La cinese DeepSeek mette a rischio il primato USA sull’AI e fa tremare i mercati
Con il suo modello DeepSeek R1 la startup cinese è riuscita ad ottenere gli stessi risultati di OpenAI o1, il modello più avanzato integrato in ChatGPT, con molta meno potenza di calcolo

La startup cinese DeepSeek sta scuotendo il panorama dell’intelligenza artificiale e i mercati finanziari. Il suo modello DeepSeae R1 è capace di uguagliare le prestazioni di ChaGPT ma a differenza del suo concorrente americano è stato sviluppato in soli due mesi e a costi estremamente ridotti. Per la prima volta viene messa seriamente in discussione la supremazia tecnologica americana e sorgono interrogativi preoccupanti sull’entità degli investimenti americani nel settore. Sono davvero necessari dato che è possibile sviluppare modelli AI altamente performanti a costi ridottissimi? Nei mercati finanziari inizia a crescere il nervosismo e si amplifica il timore che anche l’intelligenza artificiale possa essere una bolla destinata a scoppiare, come accaduto con del dotcom negli anni 2000.
La storia di DeepSeek e il boomerang delle limitazioni alla Cina
DeepSeek è stata fondata nel 2023 da Liang Wenfeng, un ex gestore di hedge fund. In soli due mesi e con appena 5,8 milioni di dollari ha sviluppato il modello DeepSeek R1 che ha dimostrato di poter superare i modelli di OpenAI in matematica e logica usando una potenza di calcolo molto inferiore. Come ci sono riusciti? Paradossalmente grazie alle limitazioni imposte dagli Stati Uniti alla vendita di chip avanzati alla Cina, ovvero quelli più recenti di Nvidia. Quella che doveva essere una mossa per frenare i progressi tecnologici di Pechino rischia di diventare un boomerang. Gli ingegneri cinesi infatti non potendo accedere alle gpu più potenti di Nvidia (ma solo ai modelli più vecchi meno performanti) hanno ripensato da zero l’architettura dei modelli AI, introducendo due novità fondamentali: (1) Multi-head Latent Attention, ovvero la riduzione dei calcoli non necessari (2) Mixture-of-Experts, ovvero l’attivazione solamente delle parti della rete neurale effettivamente utili. Le limitazioni americane hanno dunque spinto i cinesi a utilizzare la creatività e il risultato è sorprendente: sono riusciti ad ottenere gli stessi risultati della Silicon Valley spendendo però una cifra irrisoria rispetto a quanto speso dai colossi americani.
DeepSeek R1 potenziale cigno nero della bolla AI
DeepSeek R1 è un modello di intelligenza artificiale open source (ovvero il codice è pubblico) e può essere scaricato ed eseguito localmente sul proprio computer. Una vera e propria bomba per i nascenti modelli di business americani con OpenAI che a dicembre ha addirittura lanciato un abbonamento pro a ChatGPT da 200 dollari al mese e che nel mercato b2b (quello rivolto alle aziende) si fa pagare profumatamente per l'uso delle API (cioè per l'accesso alla sua tecnologia). Tra i big americani solamente Meta, con Llama, ha puntato con decisione fin dall'inizio sul modello open source che consente l'accesso gratuito alla tecnologia. Ma a finire nell’occhio del ciclo è anche Nvidia, ovvero l’azienda che sta guidando la rivoluzione AI grazie ai suoi chip avanzatissimi e costosissimi. Il successo di DeepSeek R1 pone un interrogativo inquietante: i chip più avanzati di Nvidia sono davvero necessari? E (ancora) sono necessari gli ingenti investimenti fatti dai giganti tecnologici americani che da tempo stanno guidando la cavalcata del Nasdaq e dello S&P500? Il timore è che DeepSeek R1 sia una sorta di cigno nero che in colpo solo manda in frantumi la bolla dell’IA nei mercati finanziari e il sogno americano di essere dominante anche in questa nuova tecnologia. Sogno che è stato ribadito il giorno dell’insediamento da Donald Trump, con l’annuncio del varo di Stargate, un mega progetto sull’intelligenza artificiale da ben 500 miliardi di dollari.
La speranza è che quello di Pechino sia un bluff
La golden age promessa da Trump rischia di partire con il piede sbagliato perché il clamoroso successo cinese avrebbe importanti risvolti non solo economici ma anche geopolitici. La decisione di renderere DeepSeek R1 open source non è casuale, perché mette a disposizione gratuitamente il codice a tutti gli sviluppatori del mondo, e dunque stabilisce una chiara leadership tecnologica globale di Pechino anche nel campo dell'intelligenza artificiale. C’è però una speranza che incoraggia gli americani: nonostante le limitazioni imposte da Washington, i cinesi potrebbero comunque aver utilizzato di nascosto i chip più avanzati di Nvidia (e non solo quelli più vecchi meno performanti) e dunque anche dietro DeepSeek R1 ci sarebbe una tecnologia a stelle e a strisce. Non ci resta dunque che aspettare per capire se davvero c’è stato il sorpasso cinese sui fronte dell’AI o se si tratta solamente di un bluff.