[Intervista] La prima virtual influencer italiana si chiama Nefele. "Ecco perché l'abbiamo creata imperfetta"
Tiscali News ha sentito uno dei promotori del progetto per capire le ragioni dietro un fenomeno che sta conquistando sempre più paesi

Tra i fenomeni più interessanti del mondo digitale c’è sicuramente quello dei virtual influencer ovvero di personaggi immaginari creati grazie alla grafica 3D o CGI (computer generated imagery) che sui social media si comportano come persone reali.
Il loro aspetto fisico è molto realistico e simulano una personalità e una routine quotidiana attraverso la pubblicazione costante di contenuti. Creano communities e ovviamente puntano a diventare testimonial dei top brand in diretta concorrenza con gli influencer reali.
Ancora non si tratta però di avatar dotati di intelligenza artificiale autonoma ma di identità digitali create dal genio e dall’abilità di grafici, esperti di comunicazione e di marketing digitale come Filippo Boschero, Laura Elicona e Luca Facchinetti, tre giovani startupper torinesi che hanno creato Nefele, la prima virtual influencer italiana.
“Il giorno zero di Nefele - ha spiegato a Tiscali News Laura Elicona - è il 4 dicembre del 2021. E' un mix di creatività umana e intelligenza artificiale che vuole democratizzare gli standard di bellezza, portando avanti il concetto di perfetto nell’imperfetto”.
Nefele pur essendo bellissima ha la vitiligine, una malattia cronica della pelle. “Vogliamo che sia una ambasciatrice dei concetti di diversità e del wabisabi ovvero la visione del mondo giapponese fondata sull'accettazione dell'imperfezione delle cose. In questo modo puntiamo a creare un mondo più inclusivo”.
"L’influencer marketing - ha proseguito la giovane startupper - continua ad essere un canale molto rilevante con tassi di crescita a doppia cifra. Quelli virtuali sono da considerarsi come un modo unico ed efficace per creare engagement in un pubblico sempre più interessato a contenuti innovativi come i millenians e la generazione Z. Ma con Nefele allarghiamo il bacino anche ad un pubblico di donne di qualunque fascia d’età”.
Le attese sono elevate. “Nefele - ha detto ancora Laura Elicona - è supportata da dati di engagement e qualità dell’audience superiori a quelli degli influencer tradizionali. E' totalmente programmabile, rispondendo quindi perfettamente alle esigenze delle aziende in termini di branding, promozione e comunicazione digitale”.
E a rendere ottimisti i creatori della prima virtual influencer italiana contribuisce il successo che questi avatar digitali stanno riscuotendo in altre parti del mondo. Il più noto è Lil Miquela, una modella e cantante virtuale brasiliana-spagnola creata nel 2016 da Brud, una startup con sede a Los Angeles. Su Instragram ha più di 3 milioni di follower. Lavora per alcuni dei brand più prestigiosi del mondo (Prada, Dior, Calvin Klein), rilascia interviste e nel 2018 è stata indicata da Time Magazine come una delle 25 persone più influenti su Internet.

Altro caso di successo rilevante è Imma, uno dei volti più riconoscibili del mondo digitale giapponese grazie ai suoi iconici capelli rosa e al suo sconcertate realismo. E’ apparsa per la prima su Instagram nel 2018. In pochi anni ha collaborato con marchi importanti come Porsche, Dior, Puma, Nike, Calvin Klein e Valentino. Ha anche fatto un'apparizione a sorpresa alla cerimonia di chiusura dei Giochi Paralimpici di Tokyo 2020.

Shudu è invece la virtual influencer di colore più nota al mondo. E’ stata creata da The Digitals, un'agenzia americana di modelle digitali. Anche lei ha lavorato per top brand come Vogue, Chanel, Bulgari.

Tra gli avatar di maggiore successo c’è anche la coreana Rozy. Dalla sua creazione e prima apparizione su Instagram, nell'agosto 2020, ha firmato più di 100 accordi di sponsorizzazione. E anche in questo caso i nomi sono eccellenti: Calvin Klein, Maison Margiela, Hera Beauty.

Ma il caso più interessante è probabilmente Bermuda, un’aspirante musicista di Los Angeles. Da quando è apparsa per la prima volta su Instagram nel 2018 il suo realismo è migliorato notevolmente e alcune sue foto recenti la rendono quasi indistinguibile da una vera modella. Anche lei è un progetto di Brud, proprio come Lil Miquela. Inizialmente è stata creata per promuovere la propaganda dell'alt-right ovvero della destra radicale americana vicina a Donald Trump.

Chi pensa dunque che i virtual influencer siano un fenomeno limitato al mondo della moda e dei top brand commette un grosso errore. Potenzialmente possono essere utilizzati in qualsiasi ambito, anche quello politico, e il metaverso può amplificare ulteriormente il loro successo. Il futuro sembra appartenere a loro.
Video di Nefele