Tre strategie adottate dai leader per ritrovare la gioia e la motivazione al lavoro
Nel mondo occidentale il malessere nelle aziende è molto diffuso a causa di un'inadeguata cultura manageriale ma i lavoratori possono comunque trovare autonomamente le contromisure
In questo periodo storico l’idea che si possa essere felici al lavoro sembra quasi impossibile persino da immaginare. Le statistiche riportate dal World Economic Forum parlano chiaro. Nel mondo occidentale 3 lavoratori su 5 soffrono di mancanza di motivazione ed energia. Addirittura un terzo lamenta esaurimento cognitivo e fisico. Pur non arrivando a questi estremi ben il 71% dei lavoratori europei e il 78% di quelli americani dichiarano di soffrire di stress.
Le cause di questo malessere diffuso sono note. La cultura aziendale fatica ad uscire dalle logiche novecentesche. Nelle organizzazioni (soprattutto quelle grandi) prevalgono ancora modelli organizzativi gerarchici che trascurano quasi completamente le più recenti ricerche scientifiche portate avanti nel campo della motivazione. Nella stragrande maggioranza dei casi si continua a fare leva unicamente sugli incentivi economici variabili a conferma che chi guida le aziende ha capito poco o nulla della psiche umana.
Negli ultimi anni ad aggravare la situazione ha contribuito anche l’incertezza sulla stabilità del posto del lavoro a causa di un uso sempre più massiccio di contratti precari a tempo e delle nuove tecnologie che tendono a sostituire il lavoro umano non solo nel settore manifatturiero ma anche in quello dei servizi.
Tuttavia per contrastare il malessere molto può essere fatto dagli stessi lavoratori come è emerso da una indagine condotta sempre dal World Economi Forum che ha sentito il parere di diversi leader, ovvero persone di grande successo professionale, per raccogliere indicazioni sulle strategie migliori da impiegare nel posto di lavoro.
Sono emerse tre azioni alla portata di chiunque:
Definire il proprio successo: ciò che può essere raggiunto o ritenuto soddisfacente non può essere subito passivamente dall’esterno. Ognuno deve fissare i propri obiettivi e i propri limiti da non superare per poter contenere lo stress.
Cercare lo stress giusto: situazioni di forte carico emotivo non si possono evitare del tutto al lavoro ma ognuno deve imparare a distinguere tra lo stress positivo (che spinge a fare di più e a migliorarsi) e quello negativo che al contrario logora e prosciuga energie. Imparare a coltivare il primo e ad evitare il secondo è fondamentale per avere una vita lavorativa soddisfacente.
Cercare il rinnovo: un atteggiamento di apprendimento costante è la chiave per non cadere nella trappola della routine e della noia. E questa mentalità va applicata non solo in campo lavorativo ma in generale in tutti gli aspetti della propria vita, a partire da quello familiare.
IL PUZZLE DELLA MOTIVAZIONE
Uno dei TED più famosi in assoluto con oltre 10 milioni di visualizzazioni. Dan Pink spiega perché esiste un gap tra quello che da tempo conosce la scienza e quello che viene fatto nelle aziende. Quest'ultime proseguono a gestire i lavoratori con un approccio meccanicistico di ricompensa/punizione che nel XXI secolo non solo non funziona più ma sta producendo anche danni (come dimostrano le statistiche sul malessere dei lavoratori). I principi che davvero motivano le persone (per la precisione 3) sono altri e vengono spiegati in questo TED bellissimo in inglese ma con i sottotitoli in italiano.
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