli

Giornalista professionista ha iniziato a lavorare nei nuovi media digitali nel...

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